Periferie calde: Parma è una città sicura?

CITTADINI SPAVENTATI E RASSAGNATI. IL COMUNE: "FACCIAMO IL POSSIBILE"

stazione.art“Qui, in viale Piacenza, dopo le 21, la situazione cambia da così a così. La zona si riempie di spacciatori, prostitute e trans”. Parola del proprietario di un bar in una delle vie che negli ultimi tempi è sempre più spesso al centro di fatti di cronaca difficili da ignorare.

A Parma, infatti, alcuni quartieri sono ormai famosi per essere ‘mal frequentati’, per essere presi di mira dalla piccola criminalità: spaccio, prostituzione, rapine, furti, ma anche disordini e risse. I più ‘caldi’ sono il centro, l’Oltretorrente e il San Leonardo, anche se negli ultimi anni si riconosce l’insicurezza pure in zone come piazzale Pablo e viale Piacenza. La stazione, poi, resta da sempre epicentro di gente sospetta e di disordini. Passeggiare a piedi, di sera e da soli in queste zone non è affatto piacevole. E se poi sei una donna, affretti il passo nel timore di incontrare qualcuno.

 

OPINIONI E DATI- La maggioranza degli episodi di piccola criminalità che coinvolgono queste zone, stando ai fatti di cronaca riportati sui quotidiani, hanno per protagonisti persone straniere. I pareri sulla connessione tra immigrazione e aumento criminalità, però, sono diversi e discordanti, sebbene l’opinione più diffusa (forse superficiale, ma resta tale) è che “di sicuro non si può fare di tutta un’erba un fascio, ma è vero che sono soprattutto stranieri quelli che stanno per strada anche tutta la notte. In gruppo bevono, sporcano e fanno casino”. Almeno stando a quanto ripetono diversi proprietari di esercizi in via Imbriani.

I quartieri con più alta percentuale di stranieri rispetto ai residenti italiani sono proprio l’Oltretorrente (24,4%), il Pablo (22,2%), Parma centro (20,1%) e San Leonardo (19,3%). I motivi che potrebbero spingere alcuni stranieri a comportarsi non sempre in modo rispettoso possono essere tanti: poca integrazione, diversità culturale, incomprensioni linguistiche, frustrazione per la crisi che colpisce soprattutto gli extracomunitari, razzismo. Ma resta il fatto che in queste zone molti cittadini si sentono meno sicuri e abbandonati dall’amministrazione. Spiega un residente di piazzale Pablo, mantenendo l’anonimato in quanto racconta di aver avuto disagi con alcuni stranieri che frequentano la zona, “non bisogna confondere il razzismo con la semplice difesa personale e il limite di sopportazione”. “Tu li puoi anche chiamare i Carabinieri, ma quando arrivano, ‘loro’ sono già scappati e quando le forze dell’ordine se ne vanno torna tutto come prima – si lamentano invece i gestori della tabaccheria di via Imbriani – . E noi cosa ci possiamo fare? È il Comune che deve fare le leggi”. Quello stesso Comune di Parma che per favorire l’integrazione si impegna, tramite l’ufficio InformaStranieri, a dare informazioni e consulenze sulle opportunità di inserimento a tutti gli immigrati. Oltre alle pratiche di tipo amministrativo e burocratico, l’InformaStranieri mette a disposizione un servizio di mediazione linguistica. (“Il problema dell’integrazione e i progetti comunali”)

 

v.imbriani3.artL’OLTRETORRENTE – La zona di piazzale Picelli è stata lo scorso marzo protagonista di un fatto di cronaca singolare: un ragazzo di origine marocchina di 31 anni, ubriaco, comincia a fare ‘casino’ lanciando sedie e tavolini esterni del bar Le Minimum e, dopo un’accesa lite con il titolare, tornato a casa, si ripresenta con una katana. Avrebbe potuto fare danni decisamente gravi, se non fosse intervenuta la Polizia per porre il ragazzo in arresto. Il vero problema è che episodi del genere capitano quasi di frequente in questa zona e ad esserne protagonisti sono anche cittadini italiani, come racconta la commessa di una pasticceria vicina a piazzale Picelli che si è vista rompere la vetrina da un ubriaco napoletano.

A causa di numerosi piccoli esercizi gestiti da extracomunitari che attirano loro connazionali, via Imbriani, dicono da quelle parti, risente spesso dello stazionamento di stranieri poco silenziosi, attirando lamentele e denunce da parte dei residenti. Tuttavia, alcuni commercianti non colpiti personalmente da questo problema, pur riconoscendo la situazione generale di degrado, non temono per la loro incolumità in quanto gli episodi, raccontano, sono circoscritti ai soli gruppi di stranieri. L’integrazione, comunque, risulta difficile e molti hanno difficoltà nel rapportarsi con loro. “Non si sa bene cosa fare – dichiara ad esempio uno dei due titolari della tabaccheria di via Imbriani – se mi pongo con troppa gentilezza se ne approfittano, se invece faccio il superiore mi danno del razzista”.

