Lo Csac si rinnova: svelato il nuovo percorso espositivo

DALLA FOTOGRAFIA AL DESIGN: OLTRE 12 MILIONI DI PEZZI CONSERVATI

Dodici milioni di pezzi, oltre cento esposizioni e quasi cinquant’anni di storia. Sono questi i numeri da capogiro del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma (Csac), dal 2007 racchiuso tra le mura della suggestiva cornice dell’abbazia cistercense di ValserenaDiventato nella primavera del 2015 museo espositivo a tutti gli effetti, lo Csac ha inaugurato il 26 novembre un nuovo percorso tematico che coinvolge sette delle sedici sezioni già esistenti. Rinnovamento che tocca la maggior parte dell’immenso patrimonio culturale di questo centro: dalla pittura all’architettura e al design, passando per la fotografia e la moda.

“Abbiamo lavorato in tempi molto serrati -spiega la presidente dello Csac Francesca Zanellail nuovo allestimento coinvolge varie tematiche artistiche: per quanto riguarda la pittura, la progettazione per l’esposizione di Concetto Pozzati è stata avviata già in primavera. Lui stesso ha deciso quali opere portare e quali selezionare. Da settembre, con l’individuazione di altre sezioni da coinvolgere nel progetto, è poi iniziata la ricerca e la scelta dei materiali da predisporre per il nuovo allestimento. Tutto questo tenendo sempre il museo aperto, ad eccezione dell’ultima giornata. I nostri gruppi di ricerca -continua Zanella- hanno individuato gli archivi su cui lavorare, iniziando un enorme lavoro di catalogazione e di analisi che porterà alla produzione di seminari, momenti di confronto, convegni, per poi arrivare alla pubblicazione dei cataloghi stessi e alla realizzazione di mostre.”

CSAC_esterno‘CIAO ROBERTA’ – Il pittore informale bolognese citato dal presidente, è stato il primo artista a donare i suoi quadri, quando la sede era ancora il Palazzo della Pilotta, e il primo a cui venne dedicata un’esposizione all’interno dell’Istituto di Storia dell’Arte (non ancora Csac). A quasi cinquant’anni dalla mostra che diede il via all’attività espositiva del centro di archiviazione, Pozzati ha deciso di proporre per questo nuovo allestimento la serie di tele dedicate alla moglie scomparsa, dal titolo ‘Ciao Roberta‘. Abiti, cappelli e una sella di bicicletta sono alcuni degli oggetti che tengono ancora vivo il ricordo attraverso un omaggio molto sentito. Il percorso artistico di Pozzati trova il suo completamento nella Sala delle Colonne, dove una carrellata tra disegni e opere dagli anni Cinquanta fino al Duemila mostra la sua storia a 360 gradi. Molti disegni sono contenuti all’interno dei cassetti dell’archivio, alcuni dei quali possono essere aperti dal visitatore stesso. Questa sala, più di ogni altra, è diventata il luogo-simbolo dell’esposizione a rotazione tipica dei musei: lo spirito di rinnovamento passa attraverso la volontà di abbracciare un concetto non statico e sterile, ma dinamico e proiettato verso la conoscenza della più vasta gamma artistica.

STORIE SU PELLICOLA – Uno dei reparti maggiormente coinvolti in questo cambiamento è quello denominato ‘Foto-Grafia‘, che espone opere di grande rilevanza storica, culturale e giornalistica, realizzate da tre artisti di eccellenza: Nino Migliori, Mario Giacomelli e Gualberto Davolio Marani. Le immagini di Migliori, storico protagonista dello Csac, occupano l’insula centrale della cappella. L’autore dedica la propria riflessione a due ambiti differenti: l’Italia del dopoguerra e la ripresa stilistica delle avanguardie, utilizzate per confrontarsi con il linguaggio artistico degli anni Settanta. Sulle pareti, invece, si sviluppano i racconti fotografici tratti dagli archivi ‘Publifoto‘ e ‘Dessena‘, nonché quelli di Mario Giacomelli e Gualberto Davolio Marani, che ripercorrono la nostra storia dagli anni Trenta al secondo dopoguerra. Publifoto è stata l’agenzia italiana fotografica per antonomasia, già esistente durante il periodo fascista. Questa enorme fonte di informazioni propone nel nuovo allestimento un affresco trasversale che abbraccia scene di vita quotidiana post conflitto mondiale, nonché storie patinate dei divi da copertina. Giacomelli, figura iconica della pellicola e tra i primi fotografi-artisti a dare un forte taglio autoriale alle sue immagini, fu tra i principali donatori delle sue opere fin dagli albori di questo archivio.csaaaac

