Tra giochi di ruolo dal vivo e cosplay: l’orgoglio nerd di Parma

LUOGHI E PERSONAGGI CHE HANNO FATTO DI UNA PASSIONE UNO STILE DI VITA

“Un nerd è colui che ha una passione ed è disposto ad essere emarginato pur di seguirla” (cit. Orgoglio Nerd)Tony e consorte.ar

Ve lo ricordate il tipico nerd anni ’80 con gli occhialoni rotti e i brufoli? Scordatevelo, non esiste più! Chi sono allora i nuovi nerd? Il fenomeno è piuttosto variegato e una delle sue declinazioni è la passione per i Games Academy e per la mitologia fantasy. A Parma c’è Tony, titolare dello store Urban Legend, che è un vero esperto in materia.

Alla domanda su cosa c’entra essere nerd con il gioco e con la mitologia fantasy, Tony risponde che in realtà la parola nerd “ha diverse accezioni. Di solito si definisce così un giovane che si isola e che è particolarmente appassionato di fumetti, di letteratura fantasy, di elettronica, di pc. Negli Usa nerd ha un’accezione spregiativa mentre in Italia, essere nerd fa tendenza, è diventata una moda. Una delle passioni dei nerd è appunto il gioco; poi ci sono i fumetti fantasy”.
Chi sono i nerd parmigiani che bazzicano il negozio di Tony? “Dal bambino di sei anni al pensionato di sessanta. Sono curiosi, neofiti, studenti, uomini maturi, appassionati di giochi da tavolo. Abbiamo amanti della letteratura fantasy, soprattutto fumetti”. E aggiunge: “Per questo abbiamo adibito nel retro una sala lettura. Qui le persone possono sedersi comodamente e leggere. Ma non solo: si organizzano tornei di giochi (di ruolo, da tavolo, di miniature o di carte). Noi siamo i nuovo oratori, qui la gente s’incontra e socializza. Al web preferisco la relazione diretta”.

Lorenzo Sadun.arLorenzo Sadun, in arte ‘Dorian Bones’, è il proprietario del Titty Twister, rock club ispirato all’omonimo locale del film ‘Dal Tramonto all’Alba’ e futuro covo di giocatori nerd. La sua storia è un po’ quella di tutto il movimento parmigiano. Tra il 1995 e il 1996 conosce il mondo dei giochi di ruolo frequentando uno dei primissimi negozi specializzati, lo stesso da cui nacque poi l’azienda che tradusse i manuali del famosissimo Dungeons&Dragons e le carte Magic (due esempi a caso).
Alla chiusura di questo, frequenta prima l’Urban Legend e poi il circolo Argonne, due luoghi storici nell’ambiente che hanno fatto sentire tutti parte di una grande famiglia di appassionati, senza distinzioni di provenienza sociale.
Da qualche anno la 
recessione economica, l’avvento dei videogiochi di ruolo online e anche l’apertura di nuovi negozi specializzati in concorrenza tra loro hanno in parte disgregato la grande famiglia, ‘costringendo’ la gente a organizzarsi in gruppi per giocare in casa.

intempesta2SE IL GIOCO DIVENTA REALE – Ma il mondo nerd non è fatto solo da incontri ‘casalinghi’. C’è un’altra realtà ai più ignota: i giochi di ruolo dal vivo ossia l’interpretazione di uno o più personaggi che agiscono in uno spazio immaginario in cui avvengono eventi fittizi, in una cornice narrativa che può essere fantastica, storica o entrambe. Un evento può occupare mezza giornata, un giorno intero o addirittura più giorni.  In Italia sempre più ragazzi e ragazze si stanno avvicinando a questo universo che per alcuni pare a sé stante, ma per altri è più vicino a noi di quanto pensiamo. Anche se l’Italia, rispetto ad altri Paesi europei, sembra ancora indietro, le prospettive per il futuro sembrano rosee.

Ad occuparsene c’è Massimiliano Montuschi, presidente dell’associazione Il Borgo e la Ruota la quale è attiva nel territorio di Fidenza e Salsomaggiore dal 1998 inizialmente come appoggio logistico per organizzare tornei da tavolo ma che adesso si dedica ai giochi di ruolo dal vivo. Boru (Il Borgo e la Ruota) infatti da cinque anni segue una storyline continuativa ambientata nel ducato di Parma di Maria Luigia, partita dal 1818 e giunta oggi al 1823. “C’è un regolamento che determina come si può interagire tra i personaggi. Se non è possibile simulare qualcosa, ci sono delle norme”.
Durante un live i giocatori si incontrano, interpretano un personaggio secondo le regole e interagiscono tra loro senza un copione, dando spazio solo all’immaginazione. Nel corso del gioco il Master, una sorta di arbitro, si incarica di controllare il rispetto delle regole e l’interpretazione dei personaggi che aiutano a indirizzare la storia nella strada giusta. Gran parte delle associazioni seguono perlopiù storie continuative che proseguono parallelamente alla realtà; essenziale è quindi il ‘Forum delle associazioni’, nel quale i giocatori scrivono le vicende intraprese dai loro personaggi fuori dai live, vagliate poi dai Master per stare al passo con esse e soprattutto verificare la correttezza di tali scelte.

