Furti e discariche di rifiuti all’Università, controlli insoddisfacenti?

CAMPUS, OSPEDALE E OLTRETORRENTE "ZONE A RISCHIO": VIGILANZA E SICUREZZA DESTANO DUBBI

Polo Uni via KennedyIl furto di due monitor trafugati dal Polo didattico di Economia. Il colpo alla libreria ‘Universitas’ che ha visto sparire la cassa e svariati strumenti tecnologici. I finestrini delle macchine parcheggiate andati distrutti, gli interni svuotati. Questi i risultati degli atti vandalici dello scorso 5 febbraio tra via Kennedy e vicolo Grossardi. Eventi che si aggiungono ai precedenti furti e aggressioni a danno dell’Università e degli studenti (leggi) e ai quali si somma il vandalismo recente denunciato da alcune associazioni studentesche con l’ “invasione barbarica” di rifiuti trovati nelle aule di rappresentanza di via D’Azeglio. Episodi che, messi in fila, fanno riflettere sul livello di sicurezza e vigilanza delle zone e all’interno stesso dell’Università di Parma.

Bottino magro per una serata ‘alternativa’. E per fare gruzzolo è stato tentato anche lo sfondamento della macchinetta del caffè. È questo il risultato dell’ultima incursione di uno o più individui nel polo didattico di via Kennedy. Disattenzione, manomissione o solo scaltrezza? Incerta la dinamica che abbia permesso di compiere il furto: di certo si è trovato il modo di eludere controlli e allarmi, perché nessuna sirena è scattata quella sera. Sembrano due le ipotesi: la prima è che i ladri siano rimasti all’interno dei locali dopo l’orario di chiusura, così da agire durante il turno delle pulizie; la seconda è che si siano introdotti nella struttura ricorrendo all’uscita del parcheggio sotterraneo che conduce al cortile interno condiviso con l’Università.

12742408_1733557036930552_3766011873133660464_nDISCARICA DI RIFIUTI NELLE AULE DI UDU, SSU E SO – Non sarebbero invece intrusi esterni i responsabili dell’ultimo vandalismo avvenuto nel chiostro di via D’Azeglio. Tra la sera del 10 e la mattina dell’11 febbraio sono stati ritrovati cumuli di rifiuti sparsi negli ambienti delle rappresentanze studentesche unite di Udu (Unione degli universitari), Ssu (Sinistra studentesca universitaria) e di Student Office. “Non avendo le chiavi, gli autori del fatto non sono riusciti ad entrare nella sede – racconta Enrico Gulluni, presidente di Udu – però hanno rovesciato dell‘immondizia davanti alla nostra porta, nel corridoio e presso la sede di Ssu“. Ad accorgersi dell’accaduto è stato uno studente di So verso le 19,30. “Ipotizziamo dunque che il fatto sia avvenuto nel pomeriggio, tra le 18 e le 19, un orario in cui non sono presenti molte persone in università”, afferma Gulluni. Come da loro stessi riportato in una nota, i responsabili delle associazioni studentesche sospettano che i rifiuti abbandonati siano gli avanzi del pasto organizzato nel chiostro il giorno stesso dall’Aula Tsunami. Nonostante ciò, sostiene Gulluni, “non abbiamo visto nessuno e non abbiamo certezza di chi sia stato; però dal momento che sono resti del pranzo, può essere un indizio…”.
Seppure i responsabili rimangano ignoti, si pone la questione della vigilanza di quegli spazi e del rispetto delle regole di utilizzo per le quali i rappresentanti chiedono una presa di posizione da parte dell’Università.

COSA PREVEDE LA LEGGE – I servizi di sicurezza e vigilanza dell’Università di Parma sono affidati all’Ivri (Istituti Vigilanza Riuniti d’Italia), società che lavora per istituzioni, aziende e privati. L’organizzazione della sicurezza varia infatti da una università all’altra. Il punto di riferimento comune rimane il decreto legislativo 81/2008 e prima ancora il D.Lgs. 626/94, i quali ritengono gli atenei al pari di amministrazioni ed enti e dunque ambienti di lavoro con particolari esigenze organizzative o produttive tali da giustificare una specifica regolamentazione. Rispetto alla legislazione statale, solo per gli atenei è stata prevista la deroga di assegnare la figura datoriale al rettore o l’estensione ai direttori dei dipartimenti. Consultando infatti il Regolamento dell’Università di Parma si legge che nella delega del rettore ai dirigenti e responsabili vi deve essere l’attuazione delle misure generali di tutela previste, con gli obblighi che ne derivano: “vigilare e provvedere in merito al rispetto delle normative e all’adozione delle misure di prevenzione e protezione per la sicurezza e la salute dei lavoratori per quanto attiene agli aspetti strutturali e impiantistici e di gestione di servizi tecnologici […]; definire per quanto di competenza gli accordi con Enti esterni, sia pubblici che privati […] designare […] gli Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione”. Lo scopo delle regolamentazioni è quello di precostituire un sistema di vigilanza ‘interno’ tale da avere riscontri rispetto alle persone o uffici che rispondono della sicurezza in Ateneo.

