Secondary Ticketing: la soluzione è ancora lontana
IL FENOMENO DEL BAGARINAGGIO ONLINE TORNA A SOLLEVARE DUBBI A POCHI MESI DAI PRINCIPALI FESTIVAL MUSICALI ITALIANI
“Sono a casa, con un computer ultra veloce e la fibra ottica 100 mega, dalle 10:50 continuo a ricaricare la pagina in continuazione, non ho nemmeno visto il pallino verde della disponibilità nei PIT 1”. Questo è uno dei tanti commenti indignati che hanno coinvolto numerose persone alla ricerca di un biglietto per il concerto dei Red Hot Chili Peppers a Firenze. In pochi secondi la possibilità di andare a vedere la tua band preferita sfuma. A volte si ha un colpo di fortuna, ma tante altre si rimane fregati. E poi si scopre che ciò che non si è potuto acquistare è di nuovo in vendita ad un prezzo doppio o addirittura triplo rispetto il valore reale.
Questo è il secondary tickenting. Il problema purtroppo si manifesta ogni anno anche in Italia nei periodi di novembre e dicembre con l’annuncio di grandissime band internazionali nei principali festival musicali, come il Firenze Rocks o gli I-Days a Milano. Attraverso dei bot – programmi informatici – è possibile acquistare in quantità elevata i biglietti di un evento nei principali siti di vendita. Questi ticket finiscono in pochissimi secondi e magicamente appaiono in siti che puntano a una rivendita secondaria a prezzi gonfiati.
UNA LEGGE PER CONTRASTARLO? – Questa pratica si è affiancata a quella del bagarinaggio ‘classico’ in prima persona – anche se ormai meno frequente – dove moltissimi cercano di rivendere a poche ore dall’evento, i biglietti acquistati in precedenza. Il secondary ticketing risulta ancora presente e forte nonostante la legge n.145 entrata in vigore dal primo luglio 2019.
Con l’introduzione del biglietto nominale tutti coloro che voglio acquistare uno o più biglietti sono obbligati a fornire nome, cognome, luogo e data di nascita. Sono previsti “provvedimenti da 5.000 euro a 180.000 euro o, nei casi più gravi, l’oscuramento del sito Internet attraverso il quale la violazione è stata posta in essere”. L’obiettivo è quello di contrastare non solo il fenomeno del secondary ticketing ma anche di tutelare i consumatori e salvaguardare il diritto d’autore. Questa normativa, a quanto pare, può essere aggirata perché attualmente si registrano ancora delle anomalie nella vendita dei biglietti.
NUOVO EPISODIO STESSO PROBLEMA – Poche settimane fa la questione si è presentata di nuovo a numerosi utenti su TicketOne.it ,uno dei principali siti di vendita. L’evento in questione è il Firenze Rocks che, come ogni anno, annuncia una line up di livello internazionale per il proprio festival. Uno dei nomi di punta del 2020 è quello della band californiana dei Red Hot Chili Peppers, in programma il 13 giugno prossimo nel capoluogo toscano.
La messa in vendita dei biglietti per il concerto, prevista per il 13 novembre alle 11.00, ha confermato purtroppo quello che ormai succede da troppi anni. I biglietti PIT 1, quelli più vicini al palco, sono finiti pochi secondi dopo l’orario di inizio di vendita. Alle 11.15 la casella della disponibilità del biglietto PIT 1 registrava il simbolo rosso causa esaurimento. In alcuni casi gli utenti si sono ritrovati la casella rossa fin da subito.“PIT esaurito ancora prima di essere messo in vendita“ oppure “Dovevo prendere i PIT ma alle 11.01 erano già terminati“ sono solo alcuni dei commenti che hanno evidenziato questa anomalia.
Puntualmente lo stesso tipo di biglietto si trovava in vendita a un prezzo doppio in altri siti secondari e disponibile all’acquisto, ad esempio Viagogo.it uno dei siti maggiormente accusati di questa truffa. In moltissimi forum della band le discussioni si sono accese in pochi minuti, soprattutto contro il sito di TicketOne.it – il promoter principale dell’evento di Firenze – che , se non ha facilitato la manovra di Viagogo.it non l’ha di certo impedita.
Un altro sito autorevole come Ticketmaster, invece, ha registrato meno episodi di secondary ticketing rispetto a Ticketone, come hanno sottolineato numerosi utenti con diversi messaggi nei forum: “Su Ticketone PIT esauriti nel giro di un paio di minuti, ma sono ancora disponibili su Ticketmaster“. In altre parole, mentre alle 11.00 i PIT risultavano esauriti su Ticketone, Ticketmaster registrava ancora una disponibilità di biglietti anche alle 11.45: “PIT preso alle 11.45 su Ticketmaster“.
Come è possibile quindi che Ticketone, da sempre in collaborazione con il Firenze Rocks per promuovere l’evento, esaurisca tutti i biglietti in pochissimi secondi? Il fatto che ci sia stata la prevendita per i clienti di Intesa Sanpaolo non giustifica una polverizzazione dei biglietti così veloce.
IL CASO DEI METALLICA – Già due anni fa sito fu coinvolto nel caso dei biglietti per il concerto dei Coldplay – motivo per cui il secondary ticketing tornò oggetto di discussione- e venne sanzionato dall’Antitrust per un milione di euro. Ticketone è stato ritenuto “Responsabile di non aver adottato efficaci misure dirette a contrastare l’acquisto di biglietti attraverso procedure automatizzate, né di aver previsto regole, procedure e vincoli diretti a limitare gli acquisti plurimi di biglietti, né di aver effettuato controlli ex post diretti ad annullare tali acquisti plurimi“.
Molto spesso, persino i gruppi musicali risultano coinvolti in questi siti di mercato secondario. Il gruppo americano dei Metallica, infatti, è rimasto coinvolto in questa pratica a causa di Tony DiCioccio, consulente della band americana. È emerso infatti che DiCioccio avrebbe chiesto a Bob Roux, il presidente di Live Nation Usa -società come TickeOne che promuove e gestisce la vendita di biglietti per spettacoli dal vivo a livello internazionale – di mettere da parte 88 mila biglietti per il tour 2017 in Nord America e di venderli direttamente sui siti di mercato secondario.
Da questo accordo I Metallica e LiveNation avrebbero ricevuto ciascuno il 40% sulla rivendita a prezzi maggiorati. Il restante 20% sarebbe stato diviso tra lo stesso DiCioccio per la mediazione e Vaughn Millette, un promoter di concerti, come organizzatore finale del concerto.
Nonostante la smentita secondo cui i membri della band non erano a conoscenza di questi accordi, questo fatto fa capire una cosa: il fenomeno non riguarda solamente i siti di vendita secondari, ma anche le parti che dovrebbero tutelare l’interesse del pubblico e quindi di chi acquista i biglietti: i siti di vendita, certo, ma anche l’entourage o i gruppi musicali stessi.
L’episodio dei Metallica ha dimostrato come il problema non sia solo relativo alla penisola italiana, ma anche oltreoceano. Sembra che ovunque l’obiettivo sia sempre lo stesso: vendere il biglietto e guadagnarci, in che modo non è importante.
di Andrea Cicalò
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