Inferno 2.0: cronaca di un giorno di shopping nel ‘dark web’

DROGA, ARMI E VIOLENZA: ALLA RICERCA DEI CONTENUTI PIÙ INQUIETANTI DEL WEB NASCOSTO

“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita”. Per qualche ragione bizzarra, mentre mi preparavo alla prima avventura sul dark web, mi sono trovato a rimuginare su un noto incipit scritto settecento anni fa. Mi sono meravigliato all’idea che potesse suonare così vicino, mi è persino venuto da sorridere. Ma non c’è stato niente di poetico, niente di elevato o di aulico, nella mia personale discesa verso i gironi peggiori di quest’inferno del nostro secolo. E, purtroppo, niente di allegorico. Gli istinti più crudi e le perversioni più basse dell’animo umano, la violenza gratuita, la volgarità, l’ingiustizia: tutto mi è stato sbattuto in faccia con un’allegra nonchalance che, proprio per la sua disinvolta semplicità, non ho potuto fare a meno di trovare ripugnante.

annunci dark web

Non c’è neppure troppo da camminare, per smarrire la diritta via. Bastano davvero pochi click per avere l’impressione di trovarsi in un altro mondo, e il primo ‘oscuro’ messaggio di benvenuto arriva dai banner pubblicitari disseminati ovunque: niente personaggi famosi che reclamizzano profumi o lozioni per capelli, ma inserzioni lampeggianti corredate da slogan che non si vedrebbero mai su uno dei browser che utilizziamo nel quotidiano. “Lima Connection Peruvian Cocaine“, per esempio. Oppure “Carte di credito clonate“, o ancora “Droghe, pillole, funghi allucinogeni, semi e tanto altro“, il più delle volte in inglese. Andando oltre queste prime avvisaglie di ciò che mi aspettava più in profondità, ho iniziato effettivamente il mio viaggio sulla rete oscura: ecco le cose più assurde che sono riuscito a trovare.

1. ARMI – Reperirle non è di certo difficile, i siti che le mettono in vendita sono parecchi. In molti casi è necessario registrarsi con username e password, ma non è sempre così ed ecco che, trovando il giusto negozio, sono riuscito virtualmente a mettere le mani su due Glock 17 al prezzo di 3650 euro. Tanto per intenderci, la Glock 17 è la pistola che Ali Sonboly – appena maggiorenne, affetto da problemi psichiatrici e sprovvisto di porto d’armi – utilizzò nel luglio 2016 per uccidere 9 persone e ferirne altre 27 in un centro commerciale di Monaco. Va anche osservato che quello proposto sul dark web non è un prezzo conveniente, considerato che la stessa arma si può trovare in una normale armeria italiana a non più di 700 euro: chi la compra sulla rete oscura, evidentemente, è disposto a spendere di più pur di evitare d’essere rintracciato o di conformarsi in qualche modo ai rigidi criteri di legalità previsti dallo Stato. Non è tutto qui, comunque, perché in vendita ci sono anche apparecchi meno letali o semplici accessori: un taser (32 euro), un silenziatore universale per mitragliette (831 euro) e, per pochi spiccioli, persino una guida completa per imparare il krav maga, il sistema di combattimento israeliano che viene insegnato anche ai poliziotti di Los Angeles e agli operatori di sicurezza negli aerei di linea in Italia.

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Un annuncio per la metanfetamina, con tanto di recensioni


2. DROGA –
Nell’immaginario di un qualsiasi neofita del dark web che abbia poca fantasia e una fedina penale pulita, le sostanze illecite vanno di pari passo con le armi. Anche in questo caso si può trovare qualsiasi cosa. La cocaina è praticamente dappertutto e viene catalogata in base alla quantità o alla purezza: un grammo di colombiana pura all’88% si può comprare per 50 euro, ma ovviamente il prezzo aumenta all’aumentare della percentuale. Cinquanta grammi di anfetamina costano 114,50 euro, ventotto grammi di marijuana 146. Con la metà della cifra ci si può procurare 100 ml di morfina, oppure 2 grammi di oppio indiano tradizionale. Poi ci sono antidepressivi, alcolici, rilassanti muscolari, viagra. Per gli amanti del fai-da-te dallo spiccato spirito imprenditoriale, c’è persino un manuale che – alla modica cifra di 1,21 euro – insegna a produrre eroina in casa propria.


