Il futuro della sinistra nelle mani delle piazze: è giusto?

L'OPPOSIZIONE SPAVENTA, PUR ESSENDO TALE. LE PROTESTE GIOVANILI NE SONO LA PROVA. MA LA SINISTRA COSA STA FACENDO?

sardine

 

Nelle scorse settimane, molte città (qualcuna ancora adesso) hanno accolto le manifestazioni delle sardine, in piazza contro le posizioni politiche della destra. Dietro ad hashtag come #Bolognanonsilega o #Milanononsilega, c’è dunque un’aperta protesta contro un’ideologia – quella leghista – da cui il movimento vuole prendere le distanze. C’è però un paradosso in questo manifestare: le sardine stanno a tutti gli effetti protestando contro l’opposizione e non contro il Governo, come tendenzialmente avviene.

Quello che sta accadendo in Italia è infatti la conquista, da parte dell’opposizione, di un peso maggiore rispetto a quello che ricopre lo stesso Governo. Questo perchè nonostante i partiti di destra non siano alla guida del Paese, la loro presenza e influenza permea ogni minuto della vita politica italiana, grazie ad una capacità comunicativa che la sinistra può solo sognarsi. I partiti sovranisti, ma più correttamente i loro leader, spaventano tanto da costituire una ‘minaccia’, anche se non al potere. A questa minaccia, tuttavia, la sinistra non riesce più a rispondere. Ecco allora che in risposta all’incapacità di un’intero orientamento politico di essere presente sulla scena pubblica, si scatena quel bisogno giovanile di dire ‘No’ a un’ideologia.

Ma coloro che si sono buttati in mare, avranno notato che sebbene abbia un animo giovanile, il movimento delle sardine ha finito col raccogliere dentro di sé molte più ‘specie’. A Parma, ad esempio, tante sono state le persone adulte che si sono presentate alla manifestazione, con striscioni ed entusiasmo. Moltissime le famiglie. Quello che sta accadendo, in altre parole, è l’immagine di una fetta d’Italia che, non potendo più contare sulle forze politiche di sinistra, trova un proprio modo di manifestare il dissenso verso pratiche e ideologie in cui non si riconosce. Insomma, nonostante un Governo di centro sinistra sia attualmente in carica, sono in molti a ritenere che questo fattore non sia sufficientemente rassicurante né determinante per la politica italiana.

Ma in tutto questo la sinistra che fa? Sorride compiaciuta per aver scoperto che forse qualche voto riuscirà ancora a strapparlo alle urne, continuando a non capire però di essere niente più che ‘il male minore’. Dopo che il Movimento 5 Stelle non solo si è scavato la fossa, ma prima ancora si era comprato la pala, la scelta elettorale è infatti tornata ad essere drammaticamente scarsa. Della serie: o ‘noi’ o ‘loro’.

Ma di fronte a questo bipolarismo politico, invece di ‘tirarsi su le maniche’, la sinistra ha continuato a incolparsi e a frammentarsi, senza offrire al proprio elettorato nuove proposte vincenti. Il grande difetto della sinistra è infatti la sua incapacità ad adeguarsi all’era della convergenza, in cui ai tradizionali canali d’informazione, se ne sono aggiunti altri molto più efficaci. Inoltre, a neutralizzare  la forza politica della sinistra è la sua debolezza comunicativa. Non riuscendo a cambiare il proprio registro, questi partiti hanno finito per raccogliere sempre lo stesso pubblico. La loro comunicazione è rimasta la stessa e strettamente indirizzata ai propri elettori. In altre parole, la politica della sinistra sembra puntare non tanto all’annessione, quanto alla conservazione. Il problema sorge nel momento in cui i suoi elettori, quantitativamente parlando, non sono più gli stessi di una volta. 

Un altro problema è che quando si parla di ‘sinistra’, fondamentalmente si fa riferimento al Partito Democratico. Non perchè non esistano altre formazioni politiche. Al contrario, queste abbondano. Tuttavia, nessuna di esse è sufficientemente rilevante a livello politico ed elettorale da potersi proporre come un’alternativa all’egemonia partitica del PD. Nonostante questo sia oggi più un ‘reperto storico’ che non un partito. 

Se dunque un movimento come quello delle ‘Sardine’ sente l’esigenza di diffondersi non è certo merito dei partiti di sinistra e a