Judo, Gwend trionfa in Uzbekistan e Rio si avvicina
PARTITA DA COLLECCHIO L'ATLETA DELLE FIAMME GIALLE PUNTA ALLE QUALIFICAZIONI PER LE OLIMPIADI
Uzbekistan, 2 ottobre, il sogno italiano si avvera. O almeno quello di Edwige Gwend, campionessa di judo che conquista l’oro al Grand Prix di Tashkent. Un importante traguardo per l’atleta parmigiana, ora sempre più vicina alle Olimpiadi di Rio 2016. La classifica per le qualificazioni, che si chiuderà il prossimo 31 maggio, la vede infatti in una buona posizione nel ranking mondiale (17esima nella sua categoria) ma solo le prime 14 in Italia potranno partecipare alla competizione di Rio. Sogno per ora realizzabile data la sua stabile nona posizione tra le italiane.
UN SOGNO PARTITO DA COLLECCHIO – Edwige Gwend inizia la sua carriera di judoka a soli 6 anni nella filiale della palestra Kyu Shin Do Kai di Collecchio e si sposta poi nella più grande sede di Parma. Oggi è un’atleta delle Fiamme Gialle e porta alto l’onore italiano nel judo. L’impegno è costante, la tecnica la fa da padrona. Nella gara con l’austriaca Drexler, infatti, quella che le ha portato la medaglia, Edwige non si è lasciata intimorire e ha superato tramite sanzioni l’avversaria che si è vista soffiare la vittoria. Vittoria che ha confermato la nona posizione dell’azzurra nel ranking nazionale, con un guadagno di 300 punti nella categoria 63 kg, di cui ormai fa parte da diversi anni.
“Spero di salire ancora nella classifica”, dice soddisfatta Edwige che, dopo diversi allenamenti ed un ritiro ad Ostia con la Nazionale la settimana scorsa, si prepara per il Grande Slam di Parigi, importante competizione internazionale che quest’anno si svolgerà il 17 e 18 ottobre, ritardata rispetto al solito a causa dei lavori di ristrutturazione del Palais Omnisport di Bercy.
Fiduciosa per questi ultimi ori (Tashkent 2015 e Tbilisi 2014), l’atleta ricorda con piacere quando a soli 16 anni trionfò ad Ostia per il Campionato nazionale Cadetti. Qui ottenne la prima posizione sbaragliando cinque delle sue avversarie per ippon e vincendo al golden score, superato il tempo limite, la finale. “È stata dura, ma quella gara, nel 2006, fu il mio primo grande traguardo.” Il titolo le valse il comando del Grand Prix Cadetti e la cintura nera. La categoria 63 kg è rimasta costante per la parmigiana di nascita camerunense, mentre si sono intensificati gli allenamenti. “Due al giorno, tranne la domenica” racconta, poi ridendo aggiunge: ” la domenica è sacra.”
L’APPRODO NELLE FIAMME GIALLE E LA SFIDA VERSO RIO – Allenata da Felice Mariani, primo italiano a conquistare una medaglia olimpica nel judo nel 1976, Edwige diventa parte del corpo delle Fiamme Gialle nel 2009, con il grado di Allievo Finanziere, partecipando a diverse competizioni internazionali. Proprio qui entrano in gioco nuove amicizie. Nuovi “colleghi” con cui competere ed allenare le proprie tecniche: dall’o soto gari al suo speciale, l’ouchi gari, entrambe “falciate”, esterna ed interna, alla lotta a terra, “molto impegnativa, ma anche molto bella”, come spiega l’atleta.
Ma non sempre tutto è facile. “Alcuni compagni si perdono lungo il percorso, per l’intensità degli allenamenti e la difficoltà sempre in aumento delle competizioni.” Da un semplice sport, praticato per passione nel tempo libero, il judo in competizione supera di gran lunga l’impegno di una professione lavorativa, occupando gran parte della vita dell’atleta attraverso allenamenti, ritiri e gare.
Edwige comunque non desiste e si sente già pronta sia per lo Slam di Parigi che per quello di Abu Dhabi, il 30 ottobre, nominando addirittura un secondo tour asiatico previsto per novembre/dicembre.
La nona posizione è già un buon risultato, ma l’azzurra si spinge oltre, orgogliosa ma non ancora soddisfatta, forse sperando già di salutare dal podio l’anno prossimo, a Rio.
Di Vittorio Signifredi
Scrivi un commento