Il pesto, oro verde Ligure.

L'EQUILIBRIO CHE FA IMPAZZIRE I TURISTI

Caroline Attwood / Unsplash

Dalla Cina all’America, dallo Sri Lanka al Giappone, tutti accorrono nella nostra terra per assaggiare la famosa salsa verde, il pesto. Il sapore è indiscutibile pochi e semplici ingredienti, tanto imprescindibili da creare vere e proprie guerre tra i puristi.

Il rumore del mortaio, il profumo del basilico fresco, ricordo ancora mia nonna quando lo preparava la Domenica mattina. La ricetta tramandata da secoli, ricca di storia e tradizioni, è sempre la stessa, non si può sbagliare. L’equilibrio è tutto, ma quando si parla di origine la storia cambia, sempre combattuta tra le province Liguri. E come dargli torto? Il pesto viene da sempre associato a Genova ma se dovessero chiedermi: “Definisci la Liguria in poche parole”, io risponderei: “Pesto e mare!”.

Le Cinque Terre, Portovenere, La Spezia, paesi quasi inaccessibili durante l’estate, le code infinite nelle botteghe per comprare un piccolo barattolino di ‘oro verde’. Provate a chiedere al turista che ha passato l’estate da noi cosa gli è rimasto di questa terra, la risposta può essere solo una. Lo chiedono quando si siedono nei ristoranti, nei take away e nei supermercati, esiste anche confezionato ma è proprio la sua autenticità a non renderlo uguale a quello fatto in casa. Perché? Perché la ricetta è sempre e solo una, il protagonista: basilico DOP, possibilmente di Prà, le foglie le più alte della pianta, quelle più ricche di profumo e sapore.

A noi liguri, da sempre definiti tirchi, basta poco: dateci un bar con la terrazza vista mare, un bel bicchiere di vino e un pezzo di pane tostato dove spalmare il nostro prodotto, il gioco è fatto. Sarà il vento dal mare a renderlo unico ed a dargli quel gusto inconfondibile? Non si può sapere con certezza, ma basta fare un salto fuori dalla Liguria per non trovare più il suo sapore, inconfondibile. Le leggende che lo avvolgono nel mistero non mancano: si narra di un convento sulle alture di Prà (Genova) intitolato a San Basilio, nel quale un frate che viveva in quella dimora raccolse l’erba aromatica che cresceva su quelle colline, la unì ai pochi ingredienti portatigli in offerta dai fedeli e, pestando il tutto, ottenne il primo pesto che man mano venne perfezionato. Utilizzato per condire le trofie, per dare più sapore ai secondi o semplicemente spalmato su un pezzo di focaccia. Insomma, i modi di assaporarlo sono molteplici, ma provate a farlo con gli occhi chiusi, immaginando di sentire il salmastro e il calore del sole sulla pelle, tutta un’altra cosa!

di Giorgia Rossi

 

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