Dieci candeline per il Festival dell’Architettura

OLTRE 80MILA VISITATORI E SETTE MILIONI DI CLICK AL SITO INTERNET

10805193_10205430375984721_627095528_nSono ormai passati dieci anni dalla prima edizione del Festival dell’Architettura di Parma, evento che ogni volta coinvolge un gran numero di partecipanti, ma anche tanti ricercatori, docenti universitari, architetti professionisti e che ha posto al centro dell’attenzione l’evoluzione della città attraverso l’architettura. Tutti gli eventi del 2014 hanno avuto luogo al Palazzo del Governatore e tra questi, anche la grande mostra retrospettiva Dieci anni di Festival, nella quale sono stati esposti alcuni estratti delle precedenti edizioni.

 

UN PONTE TRA UNIVERSITA’  E IMPRESE – Anche quest’anno lo scopo del Festival, come nelle precedenti edizioni, è stato “gettare un ponte tra l’ambito universitario della ricerca e il mondo dell’impresa, degli amministratori pubblici, ma soprattutto delle tante persone che semplicemente vivono nell’architettura e nella città” come evidenzia nella presentazione il professor Quintelli.

Dieci anni di Festival significano: 7.381.392 accessi al sito internet, 2.000 pagine visitate al giorno, 80.000 visitatori, 64.153 utenti iscritti alla newsletter, 1.153 passaggi stampa, 885 tra curatori, saggisti e conferenzieri, 538 eventi organizzati, 328 organizzatori, 126 location, 107 mostre prodotte e organizzate, 46 Paesi coinvolti, 24 libri pubblicati, una rivista scientifica con oltre 150 articoli disponibili in open access, 5 rassegne cinematografiche, 4 concorsi di architettura, 3 workshop, un premio e un international call for papers con 130 partecipanti da 22 Paesi diversi. “I dati importanti non sono tanto quelli delle persone che fisicamente presenziano alle mostre e agli eventi – afferma il professor Enrico Prandi, direttore della manifestazione – quanto quelli che quotidianamente frequentano i luoghi virtuali del Festival, come il sito internet, i social network, la rivista scientifica. Cioè i 55.000 contatti registrati nel database, oltre 13.000 accessi giornalieri al sito o le oltre 2.000 pagine visitate ogni giorno. Per quanto riguarda le presenze – conclude Prandi – abbiamo avuto un calo che è proporzionale al calo di contributi ricevuti nell’epoca in cui vi è una profonda sfiducia nei confronti della cultura”.

 

RELAZIONI SOCIALI, VIA EMILIA E INSEDIAMENTI – Il tema di quest’edizione è stato ‘Scenari del Progetto Urbano’. Si è quindi cercato di aprire un dibattito sulla teatralità urbana, che emerge sempre più spesso nella città emiliane in espansione. Come recuperare, dunque, attraverso gli strumenti dell’architettura e dell’urbanistica, una condizione in cui la città ritorni ad essere teatro delle relazioni sociali. Altri temi affrontati sono stati quello della città compatta, cresciuta attraverso l’aumento spropositato e incontrollato dell’edilizia, il 2.200° anniversario di fondazione della Via Emilia come sbocco per le trasformazioni future e il caso tutto emiliano della fase post-emergenza del terremoto, che guarda ai futuri criteri di riorganizzazione degli insediamenti sul territorio.

Da parte di vari ospiti, è arrivato un segnale incoraggiante sulla convinzione che la città non può più crescere in estensione consumando suolo destinabile ad altre attività maggiormente sostenibili. Se la città dovrà crescere, deve farlo attraverso altre tecniche, come la densificazione urbana e cioè espandendosi al proprio interno.

Tra i vari eventi inseriti nel programma 2014, i più seguiti sono stati il seminario su Bernardo Bertolucci e le lezioni delle ParmaLectures, in cui personaggi di cultura sono chiamati a svolgere una lezione su un tema che coinvolge anche l’architettura. “Una novità del Festival nell’edizione del decennale, ma che pensiamo di confermare anche per il futuro” ammette il direttore Prandi.

 

LE MOSTRE – Il Festival, inoltre, ha visto anche l’allestimento di tre mostre inedite. La prima è stata un tributo a Guido Canella, architetto tra i più importanti del Novecento italiano. La seconda sul progetto Mastercampus, mostrando la Parma futura e il possibile cambiamento di una parte di città importante come quella del Campus di via Langhirano. La terza sul ‘progettare il costruito’, indicando un modo per riprogettare la città, sostenibile e rispettoso delle preesistenze, al fine di rifondare i luoghi centrali ridestinandoli ad usi pubblici.

Il direttore Enrico Prandi si è dichiarato molto soddisfatto della riuscita del Festival, del lavoro svolto e dei commenti lusinghieri degli ospiti. “Alcuni hanno persino proposto che il Festival dell’Architettura di Parma diventi un appuntamento fisso annuale della ricerca progettuale che si svolge nei dottorati di Architettura in Italia e non escludo che il patrimonio delle mostre possa essere riallestito in altre sedi della cultura architettonica europea”.

 

di Alice Caro, Chiara Corradi, Silvia Palmieri, Giovanna Triolo

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