Avete mai provato a comprare un ragazzo?

ADOTTAUNRAGAZZO.IT, DOVE LE DONNE FANNO SHOPPING DI UOMINI

‘Undici anni di esistenza, prodotti sempre freschi’, ‘Negozio aperto 24h/24h & 7 giorni su 7’. Se conoscete alcuni di questi slogan, vuol dire che siete già approdati sulla piattaforma ‘Adottaunragazzo.it’, sito d’incontri online da undici anni e che oggi conta in tutto il mondo più di 12 milioni di iscritti. La novità che lo ha distinto da tutti gli altri e che gli ha garantito un certo seguito è una curiosa forzatura: è impostato sul modello dello shopping online. Le donne, vere protagoniste e ‘clienti’, possono infatti ‘selezionare’ l’uomo che più gli piace o che più è affine con i propri interessi e, come un vero prodotto, ‘metterlo nel carrello’ prima di iniziare una conversazione, vederselo ‘spedito’ a casa quando si decide di incontrarsi o ‘rimetterlo sullo scaffale’ se ci si rende conto che non soddisfa le aspettative. Profilo gratuito, possibilità di essere l’unica a iniziare una conversazione (eliminando così il rischio di essere contattata da persone sgradite): sono queste forse le caratteristiche che hanno attratto un numero crescente di utenti, dapprima in Francia e poi in tutto il mondo, di cui il 47% donne. Ma così come recensioni positive sul nuovo approccio tutto femminista ai siti d’incontri, esso ha scatenato anche diverse critiche per l’oggettificazione dell’uomo, definito come un vero e proprio ‘prodotto’ in vetrina. Scegliere un compagno – sia per una relazione seria o per un’avventura- come si sceglie una scatola di cereali, non avrà spinto il femminismo un po’ troppo oltre?

COME FUNZIONA – Partiamo dal presupposto che tra uomini e donne c’è una notevole diversità che si riscontra navigando sul sito.

Se sei una donna, puoi creare un profilo gratuitamente e scrivere a tutti gli uomini che desideri. Dall’altra parte, invece, è impossibile mandare messaggi senza avere il permesso della destinataria e, per chiederlo, servono degli ‘incantesimi’, a pagamento.
Andiamo con ordine: dopo aver inserito i propri dati personali, scelto il nickname, si deve compilare il profilo che verrà visto dagli uomini. I primi campi sono abbastanza standard: occhi, capelli, segni particolari, ecc. Le richieste particolari arrivano verso la fine, alla sezione “boudoir” che contiene le domande più personali – forse troppo? -, riguardanti l’intimo indossato, le preferenze a letto e “cosa mi stuzzica”. Le varie opzioni da selezionare coprono tutta una serie di gusti anche non tradizionali. Infine, il campo che contraddistingue il concept alla base del sito: la “shopping list” in cui inserire le caratteristiche del ragazzo desiderato.
Una volta che il profilo è completo, si può iniziare a cercare la propria anima gemella o semplicemente un compagno per l’incontro. La cosa che subito salta agli occhi è il modo in cui sono strutturati i profili degli uomini, descritti davvero come fossero oggetti in vendita su un qualsiasi sito di e-commerce: “consegnato con” e “opzioni” sono solo due dei campi in cui sono divisi. Nella loro scheda viene richiesto di compilare una miriade di caratteristiche tra cui interessi, preferenze sessuali, qualità particolari come ‘spirito paterno’ o ‘broncio mattutino’ e perfino il grado di villosità.
Un’altra caratteristica evidente è la vasta gamma di filtri con cui una donna può migliorare la propria ricerca: dalla sezione “prodotti locali”, che permette di vedere chi si trova vicino a noi, agli hashtag per selezionare gli interessi in comune, alla possibilità di scegliere precisamente tutti i parametri desiderati, tra cui altezza, peso e corporatura.
A questo punto si vede molto bene la destinazione prettamente femminile del sito. Una volta scorsa la lista dei risultati, la donna può decidere di “mettere nel carrello” quanti uomini desidera, permettendo loro di mandare messaggi, chiamati “parole dolci”. Un uomo, invece, per farsi notare, può solo mandare “incantesimi”, che la destinataria può decidere se accettare, permettendo al mittente di inviare “parole dolci” o rifiutare. Nel caso una persona nel carrello non sia più gradita, basta “rimetterlo sullo scaffale” e andare avanti nella ricerca. Il linguaggio è esemplificativo della concezione dell’uomo, messo alla pari di un qualsiasi oggetto che si può acquistare in un supermercato.

UN SUCCESSO SOLO APPARENTE? – Questo tentativo di dare una svolta ‘rosa’ ai siti d’incontro può essere considerato un successo consolidato o una moda da provare, data la particolarità di approccio? Francesca, 22 anni, già iscritta ad altri siti d’incontri come Badoo, da qualche giorno ha voluto sperimentare per curiosità a usare l’applicazione. Sulle differenze tecniche ci spiega che: “Il layout, i profili e i metodi di ricerca sono ben diversi. Mentre su Badoo riesco a vedere le persone di tutto il mondo, su Adottaunragazzo vedo quelli della mia zona in ‘prodotti locali’, altrimenti li devo proprio cercare. Inoltre per avere tante visite e segni d’interesse sul profilo si devono aggiungere un’enorme quantità d’informazioni e foto, si deve attirare l’attenzione; su Badoo basta immettere le informazioni dal proprio profilo Facebook e una foto per essere notati”. Ma la cosa che più differenzia i siti è, ovviamente, l’approccio all’altro sesso: “Su Badoo io posso scrivere ai ragazzi, come loro possono scrivere a me; su Adottaunragazzo sono esclusivamente io a dover scrivere un ragazzo con il rischio che lui neanche mi risponda” e precisa “questa cosa non mi piace, sarò una ragazza timida che difficilmente inizia una conversazione, ma preferisco siti paritari dove ognuno è libero di prendere l’iniziativa e scrivere a chi vuole, altrimenti si perde anche l’obbiettivo dei siti d’incontro“.
Quindi, nonostante la donna debba considerarsi pari all’uomo – con esempi di una forzatura volutamente provocatoria, come nel caso di Adottaunragazzo.it  – l’idea del ‘primo passo’ non è da tutte considerata piacevole: alcune preferiscono ancora essere cercate, ammirate e avere il ruolo della ‘preda’ senza per questo doversi sentire inferiore. “Se qualcuno è interessato a iscriversi a un sito d’incontri, è perchè vuole trovare una persona che soddisfi le sue personali necessità, senza discriminazioni che riguardano il proprio sesso o la propria sessualità. Ci sono infatti siti dove si possono contattare persone dello stesso sesso o lgbt friendly. I giochi di ruolo, se graditi, li farà poi l’eventuale coppia, senza che sia un sito a dettare le regole”, conclude Francesca.
E il suo parere non è il solo, ma piuttosto diffuso: i normali siti d’incontro, nonostante lo scalpore creato da Adottaunragazzo, hanno decisamente più successo. Contro infatti quei 12 milioni di iscritti, si schierano i 378 milioni di Badoo, il più classico dei siti d’incontri, gli oltre 50 milioni di Tinder, (nonostante l’abbandono riscontrato nell’ultimo anno tra gli utenti italiani), i 40 milioni di Meetic (di cui 7 solo in Italia) e i 30 milioni di iscritti a OKCupid.
Sarà un segnale sociale di bocciatura verso quel femminismo che relega la superiorità della donna a riempire carrelli di oggetti – o uomini – secondo i propri gusti?

 

di Laura Storchi e Lara Boreri

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*