“Le ‘Aule Rosse’ di via Kennedy? Demolite entro il 2017”

REALIZZATA NEGLI ANNI SESSANTA, LA STRUTTURA E' ORMAI IN STATO DI ABBANDONO DA TEMPO. E C'E' ANCHE DELL'AMIANTO

Le ‘Aule Rosse’ di via Kennedy, chiuse da anni e in stato di abbandono, saranno presto demolite. Lo conferma Carlo Quintelli, pro rettore dell’Università di Parma con delega all’edilizia: “Dopo decenni in cui le parti in causa hanno sorvolato sulla questione, la giunta Pizzarotti ci ha chiesto ufficialmente di liberare il terreno, ancora di proprietà del Comune, nell’ambito dei progetti di riqualificazione di tutta la zona circostante l’Ospedale Vecchio. Mi sento di dire che la demolizione sarà terminata entro il 2017 per un costo, a carico dell’Università, di qualche decina di migliaia di euro. E’ è un prezzo abbastanza alto -aggiunge Quintelli-: purtroppo la necessità di evitare la dispersione di polveri cancerogene impone procedure particolari.”

Aule.rosse.2QUARANT’ANNI DI USO E POI L’ABBANDONO – Ma qual è la storia di questa struttura? Tutto parte alla fine degli anni ’60, periodo di carenza di aule all’Università di Parma. Una convenzione col Comune però permette di realizzare delle aule temporanee prefabbricate, le cosiddette ‘Aule Rosse’, dal colore delle pareti esterne. Ma la temporaneità di quella soluzione è stata un concetto alquanto relativo e questo piccolo edificio col tetto in lamiera ha ospitato gli studenti fino al 2014. Da allora il complesso giace abbandonato dietro a un lucchetto arrugginito e a una cinta di filo spinato. Le porte d’ingresso sono chiuse da saracinesche e i cancelli del perimetro sono sbarrati con le catene. In questi giorni d’autunno le foglie degli alberi del viale hanno sommerso le rastrelliere delle bici, l’erba del giardino arriva al ginocchio e si possono vedere perfino alcuni rifiuti abbandonati: bottiglie di shampoo, fazzoletti, addirittura un giubbotto.

IMPIANTI VETUSTI E AMIANTO – “Essendo state progettate per un utilizzo molto inferiore ai quarant’anni, durante i quali hanno effettivamente servito l’università -spiega il pro rettore Quintelli-, hanno cominciato in fretta a deteriorarsi. Al giorno d’oggi le condizioni all’interno dello stabile sono ancora accettabili dal punto di vista dei materiali, arredi e strutture, ma completamente da rifare dal lato dei servizi. Ci sarebbero da rifare gli impianti elettrici, riparare alcune infiltrazioni d’acqua. ConAule rosse l’apertura delle nuove Aule K del polo didattico di via d’Azeglio abbiamo così deciso di chiuderle definitivamente. Per non parlare del fatto che, essendo strutture realizzate alla fine dei sessanta, purtroppo contengono amianto.” E’ bene però specificare che l’amianto non è pericoloso a prescindere. Lo è soltanto se viene polverizzato e inalato, cosa possibile solo in edifici molto deteriorati e in rovina.

“RISTRUTTURAZIONE IMPOSSIBILE” – È proprio necessario l’abbattimento? Non è possibile utilizzarle di nuovo come spazi universitari? “Assolutamente no -afferma Quintelli-. L’ostacolo maggiore è che il Comune, con pieno diritto, ci ha imposto di abbandonare il terreno. Inoltre c’è da considerare che un riadattamento alle norme moderne, vista soprattutto la presenza di amianto nello scheletro dell’edificio, sarebbe molto simile a un abbattimento e una successiva ricostruzione, per una spesa finale di centinaia di migliaia di euro. Abbiamo quindi preso la decisione di abbatterle: è la cosa migliore per l’Università. Gli scopi per i quali quello spazio sarà utilizzato -conclude il pro rettore- saranno decisi dalla giunta comunale, ma ovviamente l’Università di Parma sarà tenuta in considerazione nella riqualificazione della zona, come già avvenuto per la Casa dello Studente di vicolo Grossardi.”

di Marco Rossi e Andrea Prandini

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