Aziende e paesaggio: da qui è nata l’identità di Parma ‘costruita sul cibo’

UNA MOSTRA FOTOGRAFICA E DUE CONVEGNI SUL LEGAME TRA LAVORO, ARCHITETTURA E TERRITORIO

Fino a che punto la presenza di attività produttive sul territorio di Parma ha modificato i paesaggi agricoli ai quali oggi siamo abituati? Quali caratteri ha inciso la loro architettura sull’identità del territorio? Da questi interrogativi trae origine l’iniziativa promossa da Parma Urban Center e Gruppo Giovani dell’Industria di Parma ‘Il lavoro costruisce la città‘ che propone alla città una serie di eventi in programma fino a fine ottobre: la mostra fotografica ‘Identità economica del paesaggio’, il convegno ‘Costruire cibo a Parma’ e l’incontro ‘Azienda & architettura, mandati, strategie e ruolo’.

Foto di Carlo Gardini

Foto di Carlo Gardini

Identità economica del paesaggio è il titolo della mostra fotografica ospitata dal 14 al 31 ottobre nell’atrio del Palazzo centrale dell’Università di Parma e curata da Dario Costi, docente e ricercatore di architettura, nell’ambito delle iniziative promosse dall’associazione culturale Parma Urban Center con la collaborazione del Gruppo Giovani dell’Industria di Parma. L’esposizione approfondisce la relazione esistente tra architettura, fotografia e la produzione di cibo, caratteristica del distretto produttivo agroalimentare di Parma. Passando attraverso le esperienze artistiche sul tema di pittori come Amedeo Bocchi, Daniele de Strobel e Carlo Mattioli, emerge una rappresentazione del contesto rurale parmigiano strettamente influenzato dalla presenza di attività produttive, che non sconvolge il paesaggio di per sé ma lo trasforma, conferendogli una peculiarità propria. “Potrebbe sembrare un’ovvietà – spiega Dario costi – ma nell’immaginario identitario dei parmigiani il paesaggio è sempre coltivato”.

Foto di Carlo Gardini

Foto di Carlo Gardini

Ben lontano quindi dai luoghi comuni che vedono nella presenza industriale uno dei principali fattori di degenerazione del paesaggio, la mostra mette in evidenza gli aspetti più luminosi, culturali e identitari, legati alla capillare diffusione delle aziende del settore agroalimentare nel distretto di Parma. Realtà che con la loro presenza storica sul territorio hanno contribuito a caratterizzarne intimamente il paesaggio. “Senza la presenza di aziende agroalimentari nel nostro territorio – sottolinea Costi – i paesaggi nei quali la mia generazione è cresciuta, non sarebbero esistiti e probabilmente ancora oggi sarebbero incolti, grezzi e selvaggi”. L’economia radicata nel territorio garantirebbe, quindi, continuità non solo per il mantenimento dei centri urbani di Parma, ma sopratutto per la cura che assicura alle sue campagne produttive.

Fotografia di Jacopo Ferrari

Fotografia di Jacopo Ferrari

Passando in rassegna le fotografie di Jacopo Ferrari e Carlo Gardini, la mostra ripropone due percorsi tematici differenti. Il primo vede protagonista il racconto delle aziende storiche impegnate nella produzione del prosciutto di Parma e del parmigiano, mentre il secondo presenta una serie di scatti che ritraggono i campi coltivati di pomodoro attraverso le diverse sfumature di paesaggio che lo caratterizzano al variare delle generazioni produttive e delle stagioni.

