Una serie di improbabili eventi: la prima volta ad una serata Lgbt

TRE RACCONTI TRA BATTESIMI DEL FUOCO, STUPORI E SVOLTE INASPETTATE

Serata LgbtA mente lucida, la mattina dopo, mentre le dita rimbalzano sulla tastiera, si cerca di fare il punto sulla serata di venerdì: prima volta ad un evento dedicato alla comunità Lgbt nella zona di Parma. Tre esperienze e tre racconti che narrano altrettanti punti di vista, tra battesimi del fuoco alla maniera Lgbt, stupori e svolte decisamente inaspettate. Nel marasma dei ricordi della serata risulta difficile capire da dove cominciare il discorso, ma come con tutte le migliori storie, meglio iniziare dal principio.

UNA SERATA TRANQUILLA – Qualche fermata di pullman dal centro e una quarantina di minuti dopo siamo al locale designato, un paio di ragazzi fuori dal bar con un filo di fumo all’angolo della bocca ma niente che ai miei occhi potesse risultare troppo platealmente dichiarato: il gay detector ha smesso di funzionare ancora prima di varcare la soglia. Posto abbastanza ristretto, l’aperitivo aspetta gli avventori famelici sul bancone, ci ritroviamo in una saletta seduti ad uno stretto tavolo, tutto fila noiosamente bene. È in quel momento che realizziamo che dovremo aspettare ancora qualche ora prima che si sveli qualche movimento rivelatore dell’anima arcobaleno della festa, pausa che riempiamo volentieri con qualche cocktail. Man mano che ci inoltriamo nella serata, complici i drink che girano tra i tavoli, aumentano il numero di effusioni in sala, che siano tra coppie di uomini, donne o etero, in una generale atmosfera libertina che forse, tutto sommato, avrei sperato di incontrare. Da lì in poi la serata prende una piega, o meglio, una serie di ripidi tornanti che ci vede impegnati con partner improvvisati completamente preda dell’aria carica che si respira in sala, con la macarena che esplode dalle casse e una serie di ragazzi nerboruti che ci danno dentro alla grande, accompagnati da ragazze dal capello corto evidentemente inconsapevoli di star intrattenendo una discreta fetta del locale . Ed è proprio in quel momento che una ragazza lesbica mi fa presente che vorrebbe presentarmi un amico gay col quale sperimentare un bacio. Perché andiamo, che serata Lgbt sarebbe altrimenti?
Panico.
Mi si para davanti Marco, a me e ai miei 23 anni di forgiata eterosessualità. Si fa avanti con la promessa di un breve bacio a stampo, chiede se sono pronto, chiudo gli occhi.
Tre cose non è stato quel bacio. Non è stato breve. Non è stato a stampo. E non è stato male.
Chiariamo: nulla tale da far vacillare le mie preferenze sotto le coperte, ma abbastanza da sentire scivolare a terra, appena seduto sulla sedia, un paio di ingombranti macigni sepolti da qualche parte nei meandri del mio cranio.

Matteo Buonanno Seves, 23 anni, etero

 

