Al Ponte nord un Museo dell’acqua per farne “un luogo attivo della città”

UNIVERSITA' ED ENTI PRESENTANO IL PROGETTO PER UNO 'SCIENCE CENTER' A PARMA

Ponte EuropaUn museo dell’acqua che affonda le fondamenta sul torrente Parma e che darebbe una ragione d’essere al Ponte Europa. E’ stato questo il fulcro di un incontro-dibattito tenutosi il 27 novembre scorso all’Università di Parma sulla proposta di realizzazione del Museo dell’Acqua all’interno dell’edificio in elevazione del Ponte Europa, noto anche come ‘Ponte nord’. La proposta è avanzata da un team di responsabili dei vari organismi cittadini che si occupano in diversi ambiti del tema acqua e che hanno esposto il progetto durante l’appuntamento aperto a cittadini e studenti: Meuccio Berselli, dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Silvano Pecora di Arpae servizio Idro-Meteo-Clima della Regione ER, Bruno Mioni dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po, Renzo Valloni, del Centro Acque eu.watercenter dell’Università di Parma e Giorgio Triani, coordinatore delle strutture d’acqua.

Chiacchierata opera pubblica ed eredità dell’amministrazione centrodestra dell’era Ubaldi-Vignali, il Ponte Europa era stato progettato come ponte abitabile per spazi espositivi e commerciali e realizzato con 25 milioni di fondi pubblici arrivati a seguito dell’insediamento dell’Efsa a Parma per collegare la sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare alla vicina stazione. Pur essendo stata inaugurata l’infrastruttura nel 2012, la parte interna non è mai stata utilizzata (ad eccezione di pochi singoli eventi) a causa della mancata autorizzazione. La legge italiana vieta infatti espressamente usi permanenti per stabili costruiti su alvei dei fiumi e dei torrenti. Proprio il caso del Ponte Nord che ad oggi rimane un contenitore vuoto inutilizzato, monco delle abilitazioni e autorizzazioni necessarie.

Conferenza stampa Museo dell'acquaIL PROGETTO – Ecco allora l’input di creare all’interno del Ponte un museo tematico dedicato all’interazione complessa fra acqua, cibo ed energia e il cambiamento climatico in corso. Una sorta di contenitore culturale a livello internazionale sull’acqua, dunque, suddiviso in spazi espositivi e percorsi multimediali sulla connessione acqua-cibo-territorio, con una biblioteca e laboratori didattici in realtà aumentata, con un centro di informazione e documentazione su gestione fluviale e turismo fluviale a contratti di fiume. Il museo è inoltre pensato per ospitare numerose attività, fra cui eventi nazionali e internazionali su temi sensibili come cambiamento climatico e sostenibilità ambientale. La proposta di realizzare il Science Center sull’Acqua proprio all’interno del ponte, secondo gli organizzatori sarebbe coerente con la posizione, essendo la struttura costruita sul corso d’acqua del torrente Parma. Il fatto che sia un importante affluente del Po assegna al ponte quel “valore simbolico” e una “vocazione di utilizzo quale centro multifunzionale di informazione, ricerca e documentazione”.
Da superare rimane però il problema dell’autorizzazione attesa dal governo che dovrebbe dare il via libera a una variante urbanistica per permettere usi permanenti di interesse pubblico all’interno dell’infrastruttura. La realizzazione del Museo, ribadiscono i proponenti del progetto, necessita, infatti, del coinvolgimento delle istituzioni pubbliche ai vari livelli: dall’Università al Comune di Parma, proprietario della struttura, dal Mibac (Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo), al sostegno della Regione e del Mattm (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).

“É un progetto aperto per un enorme manufatto che sta sull’acqua e che necessità di interventi per renderlo agibile”, ha esordito durante l’incontro Giorgio Triani, primo tra i relatori a prendere parola. Ecco dunque l’idea di destinarlo al museo con una proposta non calata dall’alto ma “nata dal dialogo” affinchè sia un “luogo della città – come sottolinea Berselli – un luogo attivo e propositivo; il Ponte sul torrente é molto importante ma oggi é ancora chiuso”. Importante come la rilevanza che assume oggi in tutti i suoi aspetti il tema delle risorse idriche. “Parma, divenne la capitale dell’idrologia – ricorda Silvano Pecora, riferendosi all’insediamento del ‘Magistrato alle Acque’ in città oltre due secoli fa – ha il compito di mettere in evidenza come l’acqua – che può sostenere l’economia e che deve essere gestita per farne un uso competitivo – debba essere protetta, temuta e gestita con maggior consapevolezza“. Ma in questo contesto, “non si può parlare di acqua da sola – precisa Valloni – questa va declinata assieme ad energia e cibo, sopratutto l’acqua non è scindibile dal cambiamento climatico”. Il docente parla del “nexus” che intercorre fra acqua e ambiente e prosegue sottolineando il fatto che il tema acqua, intesa sia come risorsa sia come pericolo, sia un tema centrale oggigiorno, portando ad esempio l’iniziativa di ben 37 aziende e associazioni italiane che hanno aderito a un progetto che prevede la riduzione in maniera sostanziale dell’utilizzo di acqua nei propri processi produttivi per una gestione delle risorse idriche efficace e razionale.

Chissà che, se il progetto del museo vedrà la luce, non riesca nell’intento di sensibilizzare sull’assoluta centralità che l’acqua assume oggi, affinché ogni cittadino la consideri un bene non scontato, di assoluto valore e attualità.

 

di Rim Bouayad e Valentina Perroni

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