Al tema della relazione tra l’identità storica e le prospettive future del distretto agroalimentare della città è stato invece dedicato il convegno ‘Costruire cibo a Parma’, tenutosi il 17 ottobre nella sede dell’Unione Parmense degli Industriali. Attraverso una serie di dialoghi a più voci, ha rivolto una particolare attenzione agli sviluppi delle imprese legati al passaggio intergenerazionale. Quale eredità hanno trasmesso i fondatori delle aziende del territorio nel passaggio del testimone ai propri successori? Come si sono evolute le loro strutture produttive nel corso degli anni?
I primi a rispondere a queste domande, raccontando il percorso della loro azienda nata nel 1938, sono stati Carlo e Federico Galloni, padre e figlio, imprenditori del salumificio che porta lo stesso cognome. Il figlio Federico, che ha affiancato il padre dal 2003, ha raccontato con visibile emozione le difficoltà affrontate dalla famiglia Galloni in seguito all’incendio del 14 luglio 2016 che devastò gran parte della loro struttura e produzione, e della successiva ripresa economica, seguita dalla ristrutturazione, soffermandosi poi sul potenziamento dell’azienda attraverso l’implementazione di nuove tecnologie introdotte nella struttura produttiva.
Successivamente è stato il turno di Giuseppe e Aldo Rodolfi, proprietari dell’omonima industria alimentare specializzata nella produzione di conserva da pomodoro. Anche loro padre e figlio, hanno descritto le tecniche rudimentali con le quali le conserve venivano prodotte all’inizio della loro attività, nel lontano 1896, fino a spiegare attraverso quali cambiamenti gli eventi della Prima e Seconda Guerra Mondiale abbiano influenzato negativamente la produzione. Nel corso di questi 120 anni, l’azienda, premiata come una delle più longeve del territorio, ha raggiunto svariati traguardi: ad oggi la Rodolfi esporta i propri prodotti in più di sessanta paesi nel mondo, producendo 250.000 tonnellate di pomodoro all’anno, di cui il 70% delle coltivazioni è presente sul territorio di Parma.
Infine, Emilio e Irene Rizzoli, padre e figlia, hanno raccontato la storia dell’azienda Delicious, dal 1974 specializzata nella produzione e commercializzazione di conserve di pesce. Di origini torinesi, la famiglia Rizzoli si trasferisce a Parma a fine ‘800 nei pressi della stazione ferroviaria. Proprio in quegli anni Parma, grazie all’arrivo della ferrovia, diventerà un nodo nevralgico di smistamento produttivo nel Nord Italia, innescando uno straordinario fenomeno di riorganizzazione produttiva che, mobilitando uomini, capitali e merci, avrebbe contribuito alla profonda trasformazione dell’economia parmigiana da agricola ad agroindustriale. Emilio Rizzoli, nello spiegare come avvenga il processo di lavorazione e conservazione delle acciughe, ha raccontato di aver dovuto viaggiare molto, in lungo e in largo nelle città marinare ‘a caccia’ dei branchi per la pesca delle acciughe e in cerca di nuovi mercati da esplorare.

Nel concludere l’incontro nelle vesti di moderatore, Carlo Mambriani, storico dell’architettura e vicepresidente di Parma Urban Center, ha posto una domanda ai figli imprenditori chiedendo cosa avessero imparato dai loro genitori.
Le risposte son state varie: per Aldo Rodolfi la capacità di confrontarsi; Federico Galloni ha menzionato tra i più grandi insegnamenti trasmessi dal padre “la tenacia, il rispetto e la fiducia”; infine per Irene Rizzoli, “essere messa di fronte ai problemi è stato un grande insegnamento”, ha dichiarato, sottolineando che “il passaggio generazionale è un privilegio ma anche una grande responsabilità”.

Il programma de ‘Il lavoro costruisce la città’ si concluderà con l’ultimo convegno ‘Azienda & Architettura: Mandati, Strategie e ruolo’, il 25 ottobre alle 17,30 nella sede dell’Upi. Attraverso l’esperienza di importanti realtà economiche attive sul territorio come Chiesi Farmaceutici, Crédit Agricole Cariparma e Davines, si parlerà di come l’espressione dei valori e dell’identità di un’azienda, passando attraverso la progettazione dell’architettura della propria sede, possa diventare un’opportunità per valorizzare il territorio e il paesaggio, alla ricerca di un equilibrio tra bellezza e sostenibilità.

 

di Sara Battista e Matteo Cultrera

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