Basta scartoffie e code agli sportelli: il tirocinio è online
COME FUNZIONA LA NUOVA PROCEDURA? RISPONDONO ADDETTI AI LAVORI E STUDENTI
Uno studente universitario che aspira a entrare a far parte di una grande impresa sa bene che la voce ‘esperienza lavorativa’ del proprio curriculum vitae deve brillare di luce propria per evitare che tutti i propri sforzi vengano cestinati con un clic. Per questo l’università italiana si propone come intermediario tra la teoria e la pratica, dando l’opportunità di svolgere sia i tirocini formativi (o curriculari), riservati a studenti iscritti a corsi di laurea, master, scuole di specializzazione, corsi di perfezionamento e dottorati di ricerca, sia i tirocini (o stage) di orientamento, rivolti a laureandi e laureati, da portare a termine entro i dodici mesi dal conseguimento del titolo accademico. In entrambi i casi non si tratta di un contratto di lavoro vero e proprio né obbligano all’assunzione dei tirocinanti, tuttavia permettono agli studenti di ‘fare esperienza’, quindi crearsi dei contatti e, nel migliore dei casi, una rete di lavoro.
Tutti concorderanno, però, nel dire che la parte più ‘impegnativa’ della pratica da tirocinante sta nella burocrazia: pile di documenti da compilare, corse avanti e indietro tra gli uffici adepti, lunghe soste davanti agli sportelli. Ecco perché diverse università italiane, tra cui l’Ateneo di Parma, si sono attrezzate per rendere più veloce e immediato il sistema con l’introduzione dei tirocini curriculari online.
COME FUNZIONANO? – E’ già dallo scorso anno che l’Ateneo parmigiano, nell’ambito della linea d’intervento ‘Dematerializzazione dei processi amministrativi per i servizi agli studenti’ per il triennio 2013-2015, ha avviato la procedura online. “E’ iniziata a novembre 2015 – conferma Maria Cristina Ossiprandi, docente al Dipartimento di Medicina Veterinaria e pro rettrice dell’Università di Parma – e coinvolge quattro attori principali: l’azienda, il tutor accademico, lo studente e l’ufficio tirocini, che lavorano tutti insieme sul web in modo consequenziale. Si prevede una maggiore velocità nel sistema di attivazione e una riduzione dello spreco di materiale: prima utilizzavamo diversi software, i dati erano gestiti in modo un po’ disordinato e si contavano 33000 documenti cartacei, mentre ora la carta rimane solo per la stipula della convenzione. Inoltre – continua la pro rettrice – questa nuova procedura consente di vedere la pratica nello stato reale e i dati sono sempre aggiornati”.
I ‘CORSI PILOTA’ E IL VALORE DEL TUTOR ACCADEMICO – Nel programma rientrano ben dieci corsi dell’Ateneo: Scienze dell’architettura (triennale), Biotecnologie (triennale), Ingegneria Informatica Elettronica e delle Telecomunicazioni (triennale), Architettura (magistrale), Medicina Veterinaria (ciclo unico), Giurisprudenza (ciclo unico), Trade Marketing e Strategie Commerciali (magistrale), Scienze e Tecnologie Alimentari (triennale e magistrale). “Siamo partiti – spiega la pro rettrice – con un ‘progetto pilota’ che ha coinvolto corsi di studio di ambiti universitari diversi per cercare di coinvolgere vari ambiti lavorativi: per uno studente di Medicina Veterinaria, ad esempio, fare un’attività di tirocinio curriculare significa farlo presso un’azienda zootecnica, quindi la difficoltà maggiore corrisponde al fatto che non sempre alcune strutture sono fornite di mezzi tecnologici, a differenza di un’azienda bancaria che, lavorando quotidianamente attraverso questi strumenti, non ha nessun tipo di difficoltà a interfacciarsi con la procedura. In questo senso dovremmo fare un po’ più di supporto all’azienda, per cui anche lo studente può intervenire come mediatore tra la realtà accademica e la realtà aziendale. Un aspetto molto importante, a mio avviso, poiché sicuramente facilita la capacità dello studente di relazionarsi con le realtà produttive in modo attivo. Ci tengo a precisare -conclude – che non perde valenza il tutor accademico, che definisce la “bontà” del percorso formativo e degli obiettivi dell’azienda.
“Attualmente – sostiene Isotta Piazza, docente al Dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società e docente tutor del corso di Laurea magistrale di Giornalismo e Cultura editoriale – il nostro è stato scelto come ‘corso pilota’ per il progetto di dematerializzazione, il che significa che da novembre 2015 va fatta online tutta la procedura di apertura del tirocinio, mentre quella di chiusura rimane invariata, cioè rimane cartacea. Per quando riguarda tirocini esterni – continua la docente- sono previsti i seguenti passaggi: accreditamento dell’azienda, attivazione della convenzione di ateneo, e infine stipula del progetto formativo (quest’ultimo previsto anche per il tirocinio interno)”. Funzionerà? “Trattandosi di un metodo nuovo rispetto al precedente, credo sia necessario attendere qualche mese prima di stilare bilanci e confronti esaustivi”, conclude la prof.ssa Piazza.
LA PAROLA AI TIROCINANTI – “Tutto ciò che ho dovuto fare – racconta Luca, studente al secondo anno del corso di Laurea magistrale di Giornalismo e cultura editoriale – è stato andare dal docente tutor di riferimento e fornirgli tutti i dati necessari all’avvio del procedimento, che sono stati inseriti assieme a quelli relativi al dipartimento in cui ho svolto il mio tirocinio. Una volta concluso questo passaggio -continua – viene inviata un’email al proprio indirizzo di posta elettronica (‘esse3’ per intenderci), in cui si richiede di confermare l’intera procedura per evitare che ci siano errori. Se è tutto ok, confermi e la pratica viene avviata. Alla fine del tirocinio sarà il proprio docente tutor a convalidarla”. Un passo avanti? “Per noi studenti è molto più comodo, nel senso che non hai il rischio di perderti con un sacco di moduli, però i nostri tutor si sono lamentati perché dicevano che inizialmente a loro non era stato spiegato niente e quindi non sapevano bene come fare”. Lo stesso problema è stato riscontrato anche da Marta, collega di corso di Luca: “L‘unica differenza che ho riscontrato rispetto alla procedura precedente è l’assenza della carta, per il resto, almeno per ora e per i primi che hanno avviato il tirocinio online, le tempistiche sono state le stesse: i dati dell’azienda e del tirocinante, siano essi forniti in cartaceo o online, devono comunque essere inseriti nel database dagli ‘addetti ai lavori’, quindi dipende da loro“. C’è poi chi racconta che a volte può capitare che prima di vedere approvato il progetto formativo dall’Ateneo sulla propria homepage passano anche più di due settimane. Ma c’è anche chi ha a che fare con i tirocini online da quando si è iscritto all’università: “I nostri professori – spiega Natalia, al quinto anno del corso di Laurea a ciclo unico di Medicina e Chirurgia – inseriscono le date dei tirocini un po’ per volta per un certo numero di posti disponibili e, dopo aver seguito il corso di riferimento, ci si può prenotare sulla piattaforma online. Per alcuni corsi si deve mandare un’email al professore, ma resta sempre tutto online. Di cartaceo non è rimasto più nulla se non la firma sul libretto del tirocinio per certificare la presenza e il timbro finale”. E per stare al passo con la tecnologia, bisogna essere sempre più veloci: “A mezzanotte – racconta Natalia – aprono le iscrizioni, a mezzanotte e un minuto non ci sono più posti!”
di Francesca Matta
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