Festival dello Sviluppo Sostenibile, da oggi una scommessa per il futuro

DIFESA DELL'AMBIENTE, ECONOMIA CIRCOLARE E INCLUSIONE SOCIALE PER 3 GIORNATE ALL'INSEGNA DELL'AGENDA 2030

Dopo aver fatto il giro d’Italia, il Festival dello Sviluppo Sostenibile ha chiuso la sua ultima tappa a Parma dal 25 al 27 maggio. A comporre la seconda edizione dell’iniziativa è stato un cartellone di 62 eventi dislocati in numerose sedi della città: dal Palazzo del Governatore, all’Ospedale Vecchio, dalla Pinacoteca Stuard alle biblioteche cittadine. Obiettivo della manifestazione è integrare in un modello di sviluppo sostenibile tre fattori cooperanti e fondamentali: difesa dell’ambiente, economia circolare e inclusione sociale, sensibilizzando su quanto la sostenibilità tocchi ogni campo del nostro vivere quotidiano e quanto la situazione attuale a livello mondiale abbia bisogno di una svolta decisa. Ognuno dei punti di svolta e degli obiettivi prefissati dalla collaborazione internazionale, fanno parte dell’Agenda 2030.

AGENDA 2030 – Approvata il 25 settembre 2015 dalle Nazioni Unite, l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e pone 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 target da raggiungere entro il 2030. Questo documento è una forte dichiarazione di insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo dal punto di vista economico sociale e ambientale. Anche se le differenze dei vari Paesi determinano problematiche specifiche, ognuno di loro è chiamato all’appello per la salvaguardia del pianeta. Allo stesso modo non vi è più distinzione tra le diverse componenti della società, tutte sono chiamate a partecipare: imprese pubbliche e società civile. Ogni nazione nel corso della realizzazione degli obiettivi verrà sottoposta al controllo dell’Onu e dell’opinione pubblica internazionale. I 17 obiettivi dimostrano la visione globale del progetto: sradicare la povertà per non scendere mai più con meno di 1,25 dollari al giorno, anche attraverso la sicurezza alimentare, perché i numeri oggi sono aberranti: in 800 milioni soffrono la fame, ma anche accesso all’acqua e all’educazione. Non sottovalutate sono poi le tematiche sociali, infatti la parità di genere e la piena occupazione sono tra gli obiettivi, con crescita e salvaguardia della dignità del lavoratore. Le città poi, devono far parte dei fini di questi cambiamenti: più sicure con un consumo sostenibile e all’interno di una società pacifica. L’Agenda 2030 infatti non ha solo valore globale. “Attività come le politiche di sostenibilità ambientali o relative allo spreco dell’acqua – ha affermato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti durante la presentazione ufficiale del Festival – passano anche dalle città. Può essere interessante andare a rendersi conto quanto le singole azioni dei singoli cittadini, delle singole comunità, sommate facciano quel cambiamento che vorremmo vedere nel mondo”.

Da sinistra: Alessio Malcevschi, Marina Forti, Amitav Ghosh, Diego Saglia

FESTIVAL – La spinta a livello internazionale per il raggiungimento di questi obiettivi ha fatto sì che gli enti promotori del Festival – Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), l’Università di Parma, il Comune di Parma e il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Università di Parma – organizzassero la rassegna con l’obiettivo di sensibilizzare, educare ed elaborare a livello culturale e politico queste problematiche su tutto il territorio e secondo varie declinazioni. Grazie ad un’ampia rete di organizzatori – Wwf, Manifattura Urbana, Legambiente, Parma sostenibile, Fruttorti Parma, Slowfood Parma, Parma 360 e Gist Initiatives – il Festival si è snodato tra appuntamenti e interventi di personalità eminenti del campo come Amitav Ghosh e volti noti della scena italiana come Neri Marcorè. Il Festival si inserisce anche nel contributo italiano alla Settimana europea dello Sviluppo sostenibile 2018.

Parlare di sostenibilità ormai è un dovere soprattutto per un’Università come la nostra che fa della ricerca e della formazione gli obiettivi portanti – ha spiegato durante la presentazione il rettore dell’Università di Parma Paolo Andrei -. Per me è un onore sapere che in Italia in questi giorni si ha la possibilità di interrogarci e discutere di queste tematiche per cercare di comprendere come muoverci per il futuro. La riflessione però non deve farci dimenticare che dobbiamo anche a agire, che le discussioni si traducano in azione auspicando che veramente in un futuro il nostro mondo sia sostenibile in tutte le sue dimensioni”.

