“Lo sport è vita”: la storia di Norberto De Angelis

PASSIONE E CORAGGIO DI UN VERO CAMPIONE

Norberto ad Helsinki 1987L’incontro con Norberto De Angelis ha la potenza dirompente delle grandi cose, quelle che ti lasciano sensazioni positive anche a distanza di giorni. Come potrebbe essere diversamente quando incroci lo sguardo rassicurante, il sorriso sincero di un uomo che è riuscito a imporre il proprio io di atleta persino sopra quei rivolgimenti negativi che la vita è capace di riservare.

 

IL VIAGGIO IN AFRICA – Chi spende tutta la propria adolescenza inseguendo un obiettivo sa bene come declinare le parole sacrificio e rinuncia. A 23 anni Norberto vince il suo primo campionato europeo di football americano, la sua carriera è solo agli inizi ed i successi futuri sembrano certezze più che semplici speranze. Il 1992 è l’anno dell’Africa. “Ho sempre intrapreso esperienze alternative mai turistiche , – racconta – è stata una scelta di vita fatta per trovare delle risposte”. Da quel viaggio il campione tornerà cambiato, nell’animo e, purtroppo, nel fisico. Dopo due mesi di coma il bollettino medico recita: paraplegia, paralisi dalla vita in giù.

A mutare profondamente sono i pilastri sui quali ognuno, in maniera diversa, poggia la propria esistenza. “Quando sei giovane e fai parte di una squadra gareggi solo e soltanto per vincere, adesso invece la mia competizione è finalizzata allo star bene fisicamente, al rilassare la mente, senza più tabelle e ansia da risultato”.

Grazie ad una caparbietà da fare invidia, Norberto inizia gli anni più difficili durante i quali però non si limita a convivere con l’handicap che l’ha colpito, bensì lo sfida a viso aperto senza paura, ma “con quella sana incoscienza”, come la definisce lui, “che è indispensabile in tutti i nuovi inizi“.

 

UNA SECONDA VITA, TRA SUCCESSI E RICONOSCIMENTI IMPORTANTI – Tante le attività intraprese, tra le quali quella strepitosa del 2009: Norberto il primo uomo al mondo a percorrere in handbike tutta la Historic Route 66, da Chicago a Santa Monica in 80 giorni, 3798 km, in 245 ore. Otto stati, tre fusi orari.

A seguire, il 23 giugno 2012, diventa campione italiano di pesistica paralimpica, distensione su panca, nella categoria 85kg ai Campionati Italiani di Città di Castello, mentre a fine settembre arriva la convocazione in nazionale al centro Coni dell’Acqua Acetosa di Roma. Norberto torna così a vestire la maglietta azzurra. Diversa disciplina sportiva, stessa passione di quel ragazzino che 25 anni prima vinceva la sua prima competizione a livello europeo.

Tanti i riconoscimenti conferiti a chi, come lui, incarna ideali di rinascita e combattività: rappresentante nelle scuole per il Cip, Comitato italiano paralimpico, delegato per la sezione di Parma e Provincia dell’associazione benemerita riconosciuta dal Coni Anaoai, Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, fa parte dell’Hall of Fame dei Seamen Milano, squadra di football americano della quale aveva vestito la maglia. Nell’agosto 2013 l’assessore allo Sport del Comune di Parma, Giovanni Marani, lo nomina come ambasciatore di Parma nel mondo.

 

Norberto De Angelis #99IL RITORNO NELLE TERRE DEI MASAI – Norberto decide così di tornare in quell’Africa che gli aveva apparentemente tolto tutto per poi restituirgli tanto, sotto altre vesti. Ripercorre i luoghi del suo incidente, le terre dei Masai, questa volta in handbike. Ed è tutto più difficile. “Anche se dicono che da seduto puoi fare quello che vuoi, non è vero. Nelle mie condizioni sei costretto ad affrontare la vita in maniera diversa. Non ti piace, ma lo fai”.

La scelta di tornare è dettata dalla forte volontà del campione di sensibilizzare le autorità del posto all’integrazione dei disabili, osteggiati e spesso vittime di brutali violenze. “Un bianco, in quelle terre, viene accolto come una divinità portatrice di conoscenza”. Norberto infatti ritiene che la consapevolezza unita al sapere possano essere strumenti per affrontare problematiche  di questo tipo, livellando le differenze e creando un generale senso di normalità. Il rientro in Italia, dopo pochi mesi, è motivato dalle difficoltà che una persona in carrozzina  deve fronteggiare quotidianamente in quei luoghi.

 

UNA STORIA DI CORAGGIO – L’ultimo riconoscimento, il più recente, è quello del 13 gennaio 2014, in occasione del Premio Sant’Ilario 2014: il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e le autorità governative, gli conferiscono la Civica Benemerenza della Città di Parma.

Nelle parole del campione non mancano le critiche, che rivolge alla maniera con la quale ci si approccia allo sport in Italia: “Se facciamo un confronto con l’America, la mobilità viene insegnata sin dalla tenera età, anche più attività contemporaneamente, nessuno ti chiede di barattarla con l’istruzione”. Norberto racconta di non aver mai sacrificato le ore di studio, pur allenandosi intensamente, conseguendo regolarmente il diploma. Il suo proposito è quello di smuovere gli animi di tutti quei ragazzi che non sono stati educati a prendersi cura del proprio corpo, cresciuti con il calcio come unico Dio e con il mito della visibilità e del profitto.

“Lo sport nel dopo incidente è stata luce in fondo al tunnel,  la stessa che ti permette di reintegrarti più rapidamente nella società, aiutando il tuo fisico a non sformarsi del tutto nonostante la grave infermità”. Sono parole dirette che scavano a fondo e sintetizzano l’essenza stessa di una storia che parla tanto di dolore quanto di coraggio.

 

di Greta Bisello, Giorgia Camoni, Francesca Ponchielli

2 Commenti su “Lo sport è vita”: la storia di Norberto De Angelis

  1. Semplicemente Splendido Unico e Speciale …… Grande Uomo …..

  2. ORGOGLIOSO DI TE CUGINO !!!

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