“Un medico al servizio degli studenti”: Borghi e tutti i suoi progetti per l’Unipr

TRA CONQUISTE E NOVITÀ: L'ATENEO DI PARMA VISTO DALL' EX RETTORE

Un’intervista, realizzata nell’ottobre 2016, per ricordare Loris Borghi attraverso i suoi progetti per l’Università di Parma.


‘A tu per tu’ con Loris Borghi, rettore dell’Università di Parma dal 2013, medico e professore ordinario dal 2000. Ha ancora tante idee da mettere in campo per l’Ateneo prima della scadenza del mandato, fissata nel 2019, e in apertura dell’anno accademico ecco il punto su quanto già fatto e alcune anticipazioni sui nuovi progetti.

Lo scorso 20 luglio sono partite le immatricolazioni all’Università di Parma e si è verificato un blocco del sistema informativo. Tutti gli studenti hanno ricevuto un comunicato da parte del Cineca (Consorzio Interuniversitario del Nord-Est per il Calcolo Automatico) in cui si deresponsabilizzava l’Ateneo. Cerchiamo di capire meglio: cos’è successo e di chi è la responsabilità?

La responsabilità è del Cineca. Abbiamo anche ricevuto una lettera da parte dello stesso in cui si conferma che il blocco del sistema è dipeso da un picco di accessi simultanei difficilmente prevedibile. Si è trattato quindi di un problema tecnico, che non ha nulla a che fare con il sistema informatico dell’Ateneo. Inoltre, dopo aver svolto le analisi relative al caso, i tecnici hanno già identificato e applicato le contromisure da mettere in atto al fine di evitare che il problema si verifichi anche nei prossimi anni. Tuttavia, l’aspetto positivo di questa spiacevole vicenda, è il fatto che ci sia stato un notevole aumento degli iscritti alla nostra università.”

BorghiVisto che siamo all’inizio del nuovo anno accademico, verrebbe spontaneo chiedere quali siano gli obiettivi che lei si prefigge di raggiungere e quali i progetti in programma.

“Innanzitutto l’obiettivo è quello di consolidare i risultati dello scorso anno. La fortissima preoccupazione che ho avuto sin da quando mi sono insediato era quella del calo del 36% nelle immatricolazioni, un dato impressionante. Tutto l’impegno è dunque stato volto a modificare questa situazione. Mi è stato detto che la modifica del sistema d’accesso dei corsi di laurea a numero programmato, che è ora cronologico e non più dipendente da test d’ammissione, non tiene conto di requisiti di merito: probabilmente è vero, ma da medico posso dire che quando ci si trova di fronte ad un malato grave non c’è molto tempo da perdere in diagnosi fini, bisogna intervenire subito per salvarlo. E questa è stata una delle ragioni che mi hanno spinto ad attuare la riforma. I test d’ingresso spaventano gli studenti e non sempre premiano i più meritevoli: è scientificamente provato, eliminarle è stato un modo per aumentare al massimo le possibilità d’accesso. Forse più avanti rivaluteremo il sistema ma per ora resto convinto del fatto che non ci sia nessun test d’ingresso capace di valutare effettivamente le persone migliori. Si potrebbe pensare ad una ‘discriminazione’ in base al voto d’uscita della scuola media superiore, ma anche questo pecca d’oggettività. O ancora si potrebbe pensare all’introduzione di un sistema alla francese, con un test dopo il primo anno di studi e l’organizzazione eventualmente di corsi di recupero. I risultati per ora ci sono e sono buoni, tant’è che il corso di Economia ha aumentato i suoi iscritti fino ad arrivare a mille matricole. Valuteremo comunque la situazione a seconda dei risultati di quest’anno.”

Ci sono altri progetti che l’Università di Parma ha posto in essere in questi primi mesi?

“In questi giorni ho incontrato il professor Carlo Quintelli, prorettore all’edilizia, e abbiamo preso la decisione di testare tutte le strutture dell’Ateneo per essere certi che rispettino i criteri antisismici, visto quello che è successo negli ultimi mesi. Abbiamo iniziato un’anamnesi per valutare lo stato di tutte le sedi con l’obiettivo, entro fine anno, di individuare le strutture a rischio e intervenire nel più breve tempo possibile.”

Lo scorso anno l’Ateneo ha aumentato l’offerta formativa introducendo due nuovi corsi di laurea: hanno ricevuto un buon seguito dal punto di vista delle iscrizioni?

“Sì, lo scorso anno abbiamo accresciuto l’offerta al massimo delle nostre potenzialità, introducendo un nuovo corso interno al Dipartimento di Economia, Food System Management, Sustainability and Technologies, in collaborazione con i dipartimenti di Bioscienze e Scienze degli Alimenti, e il corso Comunicazione e Media Contemporanei per le Industrie Creative, coordinato dal Dipartimento Lettere, Arti, Storia e Società. Entrambi i corsi hanno ottenuto un ottimo successo, registrando un alto numero di studenti iscritti.”borghi

Un altro problema è quello delle aule: molti corsi non hanno una propria sede, basti pensare a Scienze Politiche o ad Architettura. Come verrà affrontata la questione dell’ampliamento di alcune strutture?

