Alla Colletta raccolte 99 tonnellate di alimenti “E’ la bellezza di qualcosa di utile che arricchisce la vita”

NEI PUNTI VENDITA CON ORGANIZZATORI E VOLONTARI A LAVORO

IMG_6779Sfiorano le 100 tonnellate, esattamente 99.1i beni alimentari raccolti a Parma nella giornata della 19esima Colletta Alimentare, organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus. Attiva sul territorio nazionale dal 1989, la onlus segue le direttive tracciate dal fondatore nazionale, Don Giussani, promuovendo politiche a favore della lotta allo spreco alimentare e a sostegno della povertà ed esclusione sociale. Anche a livello provinciale il Banco Alimentare, attivo dalla metà degli anni Novanta, è una realtà ormai consolidata e sabato 28 novembre prova ne è stata la mobilitazione messa in campo in occasione dell’iniziativa di raccolta alimentare. I risultati della colletta mostrano un leggero calo rispetto allo scorso anno, quando nel nostro territorio erano state raggiunte le 100,8 tonnellate, questo perchè nella provincia di Parma meno punti vendita hanno aderito all’iniziativa. E’ invece aumentato il numero dei donatori, mentre è diminuita la donazione singola a livello di quantità. 

Come e perchè si diventa volontari?

IMG_20151128_125438408A rispondere sono gli stessi volontari mentre accolgono i clienti all’ingresso dei supermercati. Tra loro si trovano le persone più diverse: dall’anziano pensionato al giovane studente, passando per la giovane mamma ed arrivando a chi, per partecipare, si è preso due ore di permesso dal lavoro. Tutti con lo stesso obiettivo, quello di aiutare il prossimo e di dedicare parte del proprio tempo a un’azione di solidarietà. “Qui è un continuo via vai di persone – spiega Matteo, ventiduenne alla prima esperienza come volontario della Colletta Alimentare -. Non facciamo in tempo a riempire uno scatolone con le cose che ci portano che già ne abbiamo pronto un altro”. A trasportare carrelli pieni di pasta, olio, cibo in scatola, prodotti per l’infanzia e altri alimenti non deperibili ci sono anche gli alpini, con il loro inconfondibile cappello. “Sono in pensione – racconta uno di loro – e questo è il mio modo di rendermi utile per gli altri. Stamattina sarei potuto stare a casa tranquillo, ma ho scelto di venire qui con i miei amici per dare una mano”.

Prima esperienza o veterano della colletta?

“Prima ne avevo sentito parlare, ma non mi era mai capitato di cimentarmi in questa iniziativa”, continua Matteo, invitato a partecipare da un’amica da qualche anno volontaria per l’iniziativa. “Avevo già fatto esperienze di volontariato, sia nella mia parrocchia che in Croce Rossa, ma sono contento di aver provato anche la Colletta e sicuramente anche l’anno prossimo porterò il mio aiuto”. Dodici anni di esperienza, invece, per Luca, trentenne di Parma che si è preso qualche ora dal lavoro per venire a dare il suo apporto.

Con la crisi diminuisce la solidarietà dei parmigiani? Quale appello lanciare?

“L’anno scorso – risponde Luca –  in effetti, c’è stato un leggero calo nelle donazioni, rispetto allo standard a cui eravamo abituati ma oggi sembra che le persone stiamo donando tantissimo. Speriamo che i dati ne diano conferma”. All’uscita del punto vendita, un signore si ferma a parlare con i volontari intenti a distribuire borse e raccogliere pacchi e consegna a Luca un biglietto. “È la cosa più bella che mi è capitata oggi. Se dovessi lanciare un appello ai parmigiani – continua – mostrerei loro questo biglietto. Dice: a me basta la soddisfazione di aiutare il prossimo. Guardati attorno, c’è sempre qualcuno che ha bisogno è che non dice nulla, aiutalo”.

20151128_163800Come viene organizzata la colletta?

“Contiamo su circa 2000 volontari. Questo vuol dire assicurare un servizio a quasi 150 punti vendita e coinvolgere nel progetto una trentina di comuni del parmense”, spiega Stefano De Maldè, responsabile provinciale del Banco Alimentare. “Grande forza ci viene dalle Parrocchie – prosegue Alessandro, volontario dal 1997 e tra i responsabili della zona di Parma dal 2000 – addirittura c’è una parrocchia di Parma che copre i turni su cinque supermercati. Non mancano neanche gruppi di colleghi di lavoro: c’è un’azienda, ad esempio, che si organizza con un gruppo di lavoratori e copre i turni di un intero supermercato in modo autonomo”. Altri volontari arrivano dai gruppi Scout e dalle scuole “anche se quest’anno – spiega Alessandro – per limiti di tempo non siamo riusciti a portare il progetto a tutte le scuole di Parma, ma gli scorsi anni hanno partecipato molte delle scuole superiori locali”.

Chi sono i destinatari del ricavato?

“Gli alimenti che vengono raccolti – risponde De Maldè – sono ridistribuiti tra le varie realtà caritative del territorio. Ne hanno diritto  tutte quelle associazioni o enti caritativi che hanno come missione l’assistenza gratuita ai poveri. Sono circa una cinquantina, tra cui la Caritas a livello diocesano e quelle parrocchiali, il Centro di Aiuto alla Vita, la mensa della Caritas e quella francescana di Padre Lino in Oltretorrente e tante altre.”
Alessandro si sofferma sopratutto sul valore che hanno le due ore dedicate a fare il volontario alla Colletta Alimentare: “Non è solo quanto si raccoglie, che sicuramente è importante, ma il segnale educativo che diamo sia ai clienti dei supermercati che ai volontari; è la bellezza di far qualcosa di utile che arricchisce la nostra vita”.

 

di Chiara Corradi

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