TIMORI SUPERFLUI – Per cominciare, qualche omaggio alla sincerità prima di mettere piede fuori di casa. Parte uno, questa non è la mia prima serata a tema Lgbt. Parte due, esco con qualche speranza di troppo di riuscire a concludere qualcosa di più di due chiacchiere. Parte tre, ho un brutto presentimento riguardo alle nostre possibilità di incontrare della sostanza di cui scrivere.
L’unica serata a tema Lgbt trovata a Parma si è rivelata essere un’apericena. Il nome del bar – Le Follie – promette bene e così anche la presenza di una dj, ma “Dai – mi dico – cosa vuoi che ci possa succedere di interessante a un’apericena?”. Col senno di poi, è evidente che il karma si diverte da morire a sbugiardarmi.
È vero, passo la prima ora e mezza a crogiolarmi nel timore che non se ne ricaverà niente, che alla fine usciremo dal locale con nessuna esperienza in più di prima, escluse quelle gastronomiche. Gli avventori si presentano asserragliati attorno ai loro tavolini, già divisi in gruppetti prestabiliti con cui trascorrere una serata che si preannuncia quieta, priva di eccessi. Ma si sa, l’alcol può rivelarsi un aiuto considerevole per mettersi a proprio agio e intessere legami sociali a breve termine.
È così che mi ritrovo ad approfondire la conoscenza di Elena – jeans e maglioncino, all’altezza della nuca un unico dread che disturba appena l’ordine dei capelli biondi e del suo viso pulito -, che si dimostra disinibita quanto me a quel punto della serata (e con un numero probabilmente cospicuo quanto il mio di cocktail alle spalle). Ci incrociamo varie volte per il locale, mentre andiamo in bagno o a goderci la musica nella stretta pista da ballo ricavata dal corridoio di fronte al bancone dei drink, oppure partiamo semplicemente una alla ricerca dell’altra per un altro bacio. Una versione di ‘prendi e scappa’ che meriterebbe di essere istituzionalizzata.
Il mio egoismo sta cominciando a pesarmi quando mi rendo conto che il mio collega, etero e non ancora battezzato alla maniera Lgbt, se ne sta ancora seduto ad aspettare momenti migliori. Per il semplice e puro bene della nostra ‘sperimentazione’, allora, prendo da parte un’amica di Elena – evidentemente lesbica, ma che a quanto pare il mio amico non disdegna – e le propongo il mio piano. Lei accetta e io corro a riferirlo al mio collega: “Matte, coraggio, non puoi uscire da qui senza niente in mano. Un bacio gay rapido e indolore per un bacio lesbico più appassionato. Prendere o lasciare”. La risposta è conosciuta, trovo Marco e il bacio entra a far parte della mia playlist di immagini preferite in assoluto. La mia soddisfazione professionale sale ai massimi livelli.
Sto ancora tentando di capire quanto sia meraviglioso quello che mi è appena successo davanti agli occhi – capitemi, trovare un ragazzo etero così aperto non è cosa da tutti i giorni – che il viso di Elena ricompare a cinque centimetri dalle mie labbra. Karma, sentiti libero di smentirmi ogni volta che vuoi.

Alessandra Rizzoli, 23 anni, lesbica

 

LA VETERANA ETERO – Devo ammettere di aver frequentato locali e serate Lgbt altre volte negli ultimi anni. Tuttavia questa è stata la prima volta che non facevo parte né dello staff di una delle drag queen, né ero in compagnia dei miei amici. Ero molto curiosa di vedere come fosse l’ambiente qui a Parma e di scoprire come me la sarei cavata fuori dal mio abituale gruppo. Di fatto è stato il mio primo vero ‘battesimo’.
Il locale era pieno e appena abbiamo conquistato un tavolo mi sono subito iniziata a guardare intorno incuriosita. L’atmosfera era molto tranquilla ed ammetto che il mio gay radar ha un po’ vacillato. Una ragazza etero che partecipa ad una serata Lgbt ha una certezza: si rimorchia molto più facilmente ragazzi etero a questo tipo di serate che in un qualsiasi altro evento.
La serata era un po’ spenta per i miei gusti, così ho deciso di buttarmi in pista ed iniziare a ballare. C’erano molti ragazzi e poche ragazze e sembravano conoscersi tutti tra loro. Quando sono iniziati i balli di gruppo qualcuno ha dato il meglio di sé, ma senza le classiche scene che uno si aspetterebbe ad un evento del genere. L’atmosfera era festosa e molto divertente, se non fosse che il posto adibito a pista da ballo era molto stretto. Dopo poco desisto e torno al tavolo dagli altri, trovando due ragazze, Beatrice e Laura, che non conoscevo e che si erano unite a noi. Tra una chiacchiera ed un’altra, gli argomenti diventano sempre più hot. Col passare del tempo molte persone intorno avevano iniziato a ballare con movenze più o meno esplicite. Qualche coppia aveva iniziato a limonare, compreso qualcuno al nostro tavolo. Presa dall’euforia del momento, Beatrice prende e mi bacia.  Ammetto di essere rimasta spiazzata, l’ho guardata perplessa e lei si è messa a ridere. Non mi era mai successo prima ed è stato molto strano.  Qualche volta mi ero chiesta come potesse essere baciare un’altra ragazza, soprattutto quando uscivo con le mie amiche lesbiche. Ora lo so: esattamente come baciare un ragazzo. La mia eterosessualità non si è sentita minacciata e,  alla fine, sono scoppiata a ridere anche io. Ci siamo prese una birra e ci siamo messe a scherzare sull’accaduto. Poi lei è andata via ed io sono tornata a ballare. E’ stata una serata particolare ma divertente. Credo che se dovessero organizzare un’altra serata Lgbt a Parma ci tornerei.

Silvia Stentella, 24 anni, etero

 

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