3. THE CHURCH OF RAVE –
 Una cosa di cui non avevo mai sentito parlare prima d’ora è, alla lettera, ‘la Chiesa del Rave’. Un’organizzazione religiosa che intende discostarsi da tutte le altre religioni e ideologie esistenti per perseguire la beatitudine e l’estasi spirituale, eppure, di fatto, anche un sistema criminale dedito alla produzione e allo smercio di sostanze psicotrope, principalmente LSD ed ecstasy. “La Chiesa”, si legge sul suo statuto, “può disporre di chimici clandestini, di laboratori e di proprie reti di distribuzione, e ha interesse a reperire ingredienti chiave per la produzione di sostanze psichedeliche, a finanziare l’analisi sofisticata, la purificazione e l’ulteriore raffinamento dei materiali e a fare da punto di contatto per gli interessati al commercio”. Anche in questo caso non c’è un particolare pudore, non ci si nasconde, tutto viene ammesso candidamente. Il pensiero che produrre e vendere droga sia un reato sembra non passare per la testa a nessuno, nemmeno per sbaglio.

4. COMPRAVENDITA DI ORGANI UMANI – Una mia curiosità. Se devo essere sincero, quasi mi aspettavo di trovare foto di reni o polmoni sotto spirito in un barattolo. Tuttavia, dopo aver cercato su parecchi siti e aver cambiato più volte motore di ricerca mi sono reso conto che, alla fine, per un neofita del dark web non è troppo facile procurarsi o mettere in vendita organi umani sul mercato nero. Fortunatamente. Mi sono comunque imbattuto in qualcosa di abbastanza macabro: un vero e proprio manuale di ricette a base di organi umani.

5. DOCUMENTI FALSI – Di solito, carte di credito clonate oppure passaporti contraffatti. Con 695 dollari, per esempio, si potrebbero portare a casa una carta di credito e un passaporto brasiliani, e con una cifra leggermente inferiore un passaporto canadese. Per quanto riguarda le carte di credito, a seconda del negozio di riferimento, ci sono offerte a pacchetto che ricordano vagamente quelle dei supermercati: due carte di credito statunitensi in vendita per 295 dollari, dieci diverse carte europee a 900 dollari e così via. Addirittura ci si può procurare con relativa facilità una patente di guida italiana e l’inserimento della stessa nell’anagrafe nazionale, per una cifra di poco superiore ai settecento euro. Spedizione compresa.

6. HACKING E OMICIDI SU COMMISSIONE – “Il miglior posto in cui chiudere i tuoi problemi è la tomba”, ecco uno dei messaggi di presentazione in cui mi sono imbattuto. Da quanto ho potuto vedere procurarsi un killer a pagamento non è così facile, eppure di annunci ce ne sono davvero un’infinità, soprattutto sul mercato statunitense: il più delle volte offrono l’omicidio di una persona nel giro di un paio di settimane, per una cifra vicina ai 10mila dollari. Il pagamento, di solito effettuato in Bitcoin, può anche essere ripartito in due tranche: la prima al momento dell’accordo, la seconda a lavoro compiuto. In realtà è probabile che molti di questi annunci siano bufale, ma, in compenso, ben più concreto è il mercato degli hacker. I servizi proposti, in questo caso, sono i più disparati: per esempio, bastano 200 dollari per infiltrarsi nel profilo Facebook di una persona, mentre con 1000 dollari potremmo inserire delle immagini pedopornografiche nel suo cellulare, probabilmente rovinandole la vita.

7. PORNOGRAFIA – Tutto sommato, la cosa più facile da trovare. Talmente facile che ci sono andato a sbattere più volte anche mentre cercavo tutt’altro, e del resto – quasi sempre sotto forma di pubblicità molesta – può capitare anche su Google. Le differenze tra la pornografia lecita e quella che ho riscontrato sulla rete oscura sono sostanzialmente due. Prima di tutto, il fatto che troppo spesso immagini e contenuti a luci rosse si mescolano a pratiche più o meno violente: dalle chat con sconosciuti al bondage, dagli stupri alla zoofilia. Un discorso a parte merita la pedopornografia, anch’essa largamente presente sul dark web. Le immagini di bambine d’età compresa tra i sei e i dodici anni, con i loro sorrisi suadenti ma anche tristemente inconsapevoli e i loro abitini provocanti portati malissimo, sono state un pugno nello stomaco. Per ognuna di queste bambine, pagando, si possono scaricare in media 3 GB di video pornografici e foto osé. Questo porta dritto alla seconda differenza: la normale pornografia è lecita perché parte dal presupposto che, anche nelle pratiche più estreme, si tratta comunque di apparenza, di attori che svolgono un ruolo dietro compenso o di coppie che comunque scelgono consapevolmente di girare un video e metterlo in rete a loro rischio e pericolo. Costringere a recitare delle bambine così piccole, rubando loro l’infanzia e forse anche il futuro, è un crimine imperdonabile.

