Ospedale e Università fanno squadra: ecco il Centro comune di ricerca

INAUGURATI I NUOVI LABORATORI CHE ANDRANNO A FORMARE IL CENTRO COMUNE DI RICERCA

E’ un centro unico nel suo genere in Italia quello che prende vita all’Ospedale Maggiore di Parma, dove si mira ad innovazione e ricerca grazie ai nuovi laboratori CoreLab e genetica Medica, inaugurati martedì primo dicembre. Il Centro comune di ricerca è il risultato di un progetto partito nel 2013, realizzato congiuntamente dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria, dall’Università degli studi di Parma e dalla Fondazione Cariparma, che ha contribuito con una somma di circa 800.000 euro. Al taglio del nastro si sono riuniti tutti coloro che si sono impegnati in prima persona per portare a compimento il Centro. Oltre al rettore dell’Università Loris Borghi, sono intervenuti il direttore generale dell’Azienda ospedaliera-universitaria Massimo Fabi, la direttrice generale dell’Ausl Elena Saccenti e Paolo Andrei, presidente della Fondazione Cariparma.

IL CORELAB –  Centro nevralgico del progetto è il CoreLab, ovvero “il nucleo fondante della messa in rete dei 39 laboratori di ricerca che ci sono nell’Azienda ospedaliero-universitaria”, come spiega il direttore Fabi. Si tratta 7 nuovi laboratori che nello specifico si occuperanno di biologia cellulare, espressione genica e trascrittomica, sequenziamento genico, epigenetica e proteomica. A queste sezioni saranno affiancati vari reparti ospedalieri, come quello di cardiologia, oncologia, anestesia, rianimazione e malattie infettive. “Il CoreLab -precisa il direttore sanitario Antonio Balestrino- nel suo regolamento istitutivo prevede una stretta relazione tra attività di ricerca e attività assistenziale: le apparecchiature di cui dispone saranno utilizzate anche per attività di supporto. Gli strumencorelab5.1.1024x682ti ad alta tecnologia presenti nel CoreLab adempiono sia alla loro funzione primaria, che è quella della ricerca, ma anche alle esigenze di diagnosi e cura, soprattutto in campo deoncologico e della diagnostica genetica”. La strategia utilizzata per diagnosi e cura del paziente è quella della ‘medicina personalizzata’ che viene sviluppata a seconda del patrimonio genetico del singolo individuo.

GENETICA MEDICA – Le novità riguradano didattica e formazione, sulle quali puntano i 5 laboratori e i 2 studi medici dell’Unità Operativa di Genetica Medica, che avranno anche funzioni di tipo clinico-ambulatoriale e di assistenza. In particolar modo sarà possibile avere diagnosi accurate di malattie a base genetica che possono interessare sia bambini che adulti, ad esempio malformazioni e disabilità intellettive. Non solo: tutte le attività di supporto al paziente e ai suoi familiari rientrano nelle finalità dell’Unità Operativa, compresa la possibilità di relazionarsi con altri laboratori italiani ed europei. “Vengono messi in rete tutti i laboratori di ricerca dell’Azienda ospedaliero-unniversitaria, vengono messi in comune spazi, attrezzature e ricercatori, nella logica di collaborare allo sviluppo della ricerca in ambito sanitario” chiarisce il rettore Borghi.

IL CENTRO COMUNE DI RICERCA – Tutti i nuovi laboratori sono collocati nel padiglione Cattani così da sfruttare al massimo la possibilità di condividere conoscenze e integrare competenze specifiche, accrescendo il livello della ricerca. Massimo Fabi ci tiene a sottolineare che “il Centro comune ha lo scopo specifico di abbinare la qualità della ricerca con la qualità dell’assistenza, mette insieme la qualità della logistica e della tecnologia con quella dei ricercatori e dei professionisti”. Tutto ciò, unito alla presenza di macchinari di ultima generazione e strumentazioni avanzate, permetterà di creare la perfetta sinergia tra ricerca e cura del paziente. Un’importante opportunità per tutti coloro che lavoreranno nei nuovi locali, nonché una risorsa per l’Università, in particolare per la Facoltà di Medicina. “Il progetto dà un valore aggiunto all’Università -afferma ancora Borghi– poiché fare ricerca è propedeutico al fare didattica: studenti, dottorandi, ricercatori e borsisti possono imparare utilizzando questo nuove tecnologie presenti nei laboratori” I giovani medici potranno confrontarsi infatti con colleghi più esperti negli aspetti innovativi della ricerca . Inoltre sia la Regione che l’Unione Europea hanno già stanziato fondi per progetti di ricerca remunerati che potranno essere attivati proprio nella neonata struttura. All’interno del Centro sono infine attualmente operativi la struttura di Ricerca ed Innovazione, con il compito di fornire supporto organizzativo e metodologico, e il Comitato etico, organismo unico che esprime pareri sugli studi per le Aziende sanitarie e le Università. Già in cantiere la realizzazione dell’area ambulatoriale e quella della formazione che andranno a completare definitivamente il progetto. All’ingaugurazione si è anche ricordato come siano 600 i metri quadrati che accolgono i laboratori del Centro comune di ricerca, illustrati da vari professionisti di settore. A concludere la giornata un simposio sul futuro dei Comitati Etici, con l’obiettivo di approfondire l’applicazione del nuovo Regolamento europeo sulla sperimentazione clinica.

 

di Marta Costantini e Filippo De Fabrizio

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