Movida in strada dei Mercati, l’assessore Casa: “Soluzione interessante”
"COSÌ PREMIAMO I LOCALI VIRTUOSI. IN VIA D'AZEGLIO SERVE PIÙ DIALOGO"
Consapevolezza delle regole, rispetto per gli altri e sostegno alle iniziative dei locali. Oltre ad un nuovo scenario per la prossima estate. Movida e via d’Azeglio: anche con la bella stagione abbondantemente alle spalle, il tema rimane tra i più importanti per l’assessore alla Sicurezza, Turismo e Commercio del Comune di Parma, il quale, in un contesto di continuo disagio, esprime il suo parere sull’introduzione del nuovo regolamento e sulle reazioni di residenti, commercianti, studenti. A tu per tu con Cristiano Casa.
Quali sono stati i motivi che hanno portato all’applicazione del nuovo regolamento?
“Riteniamo che ci debba essere un equilibrio tra residenti, commercio, pubblici esercizi e chi vive la città in termini di divertimento. L’idea è quella di una città in cui ci siano occasioni di svago per tutte le fasce d’età, da vivere e condividere nel rispetto degli altri. A Parma ci si diverte in centro, che rimane comunque una zona residenziale, quindi è importante mantenere questa forma di equilibrio, che a mio parere, è stata raggiunta in via Farini. Le lamentele continuano ad esserci, ma sono ragionevoli e il fatto che sia pedonalizzata gioca a suo favore. Il vero problema riguarda la viabilità e la sicurezza in via d’Azeglio, dove spesso l’equilibro viene meno per colpa di alcuni avventori e, in alcuni casi, anche dei pubblici esercizi. Le conseguenze ricadono sui residenti che settimanalmente mi inviano lettere di protesta per la situazione di degrado riscontrata il sabato o il venerdì mattina. Da qui nasce l’esigenza di regolamentare per cercare di ripristinare l’ordine e soprattutto mantenerlo”.
Quindi in via d’Azeglio queste nuove regole fanno più fatica ad entrare in funzione?
“Via d’Azeglio è un caso molto particolare, a differenza del resto della città, dove tutto funziona benissimo. Sono state installate anche delle telecamere che permettono di monitorare la situazione e, in caso sia necessario, di prendere dei provvedimenti. Secondo me, la presa d’atto di queste regole c’è stata. Anche noi vorremmo che i ristoranti e i bar portassero in strada sedie e tavolini, ma via D’Azeglio, oggettivamente, non è ancora in una situazione di equilibrio tale da permetterlo. Questo potrebbe essere argomento di confronto tra l’amministrazione e gli avventori”.
Stanno diminuendo le polemiche?
“Le polemiche ci saranno sempre. Via d’Azeglio presenta tuttora una serie di problemi che non possono essere risolti dall’oggi al domani. Ci vorrà del tempo e si arriverà ad una soluzione, se le varie parti interessate capiranno che serve principalmente rispetto per gli altri”.
Per migliorare la viabilità, non si potrebbe rendere anche via D’Azeglio zona pedonale?
“Da un punto di vista idealistico sono d’accordo. Il problema è che bisognerebbe chiudere anche la via Emilia e questo impedirebbe ad autobus e persone di raggiungere il centro. In ogni caso, effettuare delle chiusure periodiche, su date stabilite, risulta ragionevole; prima però – e lo dico soprattutto per i residenti – è necessario che i locali acquisiscano più consapevolezza. Si sta già lavorando su un’iniziativa del genere, e con l’inizio del prossimo anno ci si potrebbe arrivare. Una chiusura fissa no”.
Polizia e carabinieri a piedi: è un servizio che funziona?
“Si tratta di un servizio effettuato sistematicamente una o due volte alla settimana, ma parte tutto dal comitato di sicurezza della Prefettura. È capitato che siano state fatte diverse diffide a persone che schiamazzavano, non rispettando il regolamento, e anche delle sanzioni. Funziona, è una buona soluzione: da una parte ci sono i presidi che fanno rispettare le regole, dall’altra c’è l’aspetto educativo. Personalmente, sono comunque contrario a militarizzare la via”.
Tra le regole introdotte, quali hanno riscontrato maggior resistenza?
