Lella Costa e l’intelligenza grande della sua Traviata

A TU PER TU CON L'ATTRICE DURANTE LE PROVE DEL SUO MONOLOGO PER IL FESTIVAL VERDI

È andata in scena mercoledì 11 ottobre al Teatro Farnese ‘Traviata, l’intelligenza del cuore’ di Lella Costa, attrice, scrittrice e volto noto della tv. Tratto dall’omonimo dramma verdiano, ispirato a sua volta dal romanzo di Alexandre Dumas ‘La signora delle camelie’, lo spettacolo è un riuscito tentativo di “raccontare come ci siano dei linguaggi immortali, come quello del melodramma o del romanzo d’appendice, ma anche dei meccanismi d’innamoramento che possono riguardare tutti nella vita”, rivela la stessa Costa. In questo nuovo allestimento – l’opera è andata in scena per la prima volta nel 2002 – è la musica dal vivo a fare la differenza.
Lella Costa al FarneseL’attrice e co-autrice viene infatti accompagnata dal pianista Davide Carmarino e dai cantanti Adriana Iozzia e Lee Chung Man, in un gioco che coinvolge musiche e personaggi contemporanei, come Franco Battiato, Tom Waits e Marianne Faithfull. La narrazione è ulteriormente arricchita da citazioni più o meno velate a opere di altri artisti, con ammiccamenti a Fabrizio De André, Mia Martini, Nanni Moretti.
Lella Costa, che più volte nella sua carriera si è espressa a favore dei classici, le storie “nate prima”, afferma: “Il rischio che voglio evitare è la parodia, forse ha più senso capire quanto di quelle storie ci riguarda ancora. L’equazione che bello è uguale a nuovo, oltre che pericolosa, non è vera” perché spesso, il pubblico è più affascinato da ciò che lei chiama “l’incantamento del raccontare e del farsi raccontare”.

Per quanto riguarda la nostra città, ha solo parole lusinghiere: “A Parma sono stata molte volte e mi piace molto, ma questo posto (il teatro Farnese, ndr) non lo conoscevo ed è incredibile, non mi capacito di tale bellezza”.
L’attrice sfata, inoltre, un mito legato alla mancanza di interesse dei giovani per il teatro: “Se vogliamo che i giovani vadano a teatro, dobbiamo prevederli come spettatori e non costringerli a rientrare in categorie già determinate vorrei che ci fosse più rispetto per loro”.
Traviata al FarneseSpettatori che mercoledì sera hanno decisamente apprezzato la sua Traviata, a giudicare dai lunghi minuti di applausi ininterrotti.
Lella Costa è riuscita a incantare tutti con la sua voce calda e familiare, la stessa che aveva rotto i primi istanti di silenzio assoluto dello spettacolo con la frase: “Felici quelle nature di fuoco che ardono fino a consumarsi”. Poche parole che ben riassumono lo spirito di Traviata e che richiama alla mente quella di tante altre donne. Maria Callas è tra queste -“Lei però Onassis lo amava”, sentenzia l’attrice – insieme a Marilyn Monroe. Dive che diventano simboli di quell’eccesso che fa spavento ma che rende uniche le traviate.

Per tutta la durata dello spettacolo, Lella Costa rimane fedele alla narrazione, senza riassumere il romanzo ma approfondendo alcune parti salienti della storia che diventano spunti per denunciare drammi moderni. Lacrime e risate si alternano con facilità. La Costa, che a tratti impersona uno o l’altro dei protagonisti, a tratti dialoga con loro come una mamma, riesce a emozionare tutti. Non mancano passaggi pungenti e osservazioni umoristiche sulla natura ingenua di Alfredo, che incarna inizialmente il giovane maschio innamorato: “Bono sì, ma non proprio un’aquila”.
Lella e LeeNella figura del padre di Alfredo il monologo dell’attrice si sofferma particolarmente: il suo doppiogiochismo, la sua morale dei due pesi e due misure, prevede che in pubblico “Disprezzo degno se stesso rende chi pur nell’ira la donna offende” mentre nella vita privata ha sempre insegnato al figlio che le mantenute vanno pagate col denaro, non con i sentimenti. In lui la narratrice individua l’archetipo di tutti gli uomini “con i cuori a forma di salvadanai” senza distinzione di classe sociale o professione, che alimentano il giro d’affari della prostituzione. Si rivolge al pubblico e, in un’infinito elenco di mestieri diversi, chiama tutti in causa. A tutti pone la stessa domanda: “Davvero vi sembra normale che qui oggi, si debba ancora comprare il corpo delle donne?” per poi ritornare Marilyn e al suo destino infausto. Nonostante la sua carriera di successo ed eccesso, sembra che sia per sempre rimasta più simile a una adolescente che a una gran diva: “Ogni donna è, o almeno per un istante è stata, precisamente questo: una bellissima bambina”. E così andrebbe guardata, conclude l’attrice.

 

di Elia Munaò e Emma Bardiani

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