KmVero, nata a scopo didattico ma con obiettivi di diffusione internazionale
LA RIVISTA DEGLI STUDENTI DI SCIENZE GASTRONOMICHE STA DIVENTANDO ANCHE UNO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE PER LA CITTA'
di Guido Stecchi, docente del corso di laurea in Scienze Gastronomiche e del Master COMET |
Era il 2014, anno in cui il corso di laurea in Scienze Gastronomiche di Parma, il primo nato in Italia, compiva 10 anni. Ma era anche il decennale della scomparsa di due uomini che sono stati determinanti nel successo straordinario del Made in Italy del buon mangiare: Ancel Keys, il biologo americano che ebbe l’intuizione del concetto di Dieta mediterranea, e il filosofo-gastronomo Luigi Veronelli. Così il Master COMET (Cultura, Organizzazione e Marketing dell’Enogastronomia Territoriale), insieme all’Accademia delle 5T (Territorio, Tradizione, Tipicità, Trasparenza, Tracciabilità), organizzò VerOKeys10, una giornata celebrativa con due convegni che ebbe un grande successo per il valore dei relatori e il gran numero di studenti presenti. Si svolse all’Auditorium del Campus e, nell’occasione, fu presentata la rivista KmVero: era il numero 0, 140 pagine di articoli scritti interamente dagli studenti del corso di Giornalismo Enogastronomico e dai corsisti del Master COMET. Lo scopo di questa rivista era ed è didattico: un corso di soli 4 cfu non può essere concretamente formativo solo con lezioni frontali, mentre lavorare insieme, come la redazione di un magazine “da edicola”, mette a fuoco le problematiche e le soluzioni per ottenere ciò che è più difficile in un paese di gente che non legge: farsi leggere, invogliare a leggere e poi tenere il lettore “attaccato” alla pagina. E questo obbiettivo è fondamentale per un dottore in Gastronomia: il futuro Gastronomo sarà un ambasciatore del prodotto alimentare e dovrà, qualsiasi ruolo svolga, presentarlo, spesso raccontarlo.
Non è difficile raccontare il buon mangiare italiano, perché non è solo cibo, è il risultato della più ampia Biodiversità del mondo e di una diversità culturale straordinaria, ha alle spalle la storia, l’arte, l’avventura, il paesaggio… È quindi necessario saperne trasmettere il fascino. Ed è molto più facile se si impara a farlo con l’immediatezza del linguaggio giornalistico, un linguaggio che si esprime attraverso i contenuti ma anche attraverso la struttura di un articolo, il titolo, il sommario, i titoletti interni, le immagini e via dicendo. Occorreva fare una scelta perché ci sono tante tipologie di giornalismo e di giornali: ci sono carta, televisione e internet; e, anche limitandosi alla formula cartacea, ci sono i quotidiani, i settimanali, i magazine con periodicità più lunga, le guide… E ci sono diversi target che richiedono diversi linguaggi: i commerciali, i professionisti, la fascia più popolare di pubblico, gli appassionati… Abbiamo scelto di realizzare un magazine strutturato per essere cartaceo pur se, per ovvi motivi economici, poteva e può essere pubblicato solo on line. E abbiamo individuato il target più difficile e critico, ma anche più stimolante e aperto, quello del pubblico dei gourmet, dei consumatori consapevoli e curiosi, realizzando articoli divulgativi ma con il rigore scientifico che un prodotto che esce dall’Università richiede. Abbiamo voluto anche affrontare qualche tema di attualità che, a causa delle lunga periodicità, poteva e può esserlo solo sotto forma di approfondimento che, per chi non è direttamente interessato, può rendere l’articolo un po’ ostico, forse pure un tantino “noioso”. Ma non ci siamo dimenticati che, aldilà del target scelto per motivi didattici, anche la maggioranza dei lettori dovrebbe essere di studenti. Dopo quel numero 0, ne sono usciti altri tre, di 80 pagine più le 4 di copertina, ed è stata fatta una convenzione tra Accademia delle 5T e Università. L’Accademia si occupa della realizzazione pratica della rivista: gli studenti scrivono, in aula si fa la redazione, ma occorre impaginare, trovare le foto mancanti, correggere le traduzioni (dal numero 2 è bilingue), mettere in rete.
Così il ruolo didattico ormai sta stretto a KmVero e sono giunti spontanei altri obbiettivi. Il primo, la pubblicazione in italiano e inglese, è già attivato, il secondo, ovvero essere uno strumento di comunicazione per Parma “città creativa Unesco della Gastronomia” pare sulla buona strada. Stiamo lavorando, incoraggiati da una significativa accoglienza internazionale, per mettere la rivista in vendita on line e in cartaceo on demand e per migliorare la grafica e la qualità delle immagini, finora prese in gran parte da internet ma che, d’ora in poi, dovranno essere il più possibile originali e di qualità. Non è certo, comunque, una rivista adatta alla lettura sullo strumento digitale, pur se abbiamo evitato foto e titoli in doppia pagina per favorire la lettura sul tablet: è un prezzo pagato alle esigenze didattiche. Speriamo che siano molti, soprattutto all’estero, che vorranno scaricarla o addirittura comprarla stampata su carta.
La partecipazione degli studenti è molto varia, ma di certo c’è stato un forte coinvolgimento, tanto che abbiamo già articoli con cui poter fare altri 4 o 5 numeri. Ovviamente c’è chi fa il minimo indispensabile per prendere un buon voto all’esame, ovvero scrive l’articolo e si limita alla discussione in aula che riguarda solo la redazione del suo lavoro. Altri partecipano con un certo entusiasmo ma solo finché non hanno avuto il voto e nei limiti delle lezioni previste istituzionalmente. Ma diversi seguono anche le lezioni in più necessarie per completare il lavoro di redazione e restano affezionati collaboratori anche dopo la laurea o la fine del Master. E dal numero 2 hanno collaborato anche studenti di altri corsi di laurea, in particolare di architettura, che si sono iscritti al corso. Così stiamo registrando la testata in tribunale e stiamo costruendo una squadra, una redazione vera che completi e affini il lavoro di quella che opera durante le lezioni.
Attualmente la rivista è sfogliabile cliccando www.kmvero.online, ma presto ci sarà un sito con altre opportunità.
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