“Noi adesso ci troviamo arricchiti di una gran quantità di aule al Campus ed anche in via Kennedy, nel nuovo plesso: non abbiamo un problema di spazi in senso tale, ma il problema reale è che ci sono talmente tanti studenti che non possono stare tutti dentro un’aula. A fronte di questa situazione interverrà l’area informatica dell’Ateneo in modo da collegare più aule almeno per via telematica. A tal proposito abbiamo poi in ballo un altro progetto molto importante sul food insieme all’associazione ‘Parma io ci sto!’ e in cui sarò affiancato da Alessandro Chiesi e Guido Barilla, che sarà presto annunciato durante una conferenza stampa al Campus.”

E le strutture abitative? In una precedente intervista aveva accennato all’idea di rendere agibile per gli studenti il plesso dell’ex carcere San Francesco in via del Prato: è un progetto reale?

“L’intenzione c’è. E’ stata poi riattivata negli scorsi mesi una legge sull’edilizia universitaria che rimette in circolo dei fondi per gli atenei ed in collaborazione con Er.Go e quindi con la Regione speriamo di muoverci al più presto. Intanto abbiamo avviato le trattative per portare all’interno del Campus delle aziende private, un’operazione che costerà 63 milioni di euro e vedrà la costruzione di 15.000 metri quadrati di strutture idonee. Il tutto sarà affidato a un costruttore-gestore che farà un investimento recuperabile tramite l’affitto pagato dalle aziende che si instaureranno lì. Si tratta di promuovere lo sviluppo sia dell’Ateneo che della città di Parma, dato che tutte queste strutture dopo 25 anni diventeranno di proprietà dell’Università. Abbiamo anche intenzione di costruire lì al Campus delle residenze per studenti, professori e personale, ma questo è un piano realizzabile nel lungo periodo.”

Un obiettivo che invece si è già raggiunto riguarda la stipulazione di 80 accordi convenzionali con attività culturali e commerciali tramite la Student Card. Quali sono state le procedure per ottenerli?

“Abbiamo individuato le convenzioni utili anche ascoltando le proposte degli studenti, attraverso una commissione apposita che continuerà a lavorare in modo da allargare maggiormente le agevolazioni già esistenti, sia a livello provinciale che, magari, con altre città. C’è da dire però che moltissimi studenti non hanno ancora ritirato la Student Card, che pur non essendo obbligatoria è a disposizione di tutti. L’iter da seguire è un po’ complicato, perché essendo nominativa e utilizzabile anche come carta di credito, va registrata in banca e la filiale di riferimento presente sul territorio è solo una. Alle matricole però viene ormai consegnata di default e dovrebbe diventare anche un ottimo strumento per eliminare l’eccesso di materiale cartaceo.”

BorghiPer quanto riguarda gli studenti, la festa d’inaugurazione dell’anno accademico a loro dedicata di cui si è parlato lo scorso anno si farà?

“Il 14 ottobre ci sarà una festa al Campus così detta ‘delle matricole’. Le canoniche inaugurazioni dell’anno accademico vanno superate da manifestazioni vive, che siano vere e proprie feste e ci aspettiamo anche un ruolo propositivo da parte degli studenti. Poi abbiamo iniziato anche un’operazione di nomina a professori ad honorem, tra cui Peter Greenaway nei giorni scorsi, in modo da affiancare all’università delle figure di prestigio. La prossima cerimonia di consegna di una laurea ad honorem si terrà tra aprile e maggio e coinvolgerà un personaggio di fama mondiale di cui ancora, però, non posso rivelare il nome.”

Per finire, torniamo su una domanda che le abbiamo posto durante la nostra ultima intervista e che ancora non ha ricevuto risposta: se all’interno del libro sulla storia dell’Università di Parma ci fosse un capitolo a lei dedicato, come si intitolerebbe?

“Questa è una domanda davvero difficile, non ci ho mai pensato. Io sono una persona modesta però ho una caratteristica: credo fermamente nella capacità e nel potere della democrazia. Questa profonda convinzione mi ha sempre portato a cercare di fare qualcosa non solo sul piano personale ma soprattutto sul piano pubblico. E a parlare è un po’ il mio spirito da medico. Vorrei ‘passare alla storia’, diciamo così, come un rettore che si è messo al servizio degli studenti. E questo tutto sommato riesco a farlo perché, senza arroganza, la mia unica appartenenza è questa Università e penso al suo bene tutte le volte che mi trovo a dover prendere decisioni difficili. Sono un rettore sereno, mi sento nei miei panni in questo ruolo e vado avanti così, sperando di fare qualcosa di buono per l’Ateneo e la città di Parma.”

di Felicia Vinciguerra e Fiorella Di Cillo

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