 

UNA LUNGA STRADA: DALLA STAZIONE A PIAZZALE PABLO – Cambia la zona ma continuano le lamentele. Anche piazzale Pablo è stato, nel maggio di quest’anno, luogo di uno spiacevole avvenimento in cui è stato ferito un minorenne coinvolto in una rissa davanti al bar White Lady. A settembre, invece, l’edicolante della piazza è stata rapinata dietro minaccia con un coltello mentre si recava a lavoro. E come se non bastasse, la sicurezza delle vie limitrofe è resa precaria di notte anche dalla presenza di numerosi spacciatori con le loro biciclette, pronti per la fuga in caso di necessità. Non migliora la situazione in stazione, dove bivaccano, sempre sulle panchine, numerosi stranieri che bevono e sporcano. Questo contesto svaluta l’intera zona, come lamenta il titolare della caffetteria Mozart, a due passi dallo scalo ferroviario: “Io vorrei anche andare in pensione, ma proprio non riesco a vendere l’attività”.

 

s.leoardo.artSOLO TERRORISMO MEDIATICO? – Una testimonianza positiva, invece, arriva dal San Leonardo, col proprietario del negozio ‘Il nodo calzature’, in via Trento, che sembra infatti contento di tanta multiculturalità: “Ho clienti che provengono da tutte le parti del mondo e ne sono felice. L’inciviltà non può e non deve essere ricollegata alla nazionalità”. Ovviamente, però, non la pensano tutti allo stesso modo: quando si viene colpiti personalmente da fatti gravi di cronaca, i toni si fanno più accesi. È il caso della proprietaria dell’Oreficeria Adorni di via Trento, vittima di un furto da parte di un gruppo di persone provenienti dall’Est Europa: “Ormai spadroneggiano loro. Non si adeguano alle regole, l’integrazione è inesistente e si rischia di diventare razzisti”.

Numerosi commercianti della zona sono stati costretti a cambiare le loro abitudini, ad esempio anticipando l’orario di chiusura o munendosi di telecamere di sorveglianza. Anche da via Palermo, ribattezzata da qualcuno ‘il Bronx di Parma’, arrivano quasi inaspettatamente opinioni positive. Il titolare della palestra Forum Fitness Club riconosce di aver avuto pregiudizi prima di aprire l’attività, ma sono stati tutti disattesi e secondo il suo parere “c’è stato un vero proprio terrorismo da parte dei media forse anche appoggiato dalla volontà del Comune di ‘ghettizzare’ gli stranieri in particolari zone della città”. Il principale problema, secondo invece una negoziante del quartiere che preferisce rimanere anonima, è rappresentato dalla concorrenza esercitata dalle attività commerciali straniere che attirano i loro connazionali, perdendo così la vita economica del quartiere. Così, ad esempio, la negoziante spiega il motivo per cui l’edicola della zona sia stata costretta a chiudere: “Qui sono quasi tutti stranieri e loro non comprano il giornale”.

 

La vignetta di A.P.MALEDETTA IGNORANZA – Antoine, ivoriano arrivato in Italia sette anni fa, è infine un esempio di integrazione positiva. Sorride quando gli si chiede cosa pensi degli italiani: “Mi hanno sempre aiutato, mi sono dato da fare e ho cercato di lavorare fin da subito. Questo ha senz’altro facilitato la mia integrazione”. Nonostante riveli che tutt’ora, nella quotidianità, gli capita di essere vittima di pregiudizi, Antoine spende comunque parole positive per i parmigiani: “Non tutti sono così per fortuna, bisogna capire chi è vittima dell’ignoranza”.

 

L’ASSESSORE CASA: FACCIAMO IL POSSIBILE – “L’ordine pubblico non è di competenza del Comune e della Polizia Municipale, bensì della Questura e delle altre Forze dell’Ordine, sotto il coordinamento del Prefetto”. Quello che l’assessore per la sicurezza Cristiano Casa, in rappresentanza del Comune di Parma, può fare e fa puntualmente, è portare continuamente i temi citati all’atenzione del Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza. Tutte le segnalazioni su tematiche di ordine pubblico vengono raccolti, analizzati e portati all’attenzione del Cosp. In questa sede, coordinati dal Questore, sono state attivate delle azioni di prevenzione e controllo del territorio che riguardano, tra le altre, proprio le zone indicate con servizi congiunti delle forze dell’ordine con il supporto anche della Polizia Municipale. “Un esempio, peraltro ampiamente riportato dalla stampa locale – conferma Casa – è rappresentato dalla recente attività di bonifica di Piazza della Pace con una intensa attività di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Polizia Municipale a cui va il nostro ringraziamento. Queste attività continuano settimanalmente”.

In aggiunta a tutto ciò, la Polizia Municipale, per quanto attiene ai suoi specifici compiti istituzionali, svolge, coordinata dal Comandante Gaetano Noè, conclude Casa, una continua attività di presidio e controllo del territorio grazie al servizio di prossimità, al Nucleo Commercio, attento al contrasto di attività abusive, ed al Nucleo Pronto Intervento.

