A Mercanteinfiera brilla l’illustrazione indipendente di Parma
'ILLUSTRATORE' PER METTERE SU CARTA QUELLO CHE HAI DENTRO. UN'URGENZA IMPELLENTE. UNA DEIEZIONE.
“Ehi nonna, ma se ti faccio la foto sul divano? Cosi, messa cosi?” E lei mi fa: “Sì. Va bene”. Quindi si è posizionata. E poi le ho detto: “Ehi nonna, ma se ti togli anche la maglia, che la facciamo anche così, che non si vedono le nudità, ma stai solo seduta?”
E lei mi ha detto: “Sì, va bene”. Quindi si è tolta la maglia ed è rimasta così come l’ho fotografata.”
L’immagine che potete vedere è stata scattata da Alessia Leporati, una grafica freelance che coltiva da anni la passione della fotografia artistica. Questa foto è stata premiata come foto del giorno su Photovogue. Ha vinto vinto la menzione d’onore in un concorso su instagram indetto dal fotografo americano Gregory Crewdson. ‘Grandma watchin Tv’ è soltanto una delle trenta opere esposte all’interno della prima edizione di Illustratore, l’esposizione creativa sul tema dell’illustrazione indipendente allestita in occasione di Mercanteinfiera, la mostra internazionale di Antiquariato aperta dal 3 al 11 marzo alle fiere di Parma. L’esposizione è stata curata dall’artista parmigiano Alessandro Canu (qui una sua intervista) insieme a Giulia Coffani, in sinergia con l’associazione culturale Jamais Vu, ed è il frutto della collaborazione di un gruppo di artisti indipendenti che muovendo i primi passi dalla città di Parma, comincia a ricevere attenzione mediatica e importanti riconoscimenti anche a livello nazionale. La mostra unisce un’insieme di voci ed esperienze artistiche molto diverse tra loro che passano dal disegno alla pittura murale, dall’illustrazione virtuale, al surrealismo al macabro, dal classico all’iconoclasta. Tra gli artisti presenti nella mostra troviamo anche i nomi di James Kalinda, Isabella Bersellini e Johnny Cobalto noti per i loro lavori nel campo dell’illustrazione editoriale, della grafica e dei murales, come anche Notawonderboy, Grozni, P54, Bluxm e lo stesso Canu.
“Le opere sono state selezionate attraverso l’adozione di un criterio estetico, nel senso filosofico del termine – ci tiene a precisare Alessandro Canu – e sono accomunate dal fatto che, passando attraverso una serie di differenze, per questi artisti illustrare è diventata un’esigenza interna, una risposta di fronte agli ostacoli della vita incontrati nel proprio percorso. Il modo principale in cui poter canalizzare tutta la forza reattiva del proprio talento artistico“.
Il percorso personale degli artisti indipendenti si dimostra certamente ricco di vita sebbene non sia privo di difficoltà e ostacoli. Alessia Leporati per esempio racconta: “Ci ho messo due anni per realizzare questa foto. Mia nonna appartiene a una generazione che non ama farsi fotografare in certi modi e c’è voluto del tempo per convincerla. Così, ogni volta che andavo a trovarla, le scattavo delle foto con la macchina fotografica o con il cellulare, abituandola alla camera. Dopo la realizzazione della foto, ho dovuto far firmare la liberatoria a mia nonna per poter usare queste immagini. Ci sono state diatribe in famiglia perché sapevo che avrebbe causato problemi. So che è abbastanza forte. A me è servita per rompere gli schemi che facevano parte della mia famiglia e che percepivo da sempre. Quando le persone la guardano rimangono sempre colpiti perché è forte. C’è una nudità che non si vede ma è esplicita allo stesso tempo. Ed è una nudità che non è più perfetta, mentre nel viso c’è serenità e tranquillità. Essere sereni con se stessi è molto complicato”.
Un altro artista, Bluxm, invece rivela qualche piccola curiosità relativa all’ ‘Alchimista’, un’altra opera che è possibile visionare in questi giorni nello stand di Illustratore, e che ha ricevuto molti apprezzamenti dalla critica durante la sua esposizione alla Biennale di Roma nel 2016. Ricordando gli avvenimenti che precedettero la realizzazione dell’opera Bluxm racconta: “Mi trovavo in un momento molto difficile della mia vita, sotto ogni punto di vista. Lavoravo come grafico junior e mi occupavo di animazioni. La mia mano si era abituata alle forme dolci, ma dopo la morte di mia madre mi era diventato impossibile disegnare linee curve. Nonostante queste difficoltà, disegnare per me è sempre stata un’esigenza. Avevo dei conoscenti che dipingevano e in quel periodo chiesi di potere utilizzare i materiali a loro spese, e promisi che una volta realizzata l’opera, se l’avessi venduta, avrei diviso con loro il guadagno”. Se si chiedono maggiori indicazioni per capire meglio la sua opera Bluxm spiega: “Io ti metto davanti il mio demone, ed è un veicolo sul quale tu puoi fare un viaggio, se sali. Ma preferisco che sia tu a fare il tuo viaggio, per questo evito di dare troppe indicazioni sulle mie opere”.
Per questi artisti indipendenti, legati da un forte vincolo di amicizia, solidarietà, oltre che di collaborazione artistica e professionale, illustrare è un atto personale, intimo e profondo completamente slegato da dinamiche economiche. Essere riconosciuti all’interno di una mostra importante come il Mercanteinfiera diventa l’occasione, non solo per darsi una voce non hanno, né la cercano, ma il pretesto per ottenere una sorta di riconoscimento della ribellione dell’arte contro l’establishment. “Cosa accade quando un murales che non vuole stare in un museo finisce in una mostra? Dallo scontro di due forze opposte nasce qualcosa di nuovo, che trascende la presenza delle opere nel luogo stesso”, spiega Alessandro Canu.
E se chiedeste a questi artisti, che cosa significhi per loro “illustrare”, queste sarebbero le loro risposte:
“Mettere su carta quello che hai dentro”, Bluxm.
“Raccontare se stessi, la fantasia, la visione, un disagio, i sogni. Illustrare è un racconto, è come scrivere”, Alessia Leporati.
“Un’urgenza impellente paragonabile a una necessità fisica, quasi come una deiezione”, nello spirito delle parole dello scrittore Giuseppe Mossa quando scrive: ‘Ciò che meglio rammento è il forte odore di deiezioni…perché in fondo la merda è uno dei profumi della vita’”, Alessandro Canu
di Matteo Cultrera
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