Arti marziali miste, altro che sport solo per uomini

MMA: CALCI, PUGNI E RISPETTO PER L'AVVERSARIO

Chi pensa che il combattimento sia uno sport esclusivamente maschile si sbaglia. E anche tanto. Le arti marziali miste, abbreviate con la sigla MMA, ne sono un esempio: l’atleta più pagato al mondo è una donna, Ronda Rousey, lottatrice di judo nonché campionessa di MMA. Si tratta di una lotta a contatto pieno con tecniche di percussione che alterna fasi in piedi o a terra e prevede pugni, calci, ginocchiate, gomitate ma anche fasi cosiddette di finalizzazione, con soffocamenti e strangolamenti. A Parma il corso è attivo da quattro anni nella palestra Seconds Out con Ivan Giaroni, ex pugile e istruttore dal 1996 di kick-jitsu-shoot boxe e dal 2007 di arti marziali miste.

MMAORIGINE, TECNICHE E CATEGORIE- Le discipline coinvolte sono il wrestling, da cui si imparano le tecniche per portare a terra l’avversario, Brasilian Jiu Jitsu per la fase di lotta e Muay Thai per le regole di percussione dette anche ‘striking’. Leve articolari e strangolamenti indicano particolari abilità nella sottomissione che si definiscono col termine ‘grappling’. E’ invece difficile specificare l’origine di questo sport, anche se generalmente le arti provengono dall’America, in particolare dal Brasile, dal mondo greco-romano e dal Giappone. “Per praticare MMA da professionista- spiega Ivan- è necessario essere un atleta a 360 gradi, avere gambe e braccia ben allenate. Non esistono distinzioni tra uomo e donna, anzi: durante le fasi di lotta, le donne sanno essere molto più energiche e cattive degli uomini”. Nessuna differenza di genere, quindi, ma di categorie di peso e livelli: ‘classe N’ sta per novizi o esordienti (0/5 match), ‘classe C’ (5/10 match), ‘classe B’ per i semiprofessionisti e ‘classe A’ per i professionisti.

L’ALLENAMENTO PRIMA DI TUTTO– Alla base di tutto c’è il pugilato ed è importante, per la tutela dell’atleta, che ci sia un buon allenamento di base: è uno sport difficile e complicato, che può diventare pericoloso se si commettono degli errori nella fase di lotta. Sono coinvolte quasi tutte le parti del corpo, ad eccezione di genitali e testa, mentre come protezione si usano guanti, caschetto, paradenti e sospensorio. A differenza del pugilato, le riprese sono da cinque minuti e non da tre e non si usano i guantoni classici della boxe da 10 once, ma guanti a dita aperte tra le 4 e le 5 once. Striker, grappler e wrestler sono solo alcuni dei termini che indicano particolari abilità dei lottatori: il primo fa riferimento alle abilità di percussione, riconducibili a karate, kickboxing e muay thai; il secondo alle tecniche di lotta a terra (jiu jitsu); l’ultimo deriva dalla lotta libera e greco-romana.

MMA AL FEMMINILE– L’obiettivo di Ivan Giaroni è quello di portare al combattimento e preparare alla lotta alcune ragazze che si allenano durante i suoi corsi. Come nel caso di Giulia Mattion, studentessa ventunenne di Scienze Gastronomiche che, dopo 15 anni di nuoto, ha deciso di intraprendere le MMA. “Ho scoperto che mi piace molto questo sport- dice- perchè permette di scaricare tutte le tensioni e mi piacerebbe continuare ad allenarmi in vista di un combattimento futuro“. Giulia non crede infatti che sia uno sport solo daMMA uomini, ma pensa di avere la stessa grinta e le stesse capacità di un lottatore perchè “se devo essere sincera”, dice sorridendo, “ho più paura di far male che farmi male“. Diverso il caso di Chiara Rosi, geometra di 23 anni, che si allena ma non ha prospettive future di combattimento come professionista, per mancanza di tempo e per motivi di lavoro. “E’ uno sport bellissimo– spiega- ma praticarlo a certi livelli richiede tanta dedizione, concentrazione e rinunce nell’alimentazione“. Molti professionisti sono seguiti da un dietologo, ma in generale anche solo per l’allenamento è importante seguire una corretta alimentazione, che migliori la qualità delle prestazioni sul campo. Se non si è allenati abbastanza si corrono dei rischi piuttosto gravi (ad esempio la lussazione di un’articolazione) e, a volte, la paura di farsi male può bloccare, anche se durante l’allenamento si cerca sempre di tutelare e di evitare tutti i possibili rischi. “Quando la palestra è molto rumorosa- continua Chiara- per arrenderci, invece che battere due volte sul tappeto, battiamo sul corpo dell’avversario in modo che se ne accorga e si fermi”. Nonostante sia uno sport di lotta, dietro ogni combattimento c’è di base il rispetto dell’avversario e, tolti guantoni e caschetto e usciti dalla ‘gabbia’, ci si diverte insieme senza disprezzo o aria di sfida.

di Felicia Vinciguerra

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