NON SOLO FOTOGRAFIA – Altro pezzo forte è la sezione dedicata all’architettura e al design, il cui rinnovamento è legato ad importanti progetti di ricerca del centro studi. Nella cappella denominata ‘Storie di architettura’ si trova la monografia dedicata ad Ignazio Gardella con i progetti per il Padiglione di Arte Contemporanea (Pac) di Milano e per la IX Triennale di Milano. Di rilievo ‘Il progetto degli oggetti’, col focus su Enzo Mari che permette di esplorare un nuovo modo di fare ricerca tra arte, didattica, progetto e riflessione teorica, grazie all’importante e innovativo utilizzo del digitale. L’insula, infine, espone due progetti di Luigi Vietti e Roberto Menghi. Fiore all’occhiello è poi la sezione ‘abitare la scena‘, che ospita tre nuovi costumi provenienti dall’archivio dell’Atelier Farani, famoso per i suoi vestiti di scena teatrali, cinematografici e operistici. Proprio l’opera è al centro di questo rinnovamento: gli abiti provengono direttamente dall’Armida di Gioachino Rossini. Sempre in riferimento alla moda, che cosa può esprimere meglio dei disegni e dei bozzetti delle Sorelle Fontana l’evoluzione e i cambiamenti dell’alta moda italiana? ‘Il progetto del corpo’ accompagna dunque i visitatori in un viaggio sulla storia dell’eleganza femminile. A conclusione di questa cavalcata, lo spazio ‘Archivio cresce’, allestito per presentare le donazioni ricevute. Tra queste si possono trovare opere di Mario Cresci e Pino Pinelli, esposte precedentemente alla mostra ‘Fuoco Nero‘. Nella sezione spicca la serie di Giovanni Chiaramonte, dedicata alla drammaticità del terremoto di Modena. Quest’ultimo spazio sintetizza alla perfezione la storia del recente passato, del presente e soprattutto del futuro dell’archivio.

CsacTRA PRESENTE E FUTURO – Oltre al pubblico nazionale ed estero che soprattutto nel weekend si reca all’abbazia, l’organigramma del centro studi si adopera per diventare un punto di riferimento nelle scuole, poiché, fin dalle origini, era stato pensato un piano di attività formative rivolto a tutti i livelli di scolarizzazione. Tra i maggiori interlocutori ci sono anche gli studenti delle facoltà di Lettere e Beni Culturali, nonché studenti provenienti da altri atenei che si rivolgono allo Csac per laboratori, tirocinio e preparazione tesi. Anche sul futuro le idee sono molto chiare. “Per quanto riguarda l’arte, stiamo lavorando sui disegni di Sironi -dice ancora Zanella-. Alcuni nomi degli artisti e progettisti che abbiamo intenzione di coinvolgere sono Gardella, Vietti, Menghi, Mari e Sottsass per il design, con l’obiettivo di organizzare una mostra a lui dedicata, in autunno, ricorrendo nel 2017 il centenario della nascita. Per le esposizioni -conclude- avremo a fine gennaio un convegno di due giornate di studiosi italiani ed internazionali che ci racconteranno le loro ricerche sull’esposizione come allestimento, progetto critico e modo di fare storia dell’arte. Stiamo facendo delle sperimentazioni proprio per iniziare a registrare attraverso degli strumenti il tempo di osservazione delle opere e anche delle distanze rispetto alle opere, assieme ad un ricercatore di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Questo ricercatore vuole brevettare il software che ha sviluppato e che ci servirà proprio per cercare di capire il livello di gradimento e di attenzione da parte del pubblico rispetto alle varie opere e alle varie sezioni.”

di Fiorella Di Cillo e Veronica Novelli