La sindrome di Burnout: quando lo stress ti “schiaccia”

UNA SINDROME SEMPRE PIU' DIFFUSA CHE NON COLPISCE SOLO I PROFESSIONISTI DELLA SANITA'. IN AMERICA RICONOSCIUTA ANCHE TRA GLI STUDENTI

È un fenomeno di forte stress psicologico, in crescita e negativo. La sindrome di Burnout, termine coniato in psicologia clinica, si usa per indicare un forte stress che ha come sintomatologia un carico emotivo eccessivo e percezione di un senso di impotenza: ovvero non riuscire a influire sull’esito di un evento. In America è stata riconosciuta questa sindrome anche negli studenti universitari, i quali hanno permessi speciali per poter stare a casa e soprattutto a riposo. Il malessere è stato riconosciuto anche dall’OMS ed è sempre più diffuso.

IN ITALIA- In Italia, chi soffre di almeno un disturbo mentale è circa il 17% della popolazione, mentre 18 ogni 100mila abitanti muoio per cause legate alla salute mentale. Questi dati scioccanti sono stati forniti dal Forum Headway 2020, conferenza tenutasi il mese scorso a Bruxelles che come scopo aveva quello di tracciare nello specifico il profilo europeo riguardo la salute mentale.

Nel nostro paese sono specialmente i giovani, nello specifico il 10% dei circa 8 milioni e 200 mila tra i 12 e i 25 anni (ISTAT), che dichiarano di non essere soddisfatti della propria vita familiare e affettiva e di non trovarsi in uno stato mentale ottimale. Possono soffrono quindi più facilmente di fenomeni simili o identificabili con quello del Burnout.

Un fenomeno che colpisce anche a Parma.

COME SI PRESENTA? – Il Burnout è un problema molto presente quando parliamo di professioni debilitanti, in particolare nell’ambito medico e sanitario, ma anche in ambienti con turnazioni faticose, o in caso di forti responsabilità che determina un calo della motivazione e delle soddisfazioni lavorative. Vi sono tre dimensioni predominanti per questa sindrome: esaurimento emotivo, depersonalizzazione e mancanza di realizzazione professionale. Queste si mostrano con sentimenti di stanchezza, mancanza di energia sia fisica che psichica e profondo senso di frustrazione, rabbia e calo di autostima; con desiderio di cambiare lavoro o di abbandonarlo.

COME SI “CURA” – A parlarci della sindrome è Alexa, una studentessa universitaria del corso di Medicina a Parma che, avendo da poco sostenuto l’esame di Psichiatria, ha affrontato l’argomento direttamente presso le strutture universitarie dell’Ospedale di Parma. La studentessa spiega come il fenomeno Burnout: “Si manifesta soprattutto negli ultimi tempi in lavori di un certo spessore emotivo: medici, sanitari, assistenti sociali e tutti coloro che lavorano con le persone in determinate condizioni critiche. Il termine tecnico è ‘professioni di soccorso’. Si parla quindi di lavori con persone già problematiche, dove la sindrome si manifesta con una sorta di esaurimento emotivo arrivando a provare l’effetto opposto rispetto alle condizioni normali, con distacco verso i loro stessi pazienti. Si cerca quindi di eliminare certe condizioni stressanti evitando che il lavoratore faccia lo stesso tipo di lavoro per troppo tempo. Ad esempio gli infermieri in oncologia pediatrica si fanno spesso cambiare reparto per evitare che abbiano un carico emotivo eccessivo. La cura si esprime con riposo verso il lavoro e verso la cosa che fa star male, ma anche con sedute di gruppo e presso psichiatri e psicologi”. 

LA VOCE DEGLI ESPERTI – Il primario di Neurologia, Enrico Montanari  spiega invece in cosa consiste questa sindrome: Il Burnout è quando non riesci ad affrontare lo stress, cosa che può avvenire in un campo dove hai molteplici responsabilità, ma anche quando ti dai obiettivi troppo alti da raggiungere e sei in crisi per arrivare al traguardo. Il Burnout è quando ti manca la lucidità di affrontare i problemi. Accade prevalentemente in campo sanitario, ma anche in altri ambiti. Vi sono molteplici rischi in reparti dove ci si vede a contatto stretto con problematiche sociali, dove si devono affrontare turni pesanti (anche in un’industria). La situazione si deve affrontare in primis con il riposo, ma successivamente è necessario verificare in ambito lavorativo, come quello familiare e di studi, se vi è una compatibilità con i propri incarichi o se in qualche modo vanno abbandonati. Bisogna quindi valutare attentamente il proprio svolgimento di una attività, in base anche alla propria personalità”. Anche la psicologa Anna Nardoni spiega che “per affrontare il Burnout si deve prima di tutto informarsi se il proprio lavoro o il proprio percorso in generale può causarlo, chiedere aiuto a personale specializzato nella materia ma anche informarsi con tutti i mezzi al giorno d’oggi a nostra disposizione per non lasciarci abbattere da quello che può apparire un quadro psicologico critico, situazioni che vanno affrontate in maniera più determinata possibile perché non possiamo essere del tutto abbattuti”.

IN SINTESI – Il Burnout è quindi un problema sempre più evidente nella nostra società e anche in giovani: il punto cruciale diventa auto valutare le proprie capacità, adattarsi a situazioni difficili cercando di non essere sopraffatti dallo stress ed essere sempre pronti a chiedere aiuto. E anche se viene, sopratutto in Italia, identificato principalmente nelle professioni sanitarie, anche nelle altre tipologie di lavori e studi si deve prestare una certa attenzione e identificare problemi legati allo stress il prima possibile. Diventa molto importante saper affrontare la sindrome di Burnout e tutti quei fenomeni legati a malesseri psichici se si vuole prendere in pugno la propria vita.

Per quanto riguarda gli studenti è importante prendere atto delle proprie aspettative e del proprio livello di sopportazione dello stress ed essere pronti ad affrontare le situazioni in cui ci si imbatte in maniera non superficiale e al tempo stesso non rimanere ‘sommersi’ dal proprio stato d’animo (che sia un percorso universitario, un lavoro, un lutto o stress emotivo).

di Nicolò Bertolini

 

2 Commenti su La sindrome di Burnout: quando lo stress ti “schiaccia”

  1. Fabiano Naressi // 21 novembre 2019 a 0:04 // Rispondi

    Bisognerebbe chiedersi quanto questo modello di sviluppo influisca sulla nostra psiche: è notorio che nel terzo mondo non esistono fenomeni depressivi.

  2. Antonio Penta // 24 novembre 2019 a 9:45 // Rispondi

    Le aspettative sociali sono la prima fonte di stress e radice della sindrome da Burnout. Se fin da piccolo ti insegnano che hai dei diritti fondamentali, mano a mano che ti Negheranno i diritti perderai lucidità. Se ti insegnano che devi trattare bene il tuo vicino ..quando questi ti farà un torto accumulerai stress…la ns società in continua evoluzione ove ormai è l uomo contro la macchina genera di default stress.e il Burnout è dietro l angolo

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