Suicidio assistito: in Italia morire ha un prezzo (alto)

La storia di Mario (nome di fantasia) era diventata nota nei mesi scorsi grazie all’Associazione Luca Coscioni. ParmAteneo aveva intervistato Marco Cappato per parlare di Mario e delle trappole burocratiche che i pazienti che decidono per l’eutanasia legale devono affrontare. Oggi sappiamo il suo nome, Federico Carboni. Aveva quarantaquattro anni, originario delle Marche, e dal 2010 era tetraplegico. Era rimasto completamente paralizzato dopo essere stato vittima di un grave incidente stradale. Il 27 agosto 2020 richiese al servizio sanitario nazionale la possibilità di applicare la sentenza intervenuta sul caso Dj Fabo, avvenuta nel 2017. Tale avvenimento sancì per la prima volta in Italia il diritto di una persona malata a richiedere che una struttura pubblica del SSN verificasse le condizioni di salute della persona malata in seguito alla sua richiesta di avere l’eutanasia. Sul tema vige inoltre una sentenza della Corte Costituzionale, stabilita nel 2019, che fissa regole, limitazioni e condizioni affinchè una persona possa ottenere diritto legale al suicidio assistito.  Nonostante Carboni rientrasse completamente già all’epoca della richiesta nelle condizioni demandate, ha dovuto aspettare circa 16 lunghi mesi, avviando pratiche burocratiche ed istituzionali, inviando lettere, denunce e diffide al Governo italiano perché il suo diritto venisse rispettato. Nel novembre … Leggi tutto Suicidio assistito: in Italia morire ha un prezzo (alto)