Oltretorrente, nel triangolo dove l’alcol rovina l’integrazione

SOTTO ACCUSA I MARKET STRANIERI: VENDONO PIU' BIRRE CHE FRUTTA

11117747_10205141670055849_266540951_nNegli ultimi tempi è sempre più facile sentire notizie poco rassicuranti riguardo la sicurezza di alcuni quartieri di Parma, spesso a causa di loschi giri di spaccio.  Tra le zone considerate più ‘a rischio’, l’Oltretorrente, storicamente noto per la sua accoglienza e multiculturalità; una zona, forse l’unica, dove a causare il degrado non è la droga ma l’alcol.

UN PROBLEMA RECENTE – Negli ultimi anni desta preoccupazione la presenza di persone poco raccomandabili nelle ore serali, spesso e volentieri in stato di ebbrezza. Le conseguenze di tali comportamenti si possono ben immaginare: chiasso e urina ovunque quando va bene,risse a colpi di bottiglia se va male. Alla lunga lista dei misfatti anche la recente aggressione a danno di un docente del nostro Ateneo. La sua colpa? Aver redarguito due uomini intenti a urinare davanti a un portone di borgo Cocconi.

La situazione più critica si registra un centinaio di metri più in là, tra borgo Fiore, via Imbriani e borgo Parente. “E’ invivibile, la polizia non è presente e ogni giorno ci ritroviamo bottiglie e persone ubriache davanti al negozio”, lamenta il titolare di una tabaccheria. Una testimonianza confermata anche da altre due lavoratrici della zona: “La sera lasciano le bottiglie poggiate davanti al nostro magazzino; talvolta la mattina abbiamo pure trovato alcuni di questi tizi che dormivano coperti da cartoni”. All’angolo di ognuna delle tre strade, tutte accomunate dallo stesso incrocio, si radunano persone di origini diverse: nordafricani su via Imbriani, africani in borgo Parente,  uomini e donne dell’est in borgo Fiore. L’alcol come comune denominatore, soprattutto per il primo gruppo.

ALCOLICI ALLA BASE DI TUTTO – Ma dove recuperano gli alcolici con cui si appostano davanti ai negozi? Molti sono i residenti che lamentano la presenza di piccoli alimentari gestiti da extracomunitari, accusandoli di vendere alcolici fino a tarda sera, incrementando così la presenza di persone in stato di ebbrezza per quelle strade. Diverse però sono le opinioni di quei commercianti che, sentendosi accusati, difendono la loro posizione: “La situazione è difficile, certo, anche noi ci troviamo persone ubriache davanti al market – spiega il commesso di uno di questi esercizi – ma è il nostro lavoro. Ci è stato intimato di smettere di vendere alcolici, ma non possiamo: abbiamo aperto da non molto e sono la fonte del nostro guadagno.” Altri, invece, respingono le accuse: “Chi si apposta davanti ai nostri negozi qui intorno fa scorta di alcolici nei supermercati qui intorno, tra via d’Azeglio e via Bixio, noi vendiamo ben poco, anche perchè alle 21.30 chiudiamo”.

DUE MONDI DIVERSI – È incredibile tuttavia notare come, pur nello stesso quartiere, la percezione d’insicurezza cambi a seconda della posizione:”Va tutto bene, io non ho problemi – spiegano altri commercianti – lavoro qui da diversi anni e non sento questo degrado di cui si parla”. Già nella zona di Piazzale Inzani, ormai ‘bonificata’ dopo anni difficili, la situazione sembra ben diversa: “Lavoro qui da sette anni – racconta un altro lavoratore – e da qualche anno, grazie anche al locale sul piazzale, non vedo più gente che bivacca e si alcolizza o droga, si è creato un bell’ambiente“.
Certo, passeggiando alla sera nella zona, si possono notare giovani, spesso studenti, raggruppati per bere qualche birra e chiacchierare, forse a voce troppo alta, lasciando sporco per terra, ma nulla più.

SOLUZIONI AL PROBLEMA – IMG_8379A far aumentare la rabbia dei residenti il fatto che, nonostante le segnalazioni, “i vigili si presentano a pattugliare proprio negli orari in cui queste persone non sono in giro. Fino a qualche tempo fa c’erano i militari e i vigili che battevano costantemente la zona, ora non c’è più niente.” Di recente l’assessore alla sicurezza Cristiano Casa ha effettuato un sopralluogo nel quartiere, sollecitato dai residenti e gli esercenti esasperati, talmente tanto che occasionalmente organizzano apposite riunioni per cercare di far fronte al problema sicurezza, come racconta l’ex rappresentante del quartiere Claudio Cavazzini: “Ci raduniamo come i carbonari per il clima di terrore in cui viviamo. Bisognerebbe eliminare il decreto Bersani che facilita la concessione delle licenze di vendere alcolici, come ai negozi che dovrebbero vendere frutta. A differenza di un bar, i market non hanno un bagno pubblico, col risultato che se scappa la fanno dove capita.”
E per i controlli? “Servirebbe aumentare la sorveglianza da parte dei vigili urbani, ma non con un compito semplicemente punitivo: non serve solo multare, dovrebbero fare anche educazione civica ai cittadini indisciplinati per il rispetto della legalità.”
Tutto questo per favorire una convivenza, senza la quale non ci può essere rispetto.

 

di Vittorio Signifredi, Guendalina Truden

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