ivri-auto-3 CAMPUS INCUSTODITO –  Ma qual è la percezione di sicurezza degli studenti?
In merito Francesco Trigiante, presidente del Consiglio degli Studenti e responsabile di Ssu, fa una premessa: “Se pensiamo che l’università è il livello più alto della nostra cultura, una guardia che gira con una pistola non dovrebbe esistere però, dato che non è così, si è costretti a dare un segnale nelle aree un po’ più a rischio”. Una di queste è il Campus scientifico, dove a incidere sulla sicurezza è anche la scarsa illuminazione di alcune zone. “La questione intesa nei termini della vigilanza non c’è; manca un servizio di Ivri o gestione della sorveglianza attiva con presidi nelle varie aree del Campus“. Dopo alcune sollecitazioni seguite a furti e soprattutto incidenti, è stata sistemata l’illuminazione lungo le vie principali del Campus e sono stati collocati dossi “per evitare gare di formula uno durante la notte“, come descrive Trigiante. Sulle situazioni più pericolose le misure attuali di controllo e tutela degli studenti rimangono però insufficienti secondo il rappresentante. “Per il personale c’è il tesserino di identificazione, per evitare prestanome ed avere riconoscibilità di chi transita negli edifici ma non c’è una sorveglianza vera e propria. Quei furti – prosegue – sono avvenuti tramite tecniche con le quali gli intrusi sono riusciti a staccare l’allarme e l’Ivri per fare un giro di ispezione del campus ci impiega un’ora”. Per Trigiante la soluzione da trovare dipende dal tipo di controllo che si intende attuare: “Se si pensa al controllo con la paletta all’ingresso del Campus siamo ancora indietro; se invece vogliamo che sia una sicurezza autogestita da noi con qualche supporto di un’attività di vigilanza diversa, sicuramente va fatto qualcosa in più”.

“È SEMPRE UN RISCHIO AGGIRARSI DI SERA” – Situazione non tanto diversa è l’area della zona ospedaliera. “E’ un disastro – dichiara Elena Libera Antelmi, rappresentate degli studenti del terzo anno di Medicina -. Io ad esempio studio al Cattani e abbiamo avuto problemi con gente che si è infiltrata anche durante il giorno per rubare. Lo stesso problema c’è anche al tirocinio: non abbiamo armadietti o spazi adibiti per la nostra roba”.
I problemi riguardano anche il centro storico e l’Oltretorrente. Come infatti sostiene Gulluni “i recenti furti a Economia dimostrano che le misure attuali di sicurezza sono insoddisfacenti”. La situazione notturna è quella che preoccupa maggiormente. “Il contesto in cui si trova quella zona è pericoloso – descrive Trigiante – via Kennedy di sera ha una scarsa illuminazione ed il rischio di agguati è fattibile. È sempre un azzardo aggirarsi di sera”. Sensazione confermata da Francesco, ex studente di Lettere Classiche: “Il dipartimento di Filologia Classica è abbastanza sicuro ma la sorveglianza da furti è assente. So di gente che ha avuto brutte esperienze in merito, non c’è mai da fidarsi”.
Come intervenire? Diverse sono le proposte: secondo Gulluni “bisogna potenziare la videosorveglianza, oppure aumentare le guardie di controllo“; per Trigiante invece, su tali questioni è importante fare un monito al Comune più che all’Università, cercando una “collaborazione per poter fronteggiare l’onda crescente di questo genere di eventi”.

COSA NE PENSANO GLI STUDENTI – Si può dunque parlare di emergenza sicurezza? A rispondere è stato un campione di studenti dell’Università di Parma, maschi e femmine in ugual numero, chiamato a esprimersi sul tema tramite un sondaggio. Secondo la maggior parte di loro la situazione non è allarmante, ma neanche soddisfacente. In generale all’interno delle strutture universitarie la valutazione della sicurezza è ritenuta di medio livello. Fortunatamente basse le percentuali degli studenti che sono stati vittime o testimoni di un furto all’interno dell’Università. Tuttavia, come emerso nelle interviste, rimangono seri dubbi sulle misure di controllo e vigilanza impiegate, intese come tutela degli studenti stessi da atti vandalici, aggressioni, furti e borseggi. Da qui una tendenza ad avere poca fiducia nella sorveglianza. Proprio quest’ultima sensazione è confermata soprattutto quando si tratta di lasciare gli edifici universitari dopo l’orario di chiusura, specie nelle aree del centro circostanti, poco o per nulla illuminate.

di Maria Teresa Angella e Jacopo Orlo

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