Help for Erasmus: studenti a sostegno di studenti

"UN ARRICCHIMENTO LINGUISTICO, CULTURALE E UMANO CHE NON HA PREZZO"

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“Sono arrivata a Parma con una settimana di ritardo, le lezioni erano già cominciate, avevo difficoltà ad orientarmi nella città e a trovare una casa. Ero preoccupata, ma non avevo abbastanza coraggio per chiedere ai professori o ai compagni perché non ero abituata a parlare in italiano. Ho chiesto aiuto all’ufficio Erasmus e mi hanno dato il contatto di un tutor”. Così Franziska, studentessa Erasmus di Halle, ricorda i primi giorni in Italia.

 

IL PROGETTO – Help for Erasmus’ ha l’obiettivo di dare un sostegno agli studenti Erasmus che arrivano a Parma e si trovano alle prese con un’Università, una città e una lingua diverse dalla loro. Per un ragazzo straniero sapere di poter contare sull’aiuto di uno studente del posto è sicuramente incoraggiante. “Quando ho incontrato Serena non ero intimidita – racconta Franziska – con lei era piacevole parlare in italiano perché mi rassicurava raccontandomi la sua esperienza Erasmus. Mi ha aiutata molto spiegandomi tante cose sull’Università ma soprattutto mi ha detto che se ho bisogno posso chiedere a lei qualsiasi informazione. Penso che questa sia la cosa più importante: sapere che c’è sempre qualcuno disponibile ad aiutarmi”.

 

COME FUNZIONA – Il progetto consiste nell’abbinare uno o più studenti Erasmus ad uno studente iscritto all’Università degli Studi di Parma (tutor), possibilmente appartenente allo stesso Dipartimento e che abbia trascorso un analogo periodo Erasmus nel Paese di provenienza dello studente straniero. Alcuni tutor ci spiegano che generalmente vengono assegnati 3-4 ragazzi per ogni tutor, un numero che permette di gestire facilmente e in maniera concreta l’impegno preso. Tuttavia per alcuni Dipartimenti ci sono state difficoltà nel trovare ragazzi disponibili al tutoraggio. Così qualcuno si è trovato a gestire 20-25 ragazzi da solo, anche studenti di corsi di laurea differenti dal proprio. Racconta Serena, capotutor per il dipartimento di Giurisprudenza: “Mi hanno assegnato ben 24 ragazzi, anche quelli che frequentano Scienze Sociali e Scienze Politiche perché per questi corsi nessuno studente si è proposto. Io studio Giurisprudenza e faccio molta fatica a gestire questo compito perché non conosco nulla di queste facoltà, non conosco i professori e non posso dare loro suggerimenti sugli esami. Se posso dare un consiglio – continua Serena – promuoverei di più questo progetto, quando sono tornata in Italia ho scoperto di questa iniziativa chiedendo io stessa informazioni sul servizio di tutoraggio, sulla base della mia esperienza all’estero. Sono sicura che se il servizio fosse più sponsorizzato quasi tutti gli ex-Erasmus italiani vorrebbero partecipare”.

 

PERCHÉ DIVENTARE TUTOR – Il progetto non ha vantaggi soltanto per gli studenti stranieri, ma offre anche “un’ottima opportunità ai tutor per esercitare la lingua straniera, per conoscere nuove persone e nuove culture – come ci racconta Salvatore, capotutor per il Dipartimento di Economia -: grazie a quest’esperienza sto imparando il francese, attraverso una sorta di tandem linguistico con uno dei miei studenti Erasmus, e poi sto scoprendo degli squisiti piatti, come gli Haluskj slovacchi o il Gozleme turco”. Per i tutor si tratta di un impegno che non richiede molto tempo, ma che offre tanto: “Un arricchimento linguistico, culturale e umano che non ha prezzo” come dice il capotutor per il Dipartimento di Chimica. E non manca lo spirito di solidarietà: “Mi sembrava doveroso mettermi a disposizione per studenti che si trovavano nelle mie stesse condizioni di un anno fa – dice Giuseppe, capotutor per il dipartimento di DICATeA – Arrivano in un Paese straniero senza casa, senza un piano di studi… Ma almeno con un amico!”
“Una sera – racconta Giacomo tutor da tre anni per il Dipartimento di Lass – mi sono ritrovato in Pilotta con un amico siciliano che suonava la chitarra e coi ragazzi spagnoli a cui facevo da tutor; e tra una birra e l’altra ci siamo ritrovati a cantare tutti insieme ‘La flaca’, ‘Depende’ e altri successi dei Jarabe de Palo. È stato bellissimo!”

 

di Chiara Cammelli, Martina Falzone e Andrea Cammarata

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