Dalle maglie storiche all’autografo di Lanfranchi al Museo del Rugby Parma

85 ANNI DI STORIA "DA RICORDARE PER GUARDARE AL FUTURO"

IMG_1058Ottantacinque anni di ricordi, grandi nomi e valori, oggi più giovani che mai perchè restituiti al presente. E’ così che, a 85 anni dalla fondazione della Rugby Parma F.C. 1931, la società festeggia un compleanno importante presentando il museo ad essa dedicato per ricordare una grande storia e farsi conoscere dai nuovi affiliati, anche i più piccoli.

 

TANTI RICORDI – Curato da Giuseppe Pirazzoli, figlio del grande giocatore ed ex vice-presidente Mario Pirazzoli, il museo offre un’importante testimonianza storica, arricchita da diversi cimeli e regali ricevuti negli anni. Tra questi “molto importanti le due maglie della nazionale donate da Giancarlo Dondi, dirigente onorario della Federazione Italiana Rugby e membro dal 2008 dell’International Board – spiega Pirazzoli -. Una è quella dei mondiali del 2011 e l’altra del 2007, per la prima vittoria dell’Italia nel tanto ambito Sei Nazioni, in Scozia”. “Senza dimenticare le maglie di altre nazionali, da squadre inglesi storiche agli All Blacks”, aggiunge Saverio Zagnoni, responsabile del Progetto Rugby Parma. Accanto a queste ci sono poi ovviamente le maglie storiche della Rugby Parma, in vetrina insieme ai trofei, alle foto storiche, agli archivi, oltre che alle palle ovali autografate. E per ripercorrere passo passo gli 85 anni della società, nella sala c’è anche un bacheca. “La ‘lapide’, come la chiamiamo noi, – spiega Pirazzoli – una ricostruzione anno per anno degli eventi che hanno segnato la società”.

IMG_1057.000UNA “FAMIGLIA” DA 150 SOSTENITORI – Raggiunto il traguardo dell’apertura del museo, Rugby Parma guarda già al futuro. “Pensiamo di allargarci, sia come museo che come spazio dedicato all’attività sportiva, ma non è facile  commenta Pirazzoli -. Il guaio è che la burocrazia la fa da padrona e il Comune, che a volte ci ha aiutati in passato, non offre più nulla.” Il museo è infatti stato realizzato grazie a quanto ricevuto durante i tanti  anni di attività della Rugby Parma F.C. e alla collaborazione dei soci riuniti nel Club dei Cuori Gialloblu, una ‘piccola’ squadra che raccoglie le famiglie storicamente legate alla Rugby Parma, tra cui parenti di giocatori o ex giocatori stessi. “Da quando abbiamo iniziato qualche anno fa – spiega Zagnoni – siamo giunti oggi a contare oltre 150 soci, tutti felici di far parte di una grande famiglia, ancora vicina dopo anni alla Rugby Parma.”

IL RUGBY DI IERI OGGI E DOMANI- “Ricordiamo il passato per guardare al futuro”,  ha affermato il presidente Bernardo Borri durante l’inaugurazione del museo lo scorso 5 marzo nella club house di via Lago Verde. E per il futuro i gialloblu possono contare già su un ricco vivaio di giocatori tra le squadre, anche dei più giovani, che compongono la società. Il minirugby, ormai istituito da diversi anni, conta infatti a Parma oltre 200 presenze sotto i 12 anni. Lo scopo di questo sport ‘ridotto’ è pedagogico: “cerca di far entrare i bambini nell’ottica del rugby, da sperimentare per il contatto e la correttezza che lo contraddistingue“, come spiega Pirazzoli. “Si insegna ai bambini il fattore psicologico e culturale che caratterizza il rugby, purtroppo poco frequentato dal pubblico italiano, anche se negli ultimi anni la visibilità è aumentata anche grazie ai grandi tornei che l’hanno riportato in auge, come il Sei Nazioni”. “A Parma come in tante altre città, il rugby viene surclassato dal calcio, ma prima, agli esordi della società, il Tardini si riempiva richiamando più tifosi dello sport che oggi consideriamo nazionale“, ricorda Zagnoni.

IMG_1061Tra i campioni di quegli anni d’oro del rugby ce ne sono tanti provenienti dalla Rugby Parma e il museo li vuole ricordare al meglio. Una foto autografata riporta alla mente un nome fra tutti: quello di Sergio Lanfranchi, leggenda del rugby parmigiano e mondiale, ricordato in città per lo scudetto del’50 e anche in Francia, a Grenoble, dove conquistò l’unica meta e l’unico scudetto della storia della società. “Parma è sempre stata molto francese e come in Francia, dove si disputa il Top Quatorze, la più importante competizione di rugby, la città ha sempre visto questo sport come di fondamentale importanza e d’insegnamento per i valori che vuole trasmettere”, spiega Pirazzoli. E proprio i valori stanno alla base dell’educazione nel rugby. “Si tratta di uno sport di coraggio ma anche di grande correttezza verso gli avversari e verso i compagni. Non è uno sport individuale, ogni giocatore deve partecipare per raggiungere il successo insieme alla propria squadra. E come una squadra la Rugby Parma con i propri soci si propone di migliorare e ‘allargarsi’ sempre di più, mantenendo alti questi valori che il rugby ci ha insegnato”, conclude Pirazzoli.

 

di Vittorio Signifredi

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