8. RED ROOMS – Un’idea da cui, forse, Kubrick avrebbe tratto un film niente male. Peccato che sia tutto vero, però. Le Red Rooms sono semplicemente delle stanze, quasi sempre tenute vuote cosicché sia più difficile riconoscerle o rintracciarle, in cui ci sono soltanto due persone: una è la vittima, di solito una donna o un bambino, e l’altra il carnefice. Accedere a una Red Room è tutt’altro che agevole perché i controlli interni sono serrati, si cerca in tutti i modi di tenere fuori eventuali poliziotti in incognito. Chi riesce a entrare in questa piccola cerchia privata, semplicemente pagando può esprimere i suoi desideri più torbidi al boia, che si occuperà di renderli realtà. Per esempio, a seconda della cifra sborsata, potremmo decidere di far sì che alla vittima venga tagliato un braccio, oppure che venga stuprata, torturata, perfino uccisa sotto i nostri occhi. Non sono andato neanche vicino all’entrare direttamente in una di queste stanze, ma d’altronde anche soltanto provarci significherebbe commettere un reato e prender parte, sebbene indirettamente, alla barbarie.

carte di credito

Carte di credito clonate, forse anche a chi naviga nel “dark web”

8. RISCHI – Ce ne sono, a bizzeffe. Il dark web, per i naviganti inesperti, può accostarsi alla “selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura” di dantesca memoria: gli stessi hacker malevoli che offrono i propri servizi in cambio di denaro sono in agguato, attendendo di rubare le informazioni personali di utenti incauti o peggio ancora acquisire il controllo del loro computer. Un PC o dispositivo mobile infettato può entrare a fare parte di una rete di dispositivi schiavi (in gergo botnet), utilizzati per compiere azioni illegali quali ad esempio attacchi a siti web o banche dati e depistare le autorità, oppure diventare una vera e propria spia nella propria rete domestica, “ascoltando” ed eventualmente alterando il traffico di rete per rubare password e altri dati sensibili e infettare gli altri pc presenti.
Ma non finisce qui: se anche si riesce a restare fuori dal radar degli hacker, la Polizia Postale monitora l’attività nel web nascosto alla ricerca di attività illegali, e un click di troppo, magari inavvertitamente o spinti dalla curiosità, potrebbe costare una pratica aperta a proprio nome presso i loro uffici.

Ho trovato un’infinità di altre cose, davvero. Giochini di cattivo gusto in cui, dopo una sigla rudimentale accompagnata dall’inno sovietico, ti ritrovi a sparare sugli aerei di linea con l’obiettivo di far schiantare i passeggeri. Dischi dubstep amatoriali, colori sgargianti, un’infinità di parole in cirillico. Addirittura, una lettera segreta inviata da Marx a Engels nel 1868. Molte di queste cose mi hanno restituito la fotografia di ciò che è veramente la rete oscura: un mondo virtuale che affonda saldamente le sue radici nella realtà perché, da qualche parte, la sofferenza esiste davvero, ed è grazie a questo potente strumento sotterraneo che si fa virale e viene sospinta da un angolo all’altro del mondo per un prezzo irrisorio. Sospetto – dai nomi purtroppo familiari di quelle bambine – che in molti casi questa sofferenza nasca sulla porta di casa nostra, invisibile quando si cammina per strada, eppure viva e pulsante nel suo nascondiglio, dietro le tende e le facciate di mattoni. Ed è inquietante pensare che un veicolo così efficace possa essere usato per esaltare quanto di più depravato e marcio la nostra civiltà abbia da mettere in vendita.

di Alessandro Caltabiano e Diego Piccinotti

1 Commento su Inferno 2.0: cronaca di un giorno di shopping nel ‘dark web’

  1. Fa schifo sto bimbo, è ubriaco

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