Politica anti-migratoria e magistratura

EMMA BONINO: “SALVINI SI DIFENDA NEL PROCESSO, NON DAL PROCESSO”

Università Bicocca / Flickr

Nello scenario che vede in primo piano l’incrocio tra ‘politica anti-migratoria’ e magistratura, la questione cruciale del discorso è la richiesta avanzata al senato sull’autorizzazione a procedere in giudizio verso il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, accusato per sequestro di persona in merito al caso Diciotti.

Il Ministro di polizia avrà tutte le garanzie per difendersi nel processo, ma non deve avere il privilegio di difendersi dal processo”. Lo ha dichiarato Emma Bonino, senatrice di +Europa, nel suo intervento a ‘Siamo noi l’Europa che accoglie’, evento conclusivo della campagna raccolta firme di Welcoming Europe. L’iniziativa che è stata lanciata da 140 organizzazioni civili e rivolta alla Commissione Ue per cambiare alcune norme in materia di tutela dei diritti e migrazioni.
“Il compito è molto semplice, se ignorassimo la lentezza della magistratura per cui dovranno passare mesi prima che si trovi un capo d’imputazione – ha osservato la senatrice- bisogna capire se 177 migranti su una nave della Marina Militare Italiana rappresentano un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante”.

Rivendicando la sua formazione culturale di radicale- garantista, sulla questione più generale dell’immigrazione la Bonino si esprime in questi termini: “Le persone non sono degli alberi con delle radici, semmai sono come i pesci e dall’inizio della storia dell’umanità si muovono, salvo non ci sia chi lo impedisce. Uno dei più grandi problemi odierni è però quello della comunicazione e dell’informazione per cui solo le cattive notizie fanno notizia, mentre le buone notizie, che pure ci sono in questo Paese, sono poco discusse e per nulla quasi considerate dagli organi di stampa, ad eccezione di Avvenire, Radio Radicale e il Manifesto”. Continua poi dicendo: “Certo siamo al livello che sull’autobus se qualcuno dice ‘sporco negro’ nessuno reagisce in difesa e chi individualmente reagisce non sa bene dove va poi a parare, ma – invita- è il coraggio che dobbiamo ri-tirare fuori per non essere solo spettatori passivi e permettere a questa ondata di coprire totalmente sé stessa, prima di ritirarsi”.

Il messaggio della senatrice è netto: non sono gli slogan ‘Prima gli Italiani’ e i sentimenti di patriottismo che ne conseguono a condurre al progresso. Anzi, se provassimo a guardarci in faccia tra persone nella legalità, nel rispetto delle convenzioni e nel rispetto di diritti e doveri, tutti potremmo avere più decenza e più autostima utile a superare le paure e le perplessità di una ‘società liquida’ che sfugge dalle mani, quale la definiva il sociologo polacco Zygmunt Bauman.

Occorre che quelle decine di migliaia di cittadini che pensano sbagliate le politiche del Governo continuino ad impegnarsi attivamente e che cerchino di spiegare in modo chiaro a tutti se la prima scena del Paese è quella di una vera e propria crisi umanitaria, oppure se si tratta di una trasformazione dell’umanitaria in crisi politica, necessaria per ragioni di consenso.

di Massimiliano Erculeo

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