In scena la sfida bilingue degli studenti-attori ‘I Chiassosi’

'L'ULTIMA CASA' DI SCARPA AL TEATRO EUROPA GRAZIE AD UNA COMPAGNIA UNIVERSITARIA FRANCESE

"L'ultima casa", finale.Un cimitero. Muratori, anziani, badanti, zombie e spiriti. Un’ambientazione ed un cast apparentemente tristi, che in realtà hanno saputo travolgere il pubblico con un’allegria sorprendente. ‘L’ultima casa’ di Tiziano Scarpa, presentato il 21 novembre al Teatro Europa, è la più recente impresa riscoperta dai ragazzi della compagnia teatraleI Chiassosi’, studenti italofoni dell’Università Toulouse Le Mirail guidati della professoressa Antonella Capra e ospitati, in occasione dello spettacolo, dall’Ateneo cittadino grazie alla professoressa Elena Pessini, docente di francese presso il Dipartimento Alef.

 

IL PROGETTO – La compagnia, fondata nel ’92, ha messo in scena diversi testi teatrali italiani che spaziano dai classici, come Goldoni (da cui prende il nome la compagnia) o Pirandello, ai contemporanei inediti in Francia presentati recentemente come quello di Scarpa. Da circa otto anni gli studenti che la compongono partecipano al festival ‘Universcènes’ (fusione tra l’universalità del teatro, l’università che lo ospita e la scena che lo caratterizza) insieme ad altre compagnie teatrali che interpretano testi in lingua straniera, quali il polacco, il tedesco, lo spagnolo, l’inglese. Recentemente il progetto ha visto coinvolti anche alcuni studenti del corso di laurea in traduzione presso il centro CeTIM che hanno preparato sovratitoli proiettati tramite diapositive durante lo spettacolo, per rendere maggiormente comprensibile il testo non solo ai madrelingua e agli studenti dell’idioma proposto, ma anche agli spettatori completamente digiuni della lingua.
L’iniziativa studentesca viene sovvenzionata da tre organismi: il Comune di Toulouse, il Consiglio regionale e l’Università. I fondi sono destinati al compenso per i professionisti del teatro che aiutano gli studenti-attori nell’allestimento, tra cui tecnici delle luci e dell’audio, costumisti, scenografi e registi, come Jean-Claude Bastos, che dirige la compagnia portandosi alle spalle una stimata carriera teatrale grazie alla quale ha raggiunto la celebrità in Francia.
La recitazione richiede uno sforzo fisico ed intellettuale per gli studenti che sono chiamati a lavorare sulla pronuncia, sulla prosodia, sulla gestualità e sulla comprensione del testo. La professoressa Capra, dicendosi grata all’Università di Parma per aver ospitato la compagnia, ha però specificato che il progetto non è finalizzato all’apprendimento della lingua straniera (metodo ‘glottodrama’), ma che si tratta di “una vera e propria pratica teatrale” da cui gli studenti ricavano anche vantaggi a livello sociale, come la possibilità di viaggiare e fare nuove conoscenze, ma anche psicologico, attraverso l’abbattimento della barriera linguistica ed emotiva, non solo di fronte al pubblico ma anche nella vita quotidiana.

 

foto.3mod LO SPETTACOLO –  ‘L’ultima casa’  di Scarpa offre un ritratto della società italiana contemporanea, ricca di drammi da cronaca nera come lo stupro sullo sfondo della vicenda o la disperata ricerca di una nuova vita da parte di immigrati costretti a scontrarsi con l’indifferenza dei cittadini. Un emblematico gioco di maschere si sviluppa in un cimitero in costruzione e vede protagonisti due muratori, un vecchio architetto con la sua badante russa, una vedova ingenua e una ragazza confusa che alternano la loro presenza in due atti ad un intermezzo, in cui zombie e spiriti fanno la loro comparsa sul palco con una macabra danza rivelatrice sul senso dell’esistenza, capovolgendo i ruoli e proponendo i defunti come maestri di vita. I personaggi infatti, nel singolare esito di questa vicenda, ‘muoiono’ per essere rimpiazzati dagli attori stessi che, trattando i temi appena proposti sulla scena, si rivolgono al pubblico chiedendo di intervenire nel quotidiano riguardo a questi argomenti, non solo godendo passivamente dello spettacolo. Questo allestimento grottesco, condito da una punta di ironia e critica, alleggerisce così i temi trattati e strappa un sorriso agli spettatori.

Gli studenti, quindi, dimostrandosi abili nel gestire un testo importante in una lingua che non gli appartiene ma con la quale esprimono la loro dimensione interiore, hanno dato l’esempio concreto di quanto il teatro possa risultare universale nel suo messaggio. Uno dei teatranti, presenti all’incontro dedicato al progetto tenutosi mercoledì 19 novembre presso la sede del Dipartimento Alef di viale San Michele, ha infatti dichiarato che il teatro è una “question de présence”, ossia essere attivi sulla scena per trasmettere ciò che il testo vuole comunicare. Gli attori perciò interpretano le loro parti mettendo anima e corpo sul palco, ma tocca poi agli spettatori cogliere il significato intrinseco della trama, immedesimandosi nei personaggi presentati e vivendo quest’esperienza con la consapevolezza dell’unicità della pièce nella molteplicità dei suoi aspetti.

 

di Laura Misuraca e Vittorio Signifredi

1 Commento su In scena la sfida bilingue degli studenti-attori ‘I Chiassosi’

  1. Antonella Capra // 27 novembre 2014 a 19:33 // Rispondi

    Grazie infinite ai due giornalisti per questo bell’articolo che conlude il progetto teatrale dell’Université de Toulouse.

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