Apre Praise House, prima casa di accoglienza di “migranti per migranti”

CORSI DI ITALIANO E REINSERIMENTO SOCIALE: DA QUI PARTE L'INTEGRAZIONE DI DONNE IN DIFFICOLTA'

Praise HouseUn nuovo centro di “migranti per migranti”: è la ‘Praise House‘, casa di accoglienza per donne in difficoltà che dal 23 settembre 2017, dopo l’inaugurazione alla presenza delle autorità locali, ha aperto le sue porte a Corcagnano.
Generalmente sono le istituzioni a promuovere strutture o progetti a scopi sociali e di supporto, ma non in questa occasione. Praise House nasce infatti per volere di ‘Festival of Praise and Care‘, un’associazione inserita ormai da anni sul territorio che ha scelto di promuovere un’iniziativa completamente curata dalla comunità nigeriana e volta a superare le difficoltà legate al tema dell’integrazione.

Ripercorrendo le tappe del progetto, Elisabetta Mora, responsabile della Struttura Operativa Fragilità del Comune di Parma, conferma come la Praise House si sia occupata autonomamente e in piena libertà della ricerca e scelta della sede, provvedendo conseguentemente ai costi dell’immobile. Il Comune, “retrocesso” a vero e proprio collaboratore, elargisce così solo parte dei fondi a supporto dell’iniziativa. “Una risorsa – secondo Elisabetta Mora – questa collaborazione tra Comune e Comunità migrante che assicura alle donne in difficoltà una sede di accoglienza e cura.”
Tramite una gara di appalti è stata infatti selezionata l’associazione garante della tutela di queste donne. La responsabilità, in questo caso, è stata assunta da ‘Oltre la strada‘, una rete regionale promossa dall’Associazione Mondo Donna Onlus che sorge col preciso scopo di regolarizzare e sostenere il reinserimento sociale di chi è in difficoltà, così come proposto dalla Praise House. All’interno della struttura, oltre ai volontari, migranti e non, è stato comunque inserito, a garanzia dell’impegno profuso dal Comune, un operatore dei servizi sociali che gestisce le risorse e il tempo della casa.
L’iniziativa sembra aver colto l’esigenza di sostegno del territorio e il Comune ha coerentemente disposto la segnalazione delle realtà problematiche da includere nel progetto di integrazione.

Foto da Kingdom star Productions

Foto da Kingdom star Productions

Attualmente sono quattro le donne ospitate nell’appartamento, con capienza di sei, collocato all’interno di un condominio familiare, tutte tra i 18 e 23 anni e con alle spalle una storia di abusi comune. Le donne, spesso vittime di tratta, verranno seguite in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. I servizi erogati all’interno della struttura verranno disposti a discrezione dei responsabili, presenti quotidianamente nella sede, a seconda delle necessità: supporti medici o consulenze psicologiche.
Clarissa Santana De Lima, educatrice all’interno della Praise House, addetta all’accoglienza di secondo grado, ci chiarisce come la struttura sia volta all’inserimento sociale di questa comunità.
È proprio attraverso questa struttura che l’iniziativa può definirsi unica, perché, oltre a una gestione affidata alla mano di coloro che l’aiuto lo cercano e lo elargiscono, l’ambiente “inclusivo” viene iscritto a pieno titolo alla realtà locale, favorendo un contatto diretto con l’esterno.
“Essenziale – secondo Clarissa – è stata la scelta del luogo che contava solo 900 migranti su 10.000 abitanti. Un contesto raccolto dove sarà possibile seguire con impegno e attenzione il percorso di queste donne, la cui collocazione viene troppo spesso affrettata. Solo gradualmente e progressivamente sarà possibile aiutare, distintamente, le donne di tratta.”
L’obiettivo è quello di ottenere autonomia e indipendenza per tutte le donne che decidono di sottrarsi allo sfruttamento e che, all’oscuro dei procedimenti di richiesta per l’ottenimento della Protezione Internazionale, necessitano di consulenze e informazioni altrimenti per loro inaccessibili. La prima fase di accoglienza sul territorio lamenta infatti delle lacune correnti nel sistema politico che inducono le donne a rifugiarsi troppo spesso nella strada. Impellente è quindi il bisogno di diffondere consapevolezza e conoscenze all’interno della realtà migrante.
La casa propone, a tale scopo, in primo luogo corsi di lingua per l’apprendimento dell’italiano, gestiti da volontari e collaboratori quasi esclusivamente stranieri, a causa dell’inconciliabilità linguistica.
Oltre all’inserimento diretto nel territorio di Corcagnano, supportato dalla comunità locale attraverso incontri settimanali con il vicinato, la Praise House prevede delle riunioni di supporto spirituale e religioso che consentono una reintegrazione emotiva e psicologica delle vittime, protette e raccolte in un ambiente affabile e inclusivo.

Appare forse complesso parlare di integrazione quando l’interazione multiculturale, dall’esterno, sembra distante. L’ambiente sviluppato dal progetto, però, in modo del tutto antitetico dalla prima percezione, favorisce un’acquisizione linguistica che spesso per queste donne rappresenta il primo passo per ritornare a una “sana” vita sociale e lavorativa, consentendo di affacciarsi, così, a una complessa mutualità culturale.
L’intervento all’inaugurazione della Praise House di una studentessa migrante, oggi attiva all’interno della comunità, dà prova proprio di come il frutto della comunione interculturale possa generare sempre più risorse di solidarietà e benessere, traendo forza dall’impegno e dall’appoggio multiculturale.

 

di Vittoria Fonzo e Sofia Panza

1 Commento su Apre Praise House, prima casa di accoglienza di “migranti per migranti”

  1. a Ponte taro di Fontevivo vive una ragazza sola di origine Nigeriana non ha luce gas ed acqua Vive raccogliendo cibo dal residuo e nel peggior degrado ed è senza documenti. Come possiamo aiutarla?

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