Un’altra associazione locale di grande rilievo è Seconda Fondazione, la prima ad aver portato il gioco di ruolo dal vivo in Italia, presiduta da Matteo Masetti: “Quando mi si chiede in che cosa consista un evento live io rispondo: sono tre parti; una di teatro, una di rievocazione e una d’improvvisazione. Mediamente per organizzare un evento servono  da cinque giorni a tre mesi”.
Ovviamente i pregiudizi sono ancora tanti al riguardo, tanto da sfociare anche in accuse: “Negli anni 2000 siamo stati tacciati come satanisti, non so per quale motivo. Anche perchè se qualcuno fosse tanto intelligente da almeno venire a vedere noterebbe che non c’è nulla di sbagliato nelle nostre attività, tutto il contrario. Adesso noto che questo pregiudizio sta diminuendo”.

 IO SONO CIO’ CHE Lcosplay luccaEGGO E VEDO – Le ‘stranezze’ non finiscono: anche la realtà del cosplay può essere parte integrante nella vita di un nerd. 

“Faccio cosplay soprattutto perché mi piace immedesimarmi nei personaggi che amo e in cui mi riconosco, posso diventare chiunque io voglia” racconta Lucrezia, una giovane ventenne della provincia di Parma, travestita da Cappellaio Matto, che ha partecipato al Lucca Comics. Nonostante quello che si possa pensare, per cominciare a fare il cosplayer basta solo un po’ di curiosità. “Ho visto le foto di tutte queste persone a Lucca e mi sono detta che potevo provarci anche io. Così ho partecipato ad una fiera, mi sono divertita e da allora non ho più smesso”. La cosa che colpisce maggiormente la gente è la cura quasi maniacale per il costume, non semplice da realizzare. Il suo Lucrezia l’ha fatto da sola, sfruttando le sue doti sartoriali, affinate grazie a un corso di sartoria e modellistica. “Le stoffe solitamente le compro nei negozi di tessuti, raramente su Internet, preferisco toccare con mano ciò che dovrò cucire. Una volta realizzato l’abito, il posto migliore per sfoggiarlo è un evento dedicato al mondo dei fumetti, di cui il Lucca Comics è tra i più importanti a livello mondiale”.

Le stesse persone vicine a Lucrezia, però, non concepiscono l’idea di travestirsi e interpretare un personaggio dei fumetti: “I miei amici, soprattutto i miei compagni di classe, non capiscono cosa io ci trovi di così appassionante, e quando me lo chiedono cerco di paragonare il cosplay a uno dei loro passatempi, come lo sport”. A Parma non vi sono eventi rilevanti riguardanti il cosplay, a parte la sfilata organizzata all’interno del Nipponsai, festival dedicato alla cultura giapponese patrocinata dal Consolato Generale nipponico, giunto quest’anno alla sua settima edizione. 

fumpiccolaL’INIZIO DI TUTTO: IL FUMETTO – Non saremmo arrivati a parlare di cosplay se non ci fossero stati i fumetti, culla di buona parte dei personaggi interpretati .
Girando per Borgo Regale ci si imbatte in una vetrina eccentrica, quella del Letto e riletto, nome storico per il fumetto a Parma, un posto ideale per tutti gli amanti della nona arte. Ma perché aprire proprio un negozio di fumetti? I due proprietari, Roberto Riccardi e Giulia Gotelli, grandi collezionisti, da quindici anni hanno scelto di vivere della propria passione. Anche il giovane commesso 25enne del negozio, Alessandro Granetti, è appassionato di fumetti . Il suo sogno è diventare un grande fumettista e nel tempo libero si diletta a disegnare vignette, esponendole anche in vetrina.  Oltre alla vendita di fumetti il negozio compra i vecchi albi sia dai clienti sia dai collezionisti, vende accessori per conservarli nel tempo e si occupa anche di restaurarli nel caso fossero in cattive condizioni. “Vendere fumetti per un collezionista – ammette Roberto – è positivo poiché si trovano pezzi mai visti prima, dall’altro lato però piange un po’ il cuore dover cedere alcuni albi preziosi.” Il valore di un fumetto? Può oscillare da cinquanta centesimi a diecimila euro.
Piccola curiosità: l’autore parmigiano Leo Ortolani, padre dell’ormai celeberrimo Rat-Man, fa spesso visita al negozio per  sessioni di autografi con i fan.

di Michele Panariello, Guendalina Truden, Fiorella Guerra, Marco Rossi, Giulia Campisi 

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