Le Sardine invadono Parma: la manifestazione del 25 novembre 2019

10.000 PARTECIPANTI IN PIAZZA DUOMO PER LA MANIFESTAZIONE PACIFICA DELLE SARDINE A PARMA

Parma non si lega: lunedì 25 novembre, in concomitanza con la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il movimento delle ‘sardine‘ è arrivato anche a Parma. Oltre 10.000 persone si sono riunite in Piazza Duomo e nelle vie limitrofe, per dare luogo ad una manifestazione pacifica nel nome dell’uguaglianza e del rispetto reciproco. Nessun partito, nessuna bandiera: giovani e adulti insieme per dire ‘No’ ad una propaganda politica troppo spesso basata su campagne d’odio e discriminazione, alla quale non sempre è facile trovare una valida alternativa di voto. Ad organizzare il tutto, sull’onda delle analoghe manifestazioni partite da Bologna e diffusesi poi nell’intera penisola, tre giovanissimi studenti del Liceo Marconi di Parma: Joy Olayanju (18), Martino Bernuzzi (17) e Francesco Martino (17).

Da sinistra Martino Bernuzzi, Joy Olayanju, Francesco Martino: i tre giovani organizzatori della manifestazione delle sardine a Parma

“È partito tutto da un discorso che si è fatto in classe – racconta Joy – Abbiamo guardato un po’ online e abbiamo visto che non c’era nulla del genere a Parma e, essendo anche noi d’accordo con il pensiero delle persone che hanno organizzato altrove, abbiamo detto: “Ragazzi è ora che anche Parma si svegli, che faccia capire che anche lei c’è””.
Una manifestazione festosa e pacifica, che ha visto una grande affluenza di persone di ogni età: in piazza non solo giovani e studenti, anche tanti uomini e donne adulti e persino famiglie con bambini.

“Non siamo qui contro Salvini o contro un partito specifico – spiega Martino – ma contro le ideologie che vengono portate e il pensiero di odio e di violenza che c’è in questo momento nella nostra società. Speriamo che con queste manifestazioni si porti comunque il popolo ad un pensiero critico”. Il movimento delle sardine è infatti apartitico e slegato dalla pura e semplice volontà di andare contro a una figura politica particolare, come spesso è stato contestato da parte dei suoi detrattori, che si tratti di Matteo Salvini o di un qualche altro esponente del populismo italiano. Si scende in piazza prima di tutto per rivendicare valori che dovrebbero essero comuni alla collettività e che vengono invece troppo spesso messi da parte, tanto da una consistente fetta di politica quanto dai comuni cittadini nella vita di tutti i giorni. “In questa protesta pacifica vogliamo dimostrare di credere nella fratellanza e che i legami tra le persone sono più forti delle discriminazioni e dell’intolleranza“, urla emozionato Francesco dal camioncino allestito a palco per l’occasione.

Si tratta certamente di posizioni chiare che, seppur slegate da una volontà programmatica, non potranno fare a meno di tradursi, almeno tra i partecipanti all’iniziativa, in scelte elettorali attente sotto questo punto di vista. Una serie di manifestazioni che assume dunque ancor più significato nella Regione in cui tutto è partito, l’Emilia Romagna, che il 26 gennaio 2019 vedrà i cittadini alle urne per le elezioni regionali, i cui risulati saranno determinanti nei prossimi mesi per la scena politica italiana. “La paura più grande è quella che questa cosa poi scemi tra due settimane – sottolinea Joy parlando dell’entusiasmo con cui le rivendicazioni delle sardine sono state accolte – Vorremmo che rimanesse e che facesse capire che ci siamo, non solo per fare la scena del momento, ma per mandare questo messaggio che è importante”.

La manifestazione è proseguita sulle note di ‘Bella ciao‘ e dell’Inno Nazionale, intonato da tutti i manifestanti, proprio per dimostrare come l’orgoglio nazionale non sia una prerogativa del sovranismo, ma anzi possa appartenere a tutti, declinandosi proprio nel rispetto del prossimo e in una concezione della diversità come arricchimento, non come nemica dell’identità personale e nazionale.

