Al Centro Studi Movimenti di Parma, dove la cultura è sapere critico

CORSI LUSC VALIDI PER IL RICONOSCIMENTO CREDITI E TIROCINI PER GLI STUDENTI UNIPR

Centro studi movimenti ParmaUn piccolo grande patrimonio di cultura che custodisce 15.ooo volumi e fornisce strumenti per un sapere critico, per “saper leggere il mondo”. E’ il Centro Studi Movimenti di Parma, istituto di ricerca e centro di documentazione, recente protagonista di una collaborazione con il Capas dell’Università di Parma e con il corso di Scienze Politiche per il riconoscimento di crediti formativi agli studenti dell’Ateneo.

Il centro è nato negli anni 2000 con lo scopo di promuovere la ricerca e la conoscenza delle dottrine delle organizzazioni e dei movimenti antisistemici dell’epoca contemporanea. Nella sua sede, presso la Casa Matteo Bagnaresi di via Saragat 33, si compone di una sala archivio e di una biblioteca specializzata: “La nostra – racconta Walter Gambetta, storico e tra i volontari del centro – è una biblioteca mirata su storia politica e contemporanea e sociologia politica. Ci sono molte case editrici di nicchia, che non si trovano nelle biblioteche normali come, per esempio, Bfs, Mazzotta, il Mulino” . Tutti questi libri provengono da donazioni, sebbene “negli ultimi anni li abbiamo comperati noi per tenere aggiornata la biblioteca sui movimenti sociali attuali”, aggiunge Gambetta. Percorrendo il corridoio non può sfuggire l’estrema perizia con cui vengono sistemati e catalogati i volumi; stessa cosa che accade a volantini, giornali e fotografie che completano il fondo archivistico. Queste carte, segnalate già nel 2006 dalla Soprintendenza dei beni archivistici per l’Emilia Romagna come “archivio di notevole interesse storico”, sono a disposizione di tutti e vengono utilizzate dal collettivo del Centro per iniziative culturali, attività di ricerca, seminari per insegnanti e corsi di studio aperti alla cittadinanza. E’ l’amore verso la cultura e  il sapere che spinge volontari e ricercatori ad occuparsi del centro: “Siamo tutti volontari, escluso il bibliotecario, che lavora part-time: io sono insegnante, ma non mi sono ancora rassegnato alla ricerca.”
Dal 2015 il Centro studi movimenti ha promosso il progetto di Libera Università del Sapere Critico (Lusc), un programma di corsi pluridisciplinari basati sul concetto di sapere critico. Controstoria dell’Unione europea, La violenza contro le donne, un excursus dedicato alla storia del lavoro in Italia sono alcuni esempi dei corsi proposti.

COSA SI INTENDE PER SAPERE CRITICO – “Significa una critica alla società esistente”, risponde deciso il professor Gambetta. “Il centro – spiega – si mette in relazione con la società, che è in continua evoluzione e trasformazione; tutti i docenti della Lusc si pongono in modo critico rispetto ai rapporti di potere esistenti, al neoliberalismo, al consumismo, alla questione di genere e all’ecosistema”. Prevale, dunque, l’idea di dar vita a un comunità di studi per discutere di un sapere utile alla lettura del presente (e del suo possibile cambiamento). Il sapere critico non è un mero sapere, è un mezzo necessario per relazionarsi con il mondo di oggi e con la sua società. “E’ uno strumento di lotta che non ti lascia indifeso”, aggiunge.

Per accedere ai corsi Lusc è necessario essere soci del Centro studi movimenti e versare un contributo di 50 euro valido per un solo corso. Per gli studenti, purché tesserati al Centro studi movimenti, la quota per corso è ridotta a 20 euro. “La Lusc si auto promuove, in quanto i corsi si avviano se ci sono partecipanti minimi; mentre il Centro vive di volontariato: cerchiamo convenzioni con gli enti pubblici per pagare i progetti”. L’offerta dei corsi Lusc si caratterizza per proporre un taglio più dinamico e coinvolgente rispetto a quelli universitari, basati su un metodo di studio accademico e spesso didascalico. Questo approccio, come spiegano i volontari, nasce dalla possibilità che la gente si possa trovare in un luogo per parlare di cultura. Il rapporto stesso fra coloro che tengono i corsi e gli allievi è basato sulla comunicazione: “Contano le domande, gli interventi di chi frequenta il corso: lo scopo è trovarsi un numero di sere per discutere di cultura, suscitando l’interesse e la curiosità delle persone“, sottolinea Gambetta. “Questi corsi sono frequentati soprattutto da universitari e persone che vogliono continuare a fare ricerca, a tenere in allenamento il cervello: è necessario per saper leggere il mondo”.

TIROCINIO AL CENTRO STUDI – Da quest’anno gli universitari di Parma che seguiranno parte dei corsi promossi dalla Lucs potranno ottenere il riconoscimento di un credito formativo (cfu) grazie a una recente convenzione con il Capas e con il corso di laurea in Scienze Politiche. Per gli insegnanti, invece, la frequenza dei corsi è valida come credito di formazione per la scuola, dato che il centro è un ente accreditato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Il Centro studi movimenti apre inoltre agli universitari la possibilità di prendere parte alla propria attività attraverso i tirocini. “Sono tanti anni che svolgiamo tirocini con studenti dell’Università di Parma e dell’Università di Bologna – racconta Gambetta-. L’idea è quella di formare dei tirocinanti in modo che imparino a conoscere come funziona una biblioteca, un archivio, il tutto stando dietro alle quinte: sussiste uno scambio fra lavoro e competenze. Una studentessa che studia Beni culturali è interessata ad archivistica e alla catalogazione di un fondo o di un libro; chi studia invece Scienze della comunicazione vuole sapere come si organizza un convegno o come funziona un ufficio stampa”. Tra le attività affidate ai tirocinanti si passa dunque da un lavoro di schedatura a quello di inventario, poi ufficio stampa e ricerca, senza dimenticare la catalogazione di libri, dischi, giornali e volantini.

 

di Valentina Perroni

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