 

di Arianna Belloli, Letizia Cicchitto, Chiara Di Palo, Vittorio Signifredi

foto di Arianna Belloli

6 Commenti su Periferie calde: Parma è una città sicura?

  1. Giovanna Galasso // 3 dicembre 2014 a 16:08 // Rispondi

    Complimenti a voi ragazzi, per aver illustrato il problema dell’integrazione sociale degli extra comunitari che riscontrate nella vostra città. Come sapete è una questione che riguarda tutte le periferie cittadine (esempio recente quello di Tor Sapienza a Roma), e di certo la profonda crisi economica che stiamo vivendo, non fa che acuire ed accentuare il disagio sociale, che tocca tutti, gli extra comunitari, tanto quanto i cittadini italiani appartenenti alle fasce più deboli. L’impoverimento sociale, purtroppo, genera sentimenti come la disperazione, l’insofferenza e l’intolleranza, che molto spesso sfociano nella violenza più bieca. In questo clima arroventato, a ben pensarci, hanno ragione un po’ tutti.
    Per questo è di fondamentale importanza ritrovare lo spazio del dialogo e della comprensione, della solidarietà e dell’aiuto verso i più deboli. Io vivo a Napoli, una città con problemi di ogni sorta, ma che sotto l’aspetto dell’integrazione sociale, si può davvero definire una città atipica. Infatti, per la struttura urbanistica della città, da sempre i quartieri dove risiede l’alta borghesia (Riviera di Chiaia, via Toledo, Santa Lucia, etc.), sono praticamente adiacenti ai quartieri popolari (vedi i quartieri spagnoli). Questa particolare conformazione della città, ha permesso ai cittadini napoletani una convivenza potremmo dire “mescolata”, dove, per usare una semplificazione, il ricco ed il povero vivono fianco a fianco. Questa è la ragione per cui Napoli, pur con tutti i suoi malanni, resta una città che non conosce il linguaggio classista, o peggio ancora, razzista.

  2. Sono un abitante dell’Oltretorrente. Ci abito, ci lavoro, ci vivo. Questo articolo è un po’ penoso e sicuramente tendenzioso. Ed è ancora più grave che a scriverlo sia la redazione di un giornale che dovrebbe rappresentare una generazione giovane, aperta, oltre che universitaria.
    Se vi piace soffiare sul fuoco continuate pure, ma la società del domani non passa per questi articoli. Ricominciamo a ridare all’università la sua dignità di luogo di produzione di pensiero critico rispetto alla m**** che ci propinano tutti i giorni. non ci appiattiamo sul “non sono razzista ma”, che fa tanto gazzetta di parma.

  3. Capisco che ci sono grandi problemi con l’integrazione di tanti stranieri, però dovette dare anche gli esempi positivi di tanti altri ché hanno lavorato e hanno fatto tanto per costruire molti edifici a Parma,ché curano degli anziani che grazie a tanti stranieri che pagano regolarmente le tasse hanno contribuito al sviluppo economico di Parma..io che sono un straniero sono sempre stato sfruttato di moltissimi italiani e anche non pagato per i miei lavori e nonostante questo non mi son mai lamentato perché sicuramente succede in tutto il mondo cose del genere..il fatto che mass-media parla quasi sempre di risultati negativi per quello ché riguarda gli stranieri fa si che anche tanti di noi stranieri non possiamo trovare più lavoro nei settori dove tanti italiani giovani non vogliono più fare alcuni tipi di mestieri..e parlo di stranieri che ormai hanno più di 10-15 anni in Italia e avete fatto come se tutti fossero messi in una.. e la stessa Pentola… Grande!…Fatte parlare anche altri italiani che hanno avuto tante priorità e guadagnato grazie ancora agli stranieri..e..quindi..parlate di ladri di banditismo sulla strada ma non solo di stranieri come se loro avessero la definizione di persone ché fanno solo dei casini!..

  4. Vergogna per 1 straniero che lavora almeno 3/4 usno lo stato sociale … il bilancio è negativo …….. e non poco : l’italietta è finita : c’è chi è in malafede e lo sa e chi non se ne rende conto ! forza inghilterra fuori dall’europa avrà qualche possibilità anche la povera gente !

  5. Io vivo da quasi due anni a Parma… L’articolo rispecchia la realtà! La città è in mano loro. Ti guardano come se dovessi distogliere lo sguardo quando passi. San Leonardo poi… È l’apice. La polizia passa e non fa nulla. Tutti sanno quello che accade. Ma non fa nulla nessuno. I cittadini del quartiere sono stanchi di sentirsi fuori luogo a casa propria. Le strade vanno ripulite, indipendentemente dalla nazionalità della “spazzatura”!!! Negli con la legge che con soluzioni estreme.

  6. Meglio con la legge che con soluzioni estreme.

Rispondi a Gio Annulla risposta

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*