“Come in tutte le situazioni c’è chi ha apprezzato e chi no ma. A mio parere, le polemiche sono molto legate a ciò che viene diffuso dagli organi di stampa. Abbiamo il compito di preservare i nostri monumenti, quindi quest’anno abbiamo deciso di istituire ed introdurre il concetto di diffida: esiste un regolamento, se non lo rispetti ti sanziono. A quanto pare funziona, il che rende necessaria la presenza delle forze dell’ordine ed evidente il fatto che non si possa presidiare tutto contemporaneamente”.
È a conoscenza del parere che hanno gli studenti su questo nuovo regolamento e sulla movida in generale?
“Di tutti chiaramente no, però posso garantire che il regolamento approvato quest’anno è stata la definizione di un altro regolamento sperimentale introdotto lo scorso anno, frutto di un confronto tra Comune, pubblici esercizi e ragazzi, i quali hanno esposto le loro esigenze e le motivazioni dei loro disagi. Per questo credo che il dialogo sia importante: bisogna ascoltare e prendere delle decisioni. La risposta deve anche trasmettere un messaggio educativo soprattutto a quei ragazzi che, da un aperitivo in via Farini, arrivano in via d’Azeglio a fine serata con una quantità importante di alcool in corpo. Le lamentele ci saranno sempre, ma si possono raggiungere buoni risultati. Ad esempio, la coordinazione tra il presidio di volontari sotto i portici dell’Ospedale Vecchio con l’Ausl, la Croce Rossa e l’Associazione Alcolisti Anonimi sta notevolmente contribuendo, in modo costruttivo ed educativo, anche sulla prevenzione dei danni derivati dall’abuso di alcool o droga, oltre che sul rendere la città più accogliente e più vivibile”.
Potrebbe essere una buona soluzione quella di valorizzare spazi aperti come piazza Ghiaia? Ci sono già idee in proposito?
“Secondo me si: in piazzale della Pace, ad esempio, abbiamo dato il via ad una serie di eventi, oltre a quelli organizzati al Garden Food e in piazzale Salvo D’Acquisto, dove ha riscosso molto successo il festival Borgo Sound che ha permesso di divertirsi occupando zone che, altrimenti, sarebbero state lasciate al degrado. In questi giorni, inoltre, ci sarà il Barezzi Live che si svolgerà in strada, quindi gli spazi verranno messi a disposizione e sfruttati. Per piazza Ghiaia è un altro discorso, perché non è gestita dal Comune, bensì da Progetto Ghiaia, ma si potrebbe trovare un accordo”.
Nel 2012 si è parlato di ‘movida itinerante’: è un progetto ancora valido?
“Nel 2012 l’idea era quella di premiare i locali virtuosi: se ti comporti bene, ti concedo la possibilità di somministrare i tuoi prodotti lì dove si sta svolgendo un evento. Il tutto è andato in fumo perché i locali interessati, dopo aver effettuato un test di prova, non sono rimasti soddisfatti dei loro incassi. Sarebbe interessante, nel periodo estivo, spostare la movida da via d’Azeglio alla zona dei mercati, dove posizionare chioschi gestiti dai ristoratori ed organizzare concerti, mettendo a disposizione le navette per muoversi”.
Il problema della movida si ripropone puntualmente con l’arrivo della bella stagione. Si sta già pensando ad eventuali soluzioni?
“Sicuramente bisogna parlarne. Al momento siamo più concentrati sul Natale e sull’Expo, ma a me piace confrontarmi, quindi aspetto proposte da parte dei pubblici esercizi e dei locali. Tra l’altro, le proposte devono essere spontanee, perché già la movida, di per sé, è un fenomeno spontaneo. I ragazzi devono essere invogliati e non obbligati a spostarsi. E dovrebbero essere i pubblici esercizi a ragionare su quale sia la strada più giusta da intraprendere, tenendo conto che noi saremmo disponibili a trovare un accordo. Lo dico perché spesso veniamo etichettati come quelli che vogliono ‘ammazzare il divertimento’, ma non è assolutamente così: se, da una parte, staremo sempre attenti ai comportamenti di tutti, punendo gli episodi di maleducazione, dall’altra ci dimostreremo sostenitori di eventi e idee che ravvivino e creino sia momenti di divertimento per i residenti, sia motivi di business per i commercianti, sempre ovviamente nel rispetto di quell’equilibrio di cui abbiamo finora parlato”.
di Sara Battaglia, Chiara Corradi, Silvia Feliziani, Marica Musumarra
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