Un’ulteriore constatazione emerge però dai partecipanti all’iniziativa. In molti sembrerebbero infatti essere scesi in piazza non solo per contrastare l’avanzata di una fazione politica opposta ai propri ideali, ma anche e soprattutto per esprimere una preoccupante difficoltà nel trovare valide alternative elettorali a cui rivolgersi, che siano in grado di portare avanti programmi e idee convincenti in cui potersi rispecchiare. Numerosi intervistati hanno infatti dichiarato di sentirsi obbligati da tempo a votare il partito ritenuto “il meno peggio. La speranza è però che il segnale mandato dal movimento delle sardine possa essere ascoltato, specialmente dalla sinistra, per la creazione di proposte più forti in grado di fare davvero la differenza. “Sono qui per far sentire anche la mia voce, anche se non ho parlato. Far vedere che ci sono perchè sono una donna, sono una madre e sono spaventata dal mondo che mi circonda in questo momento”, spiega una delle manifestanti ironizzando sul celebre discorso di Giorgia Meloni, diventato poi meme di internet e assolutamente in contrasto con i valori portati in strada dalle sardine. Un’altra partecipante, anch’essa madre, condivide questo sentimento di preoccupazione: “Sono qua perchè voglio qualcosa di diverso. Mi fa molta paura questa destra che sta avazando schiacciando qualsiasi cosa che non è conforme alle loro idee”. “L’alternativa per me parte da queste piazze, parte da un ragionamento, parte da un’elaborazione, parte dal fatto che dobbiamo costruirla, sostanzialmente”, sottolinea infine un’altra donna.

Anche dal punto di vista dello scambio generazionale, la serata di lunedì 25 novembre ha fornito alcuni spunti interessanti: “Vedo gente di tutte le età, non solo giovani come dicevano – spiega uno studente intento a manifestare – quindi magari sfatano un po’ anche il mito che la sinistra la votino solo i giovani e cose del genere, ma anche esponenti di una destra moderata potrebbero riconoscersi in quello che è stato detto stasera”. Un’altra giovane studentessa rivendica invece l’interesse attivo delle nuove generazioni per l’attualità e la politica: “Ci hanno definiti come la generazione del ‘Cogito interrotto‘, di quelli che non hanno un pensiero personale e questo mi sembra veramente sbagliato, perchè credo che chi è qui questa sera sia qua per propria scelta, sia qua perchè non è indifferente, sia qua perchè riconosce i sintomi di una disumanità dilagante“. Dello stesso parere anche molti altri uomini e donne più adulti, tra cui un manifestante che conclude: “Il mio parere è che la generazione dei più giovani inizi a fidarsi della politica perchè sa che lì è la chiave per cambiare quello che vede attorno a sè, che è un mondo pieno di livore, competizione sfrenata a scuola, sul lavoro. […] L’andazzo che si sta creando, le modalità comunicative e politiche che si stanno creando, erano delle modalità nocive per il popolo italiano e quindi questa qua è una manifestazione che dice: noi non la vogliamo più quella roba lì”.

Se quello delle sardine sia un movimento destinato ad avere concrete ripercussioni sulla scena politica attuale oppure un fuoco di paglia solo il tempo potrà rivelarlo. Quel che è certo è che una simile mobilitazione di piazza, per lo più organizzata in pochissime settimane e in tutti i casi da ragazzi e ragazze davvero giovani, non si vedeva da molto tempo in Italia. L’unico fenomeno paragonabile, seppur esteso a livello globale, è quello dei ‘Fridays for future‘, portato avanti anche in quel caso da una ragazza poco più che sedicenne.

Che il futuro della politica e dell’attivismo sia davvero in mano ai giovanissimi?

Articolo e interviste di Gabriele Sani

Riprese e montaggio video di Marilisa Mastrotto, Maddalena Tasca, Sofia Del Guercio, Erica Pierri, Giuliana Tomino, Simona Bono, Chiara Fasser

 

 

 

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