Pane, amore e sicurezza

Abbiamo davvero bisogno delle ronde cittadine organizzate da Forza Nuova? Se mi avessero fatto questa domanda qualche giorno fa, avrei risposto con una risata. Una risata di gusto. E poi avrei detto di no.

Oggi il mio pensiero ha vacillato. Intendiamoci, è stato un attimo. Meno di un secondo, lo giuro. Ma ha vacillato. Ho seriamente pensato di affidare la mia sicurezza a dei nuovi ma vecchi fascisti.

Perché ho avuto questo tentennamento, pur continuando ad essere sana di mente? Perché sono stata aggredita verbalmente alla stazione dei treni di Parma, nell’indifferenza dei presenti.

Quest’uomo chiedeva, in modo insistente, dei soldi a chiunque si fermasse a scrutare il tabellone delle partenze. Alcuni cedevano, altri lo ignoravano. La mia colpevolezza è stata quella di aver fatto parte dei secondi.
Ha cominciato ad urlare: “Sei una stronza! Le merde come te sono poche!” ed io ho pensato che per insultarmi avrebbe dovuto prendere il numero, come in panetteria, tante sono le persone che vogliono fare lo stesso, per un motivo o per l’altro. L’autoironia è sempre stata il mio punto di forza.

Non contento, ha esordito infine con il più classico degli insulti che una donna si è sentita dire almeno cento volte nella vita: “Troia di merda!”. E anche qui il mio pensiero è andato sulla poca fantasia di quegli uomini che per insultare una donna le danno della meretrice.

Ero da sola, ma circondata da un mare di persone. Però era come se tra me e loro ci fosse un vetro. E, in effetti, il vetro c’era eccome. Lo schermo illuminato dello smartphone. Teste basse, sia mai che per disgrazia avessero potuto incrociare il mio sguardo e finire nell’occhio del ciclone. Un po’ come cantano i Negrita «L’uomo sogna di volare e scrive sui muri noi siano tutti uguali, ma prega nel buio: la sorte del più debole non tocchi mai a me».

Sia chiaro, non ho cercato il loro aiuto. Ma una domanda mi è sorta spontanea. Perché in una stazione dei treni, alle 8 di mattina, non c’era nemmeno una pattuglia dei Carabinieri? Che fine ha fatto quell’accordo in cui io, cittadino, pago le tasse e tu, Stato, mi garantisci istruzione, sanità e sicurezza?
Forse i politici, e i politicanti, dovrebbero spostare l’attenzione su ciò che accade quotidianamente nel Paese in cui vogliono governare e smettere di battagliare sul politically (un)correct. Dovrebbero riprendere il contatto con la realtà, con gli individui.
E anche le persone dovrebbero ritornare ad essere persone. E non corpi vuoti.

La situazione in cui mi sono trovata poteva capitare a chiunque. E chiunque avrebbe potuto auspicare all’avvento di Forza Nuova, portatrice di sicurezza. Io mi sono fermata, sono tornata in me, desiderando la protezione delle mie Forze dell’Ordine. Voi avreste fatto lo stesso?

di Fabiola Stevani

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