Appassionato di cultura? Le tue attività valgono cfu
COME PER LO SPORT, VALUTATE LE INIZIATIVE SVOLTE DURANTE IL PERIDO DI ISCRIZIONE UNIVERSITARIA
A partire dall’anno accademico 2015-2016 non saranno solo le attività sportive a fruttare i preziosi crediti formativi ma anche quelle svolte in ambiti artistici e culturali. L’Università di Parma è il primo ateneo a introdurre questa nuova normativa fortemente voluta dal direttore del Centro per le Attività per le Professioni delle Arti e dello Spettacolo (Capas), il professor Luigi Allegri, affinché le esperienze artistiche abbiano lo stesso valore dei meriti sportivi.
COSA DICE LA DELIBERA – A partire dal prossimo anno accademico qualsiasi esperienza culturale o artistica degli studenti in orario extracurricolare potrà essere valutata in crediti formativi come attività a libera scelta dello studente. I crediti verranno quantificati in base al numero di ore di lavoro, da un minimo di 25 , che equivalgono a 1 cfu, a 150 ore e oltre, equivalenti a 6 cfu.Verranno valutate solo le attività svolte durante il periodo di iscrizione universitaria e non quelle svolte prima.
Gli ambiti considerati spaziano dal teatro al cinema, alla fotografia, fino alla collaborazione con televisioni, radio e giornali, non solo a Parma ma anche nel resto d’Italia e nel mondo. L’iter burocratico è piuttosto semplice: ogni corso di laurea dovrà decidere quanti cfu riconoscere per le attività svolte (per esempio, i corsi del Dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società ne assegnano il massimo), dopodiché lo studente dovrà presentare la sua domanda entro i termini della presentazione dei piani di studio on-line al Capas. Questo valuterà le richieste pervenute occupandosi della relativa certificazione e ne comunicherà l’esito agli studenti, che potranno così compilare il piano di studi.
UN’UNIVERSITÀ CHE VALORIZZA LA CULTURA – “Il dato più importante è che l’Università ha deciso di valorizzare tutte quelle esperienze maturate in ambito artistico e che questo valore va riconosciuto in termini curricolari” dice proprio il professor Luigi Allegri. Tutto nasce dall’idea che l’università non debba essere solo il luogo dello studio matto e disperatissimo, ma anche e soprattutto un luogo di crescita…anche creativa.
“Io penso che indipendentemente dal lavoro che si andrà a fare, che sia l’impiegato o l’ingegnere – continua Allegri – attività di questo genere devono essere un bagaglio culturale importante perché allenano la creatività, indispensabile per qualunque professionista”.
Il prossimo passo sarà quello di estendere anche ad attività svolte in ambito sociale (volontariato) la possibilità di ottenere crediti formativi.
LA PAROLA AGLI STUDENTI – Ovviamente favorevoli gli studenti di ambiti umanistici, cosa ne pensa chi invece si dedica alle materie scientifiche? Kelly, 21 anni, iscritta al corso di Chimica e Tecnologia Farmaceutica è favorevole: “Se si valutano le attività sportive perché non quelle culturali? Io per tutti gli anni delle superiori ho fatto teatro e il mio liceo lo fa valere come crediti. Mi sembra una bella idea anche quella di far valere attività fatte anche nella città d’origine, perché altrimenti i pendolari sarebbero penalizzati. Se funziona, io mi iscrivo subito a un corso di teatro. Mi sembra giusto anche far valere anche le attività sociali perché tutte le cose che io faccio d’estate con l’oratorio sono tempo che non passo a studiare e poi ci sono molti studenti che scelgono come attività a scelta gli esami più facili perché lo vedono come un obbligo inutile, e invece così potrebbero essere spinti ad avvicinarsi ad altre cose e ad altri interessi”.
Concorda anche Laura, 24 anni, laureanda di Chimica, che però aggiunge: “Mi pare forse che valga di più per le facoltà umanistiche, ma in realtà già adesso anche noi di chimica abbiamo la possibilità di scegliere qualsiasi esame per ottenere i crediti liberi; anche di storia dell’arte, per esempio”.
di Debora Vella e Silvia Granziero
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