Ciao tecnologia

VERSO IL PUNTO DI NON RITORNO

internetMentre scrivo questo articolo ho internet che va e viene. Colpa del vento? Dei tuoni? Del sole? Quando non sappiamo a chi dare la colpa, ci viene bene darla al meteo…diciamo che ci fa un po’ da ‘paratutto’: parliamo di meteo quando non sappiamo come proseguire una conversazione, diamo la colpa al meteo per i nostri sbalzi d’umore e anche se la parabola non funziona e non riusciamo a vedere la partita.

Fatto sta che io, oggi, mi ritrovo a scrivere su un foglio word invece che sul sito di ParmAteneo, nella speranza di riuscire ad avere internet per pubblicarlo entro la serata.

Ma non è che – prima o poi – tutta questa tecnologia ci porta alla rovina? Sono già anni che sostengo che siamo arrivati ad un punto di non ritorno e che nel momento in cui un qualche black-out ci porterà lontano da internet e cellulari non sapremo neanche più come fare a buttare la pasta.

Già, perché con internet, ormai facciamo proprio tutto: cuciniamo con video – live che ci spiegano passo a passo quanti grammi di farina mettere e in che modo mescolare. Roba che se chiediamo alle nonne quanta farina ci vuole in una torta, ci rispondono sempre mezzo chilo, perché le dosi della ciambella sono quelle da anni annorum; se poi ci mettiamo a discutere su quanta buccia di limone grattugiare, la risposta diventa “Eh vedi un po’, quando basta lo capisci…” Noi non lo capiremmo mai, quando basta, perché se non ce lo dice la Parodi o Giallo Zafferano noi a fare la torta nemmeno cominciamo. Una sera, ero in montagna e volevo preparare la torta per la colazione; la tradizione vuole che in campagna la torta sulla tavola e in casa non manchi mai. Quella volta mi trovavo sprovvista di qualche ingrediente (in inverno la dispensa non sempre è rifornita), così girando su internet (ore e ore per prendere la linea…) ho trovato una torta light, vegana: niente uova, niente burro, niente latte. Proviamo, ormai che tanto avevo faticato a trovarla… Ohimè che torta: cuocere non cuoceva, l’olio la rendeva unta e bisunta da tutte le parti…un disastro! Ho avuto la brillante idea, di farla assaggiare a mia nonna: “Nelle torte ci vuole il burro, le uova e spesso anche il latte; altrimenti è bulla“ (segatura, in dialetto parmigiano). Fine dell’era delle torte vegane e delle ricette di internet, da allora sono tornata ad affidarmi al mio buon vecchio libro, scritto a mano, e ai giornali di cucina.

Oltre la cucina, con internet facciamo altre centomila cose. In questi giorni mi sono ritrovata una conveniente offerte del “Corriere della Sera” su tablet e ho deciso di sottoscrivere un abbonamento di un mese. Aiuto. A leggere il quotidiano sul tablet, ci vuole – come dice sempre mio fratello – la genta aposta (la gente specialista, sempre in dialetto): scomodissimo, un quarto d’ora per caricare il quotidiano, i supplementi e l’edizione locale, per leggere è un continuo ingrandire e scorrere perché altrimenti si diventa ciechi. Roba che dall’esasperazione ti vien voglia di prendere due euro, lanciare l’Ipad e andare in edicola a comprare il giornale.

Certamente, non posso continuare ad elencare le cose che ci porta a fare la tecnologia, perché non finirei più. Concludo solo sperando che, con calma, quando vuole, internet riparta. Certo è che se davvero, fossi in un quotidiano e non in un settimanale, e questo articolo dovesse essere spedito per mail in breve tempo; forse l’unica soluzione che potrei attuare sarebbe quella di scriverlo a mano, arrotolarlo e spedire uno dei miei quattro canarini in redazione.

Staccate WhatApp ogni tanto, anche due parole a voce – con le persone – sono sempre gradite.

di Chiara Corradi

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*