“Ero troppo grosso per il crossfit” Ora è il campione italiano di strongman

SOLLEVA AUTO E TRAINA CAMION, ANTONIO LUCHENA: "NON SOLO MUSCOLI, SERVE PREPARAZIONE MENTALE E SEVERITA'"

IMG-20170512-WA0007Sono gli uomini e le donne più forti d’Italia. Così li definiscono le locandine degli eventi sportivi che li riguardano. Alzano pesi di 300 chili, sollevano automobili e trainano camion. Tutto questo per sport: lo strongman. Uno sport spettacolare che affascina il pubblico, con prove estreme che testano la resistenza e la potenza degli atleti. Nata negli Stati Uniti d’America, questa disciplina si è poi diffusa anche in Europa, dove sono sorti numerosi club e associazioni. In Italia è la Fisman (Federazione Italiana Strongest Man) che si occupa di far conoscere lo strongman e organizza il Campionato Italiano, oltre che eventi all’estero in collaborazione con altre federazioni internazionali.

SERVONO COSTANZA E DETERMINAZIONE – Vive in provincia di Parma, a Collecchio, il campione italiano, categoria under 105 Kg, Antonio Luchena, classe 1982. Per tanti anni ha praticato sport da combattimento, come lotta libera, arti marziali miste e molto altro ancora, poi un infortunio ad una spalla lo ha costretto a smettere. Sì è dato al crossfit e da lì è approdato allo strongman. “Un mio amico che pratica power lifting mi diceva che non ero portato per fare crossfit, ero troppo grosso. Per essere competitivo nel crossfit serviva un altro tipo di conformazione fisica e mi vedeva meglio negli sport di forza e resistenza. Io non ci credevo e invece aveva ragione!”. Da lì, a soli due mesi dall’approdo alla disciplina, Antonio, partecipa al Campionato Italiano e si classifica già al secondo posto. “Lo Strongman è uno sport particolare – spiega l’atleta – è necessaria tanta preparazione fisica e mentale. Bisogna essere molto severi con sé stessi, mangiare bene, fare tanti sacrifici. Io, ad esempio, non bevo e sono vegetariano”. Un vita dedita allo sport la sua, “a Natale mi alleno, a Capodanno mi alleno e a Pasqua anche”. In casa poi respira aria di forza e energia, visto che la sua compagna è Valentina Rossi, campionessa italiana del 2016 per la categoria rookie (dilettanti, ndr) strongwoman class. È lui che l’ha aiutata nell’allenamento, nella palestra dove entrambi sono istruttori, la CrossFit Audere Strongman, a Collecchio, affiliata Fisman e la prima in Emilia Romagna ad avere l’attrezzatura per praticare strongman.

Strongman“FINO A QUALCHE ANNO FA ERA UNO SPORT SOLO PER GENTE GROSSA” – “Adesso stanno cercando di renderlo fruibile un po’ per tutti”. E le categorie di peso sono varie: la welter class con i -80 Kg, l’extra class con i -90 Kg, fino a salire alle classi over 105 Kg “dove trovi bestioni di 143 o 160 Kg”. Ovviamente c’è anche il campionato Strongwoman con le due categorie di peso -63 Kg e +63 Kg. La discplina prevede diverse prove, sia di forza che di resistenza, come lo stacco da terra (chiamato anche Tire Deadlift), in cui vince chi alza il peso maggiore. C’è poi il classico truck-pull, che consiste nel trainare il trattore di un camion del peso di 7,5 tonnellate per 30 metri nel minor tempo possibile. Il campione di casa nostra spiega orgoglioso: “in Italia usiamo la fune di traino, cioè una fune che ci tiene legati al camion e poi ce n’è un’altra che serve per dare lo slancio in partenza. Io l’ho fatto anche senza ma è molto più difficile mantenere una linea retta durante il percorso”. Nella patria della Fiat Cinquecento non poteva certo mancare la prova del Cinquino: “si solleva l’automobile e la si trasporta per 25 metri nel minor tempo possibile”. Non è certo un gioco da ragazzi, ma Antonio Luchena quando deve cimentarsi in una competizione si ispira al velocista Usain Bolt, “per lui è tutto una festa e per me è la stessa cosa. Quando devo fare uno stacco da terra libero la mente e mi diverto, se va su bene, se non va su pazienza, ci riprovo la prossima volta. In gara si va per stare in compagnia, non è importante vincere o perdere, l’importante è essere arrivati lì”.

IN ITALIA ESSERE UN ATLETA NON PAGA –  È difficile sostentarsi grazie allo sport. “Se sei uno sportivo non vai bene, lo sport viene sempre in secondo piano”, si sfoga Luchena. “Negli altri Paesi è diverso: in America se sei un bravo sportivo vieni incentivato, hai anche l’accesso al college con borse di studio”. Troppo spesso, secondo l’atleta, nello stivale si pensa solo al calcio e attività senza un mercato intorno, come lo strongman, vengono ignorate, addirittura mal viste. Invece sono proprio sport di questo tipo ad aver aiutato Antonio nei momenti difficili. Sorriso sempre pronto e sul braccio un tatuaggio con un bilanciere, sotto la scritta ‘Unbroken’. “Io allo sport devo tutto e non mi fermo di fronte a nulla”, promette Antonio, mentre si prepara per un altro allenamento in vista di nuove sfide.

 

di Martina Innocenti

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