Mai dire Gene: “Tra Parma e Fidenza c’è tutta la mia vita. La tv di oggi? Meno qualità e più spazio ai giovani”

L'UNIVERSITÀ, GLI ESORDI NEL PICCOLO SCHERMO E LA PASSIONE PER IL CALCIO: GNOCCHI SI RACCONTA

Gene Gnocchi All’ufficio anagrafe di Fidenza, scartabellando i faldoni dei nati nel 1955, è possibile imbattersi in tale Eugenio Ghiozzi che ai più, probabilmente, risulterà il nome di un perfetto sconosciuto. Quello d’arte, invece, è senza dubbio ben più noto: Gene Gnocchi. Il poliedrico artista parmense è celebre in particolare per le sue apparizioni in televisione spesso legate al mondo del calcio, ma in carriera ha indossato anche i panni di cantante, scrittore, attore di cinema e di teatro, di calciatore e perfino come protagonista di un videogioco. Si parla di quella piccola perla del demenziale che è Gnok Invaders, con un agguerrito Gene Gnocchi che respinge l’invasione dallo spazio di alieni molto simili ai protagonisti del pallone nostrano.

Iniziamo dagli studi. Quali sono i ricordi della sua esperienza da studente di Giurisprudenza all’Università di Parma? 

“Ho avuto esperienze un po’ contrastanti. Ho dei ricordi molto belli perché ho conosciuto Gianfranco Morsini, il mio professore di Filosofia del diritto, con cui ho fatto la tesi: è stata una persona che ha segnato fortemente la mia vita, veramente un maestro. Dall’altro lato, però, ricordo che facevo molta fatica a studiare, perché allo stesso tempo giocavo a calcio quasi a livello professionistico e questo mi occupava gran parte del tempo”.

Oltre a quella da calciatore ha tentato la carriera d’avvocato ed era voce del gruppo ‘I Desmodromici’, ma perché alla fine ha scelto di fare il cabarettista e il personaggio televisivo?

“Beh è stata una scelta quasi obbligata. Io facevo il cantante in un gruppo demenziale e lì mi sono accorto che facevano più ridere le spiegazioni prima delle canzoni che le canzoni stesse. Allora ho provato a montare uno spettacolino di cabaret, che andò molto bene. Praticamente non ho fatto nemmeno la gavetta, sono partito subito con un programma televisivo, Emilio, su Italia1, e da lì è partito tutto”.

I suoi primi anni nel mondo del cabaret e della televisione come sono stati? 

“Bellissimi, ho avuto dei compagni di lavoro bravissimi, tra i migliori del periodo. Ho lavorato ad Emilio con Teo Teocoli, Giorgio Faletti, Zuzzurro e Gaspare, Athina Cenci, Silvio Orlando, Carlo Pistarino. E negli stessi anni, ma in altre trasmissioni, anche con Gerry Scotti.  Ho anche partecipato a Gioco dei 9, a Scherzi a parte, a Mai dire gol: erano gli albori della televisione commerciale, un periodo di grande fermento. Molto bello”.

Com’è cambiato il modo di lavorare in televisione dagli inizi degli anni ’90 rispetto ad oggi?

“La crisi ha cambiato tutto. Oggi non ci sono più soldi, si lavora con budget risicatissimi. La qualità e il livello si sono abbassati, si trovano sempre più difficoltà a far cose originali perché nessuno si arrischia più a sperimentare, le grandi reti preferiscono usare format stranieri già collaudati. Non essendoci soldi tutto diventa in minore”.

Cosa consiglierebbe ad un giovane che voglia seguire le sue orme in televisione oggi? Gene Gnocchi Teo Teocoli

“Direi di farlo perché oggi ci sono più occasioni. Essendoci meno soldi c’è più richiesta di giovani: costano meno, quindi è più facile avere un ingaggio, anche considerando che ci sono più canali di una volta, tra il satellitare e il digitale terrestre. Ovviamente rimane fondamentale avere una cifra comica importante, originale e non fermarsi al solo tormentone. L’importante è sentire questo lavoro come parte di sé stessi, costitutivo della propria persona”.

Quali sono i suoi progetti attuali, a cosa sta lavorando adesso?

“Adesso ho appena pubblicato un libro (Cosa fare a Faenza quando sei morto, Bompiani, 2015 ndr): per me è molto importante, ora mi sto occupando di pubblicizzarlo. Poi ho fatto le puntate zero di due nuovi programmi, uno legato al rock, l’altro ai consumi culturali. Sono impegnato a cercare di piazzare queste due zero, che secondo me sono interessanti, e trovare qualche canale che le trasmetta”.

Quali sono i suoi ricordi legati all’esperienza come giocatore del Parma?

Gnoccao“È stata un’esperienza fantastica perché avevo la possibilità di esordire in Serie A, anche se purtroppo poi la cosa non si è concretizzata. Però ho avuto l’opportunità di allenarmi con grandi campioni, quindi è stato lo stesso un grande divertimento. Sicuramente non lo dimenticherò mai“.

Il calciatore del Parma di quegli anni con cui ha legato di più?

“Mah, sono amico di tutti diciamo, non c’era un giocatore in particolare. Ho avuto la fortuna di giocare nell’anno in cui Pepito Rossi ha salvato il Parma praticamente da solo. Quindi direi proprio Pepito”.

Come ha vissuto gli ultimi anni da tifoso? 

“Malamente. Uno che ha visto una delle squadre più forti d’Europa sprofondare così in basso non può che averla vissuta malamente. Si sospettava, si sussurrava qualcosa, ma non immaginavo sarebbe successo in tal modo”.

Come vede la nuova dirigenza del Parma?

“La vedo bene. È seria, soprattutto è capiente, ha possibilità economiche, anche se poi sono sempre i risultati a fare la differenza. Per ora comunque hanno iniziato con il piede giusto, hanno voglia di fare, soprattutto in modo corretto e trasparente. E questa è una cosa di fondamentale importanza.”

Il suo legame con la città di Parma?

“Ho qui un sacco di amici, tutti tra Fidenza e Parma. Qui c’è la mia vita“.

A quando le nozze con la giornalista Maria Grazia Lombardi, baciata in diretta durante il Tg Puglia?

“Adesso ho parlato con i suoi e stiamo vedendo alcuni appartamenti. Penso saranno ad inizio anno prossimo”.

di Andrea Prandini e Roberto Maffia

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