Nella foto la professoressa Ianieri

Il Festival ha spaziato tra gli argomenti dell’Agenda attraverso presentazioni di libri, spettacoli teatrali, conferenze e discussioni. Le tematiche toccate riguardano il futuro concreto del mondo dal punto di vista ambientale ma anche umano, perché il futuro è un concetto interdisciplinare che deve interessare anche il singolo e non solo gli specialisti del settore. Si parla di cibo, di sostenibilità attraverso il food safety: bisogna ridurre gli sprechi e migliorare le condizioni igieniche perché da consumatori dobbiamo essere consapevoli, come spiega la dottoressa Ianieri nell’evento ‘Agenda 2030 e Cibo’. Si parla anche di agricoltura sostenibile, importante perché siamo molto indietro come Stato nella produzione biologica e produciamo circa tre volte la quantità di cibo necessario alla popolazione terrestre, senza però riuscire a sfamarla tutta, come spiega Mario Marini, presidente di Confagricoltura Parma nell’evento dedicato alla resilienza. Si discute poi delle problematiche legate all’innalzamento della temperatura e al cambiamento climatico, alle risorse idriche, e alle isole di calore: il clima sta cambiando e i dati sono innegabili.
La cultura italiana non viene messa da parte in questi tre giorni di Festival in cui uno degli eventi è stato dedicato proprio al Made in Italy. La tradizione italiana può essere competitiva a livello economico anche all’estero e la necessità di spostare i sistemi produttivi sulla green economy non metterà in secondo piano la qualità del prodotto, come spiegato nell’evento dedicato alla cultura italiana in rapporto alla sostenibilità.

Nella foto il professor Parmigiani

Nemmeno la salute viene sottovalutata durante il Festival ed è infatti il professor Parmigiani a parlare del rapporto tra l’ambiente e lo sviluppo umano nell’evento ‘Agenda 2030 e Salute’. Volente o nolente, come sottolinea lo studioso, l’uomo ha prodotto sostanze che interferiscono con il sistema ormonale umano, modificando così le caratteristiche dei corpi in condizione di vulnerabilità: donne incinta, feto e bambini in crescita.

Quello scandagliato durante i tre giorni della rassegna è uno scenario mondiale complesso ma con rimandi anche alla situazione più tipicamente parmigiana. Si è tratto anche di come il Comune si stia impegnando a rendere la città sostenibile attraverso progetti europei come, ad esempio, ‘Parma futuro smart‘, per una città innovativa dal punto di vista tecnologico ma nei termini della sostenibilità, rimanendo a misura d’uomo per i suoi abitanti. Si tratta di progetti, come gli altri presentati durante il Festival, che non hanno obiettivi nell’immediato perché richiedono cambiamenti lunghi e a volte controversi ma che guardano al futuro con un approccio responsabile già dall’oggi.
“Se vogliamo vivere, il nostro orizzonte devono essere le generazioni future”, ricorda infatti il professor Alessio Malcevschi, alle redini del coordinamento generale dell’evento.
Il mondo ha bisogno di una collaborazione generale, del cittadino nel suo piccolo e delle istituzioni. Come spiega Enrico Giovannini nel suo libro, il nostro futuro deve tendere ad una “Utopia sostenibile“, dove per utopia intendiamo però un orizzonte lontano e sempre in movimento ma raggiungibile. Non si hanno risposte certe sul futuro dell’ambiente ma non si vuole stare fermi a guardare la situazione peggiorare. “Non sappiamo dove andremo, ma non vogliamo stare fermi. Vogliamo camminare”, aggiunge Malcevschi.

Neri Marcorè, foto di Giulia Berni

A concludere il Festival, la sera di domenica 27 maggio all’Auditorium Paganini , è stato Neri Marcorè. Il suo è uno spettacolo che si muove tra la parola e la musica alternando il reading alle parole di Gaber, De André e e Pasolini con l’idea di partire dall’arte per unire cultura e attenzione all’ambiente. L’ecologia e la salvaguardia del pianeta partono infatti proprio dall’umanesimo.
Nonostante la situazione problematica, Marcorè intona ‘Eppure il vento soffia ancora’ e la realtà è proprio questa: c’è speranza, con una collaborazione traversale che parta dal singolo per arrivere a cambiare le cose.

 

di Gloria Falorni e Giulia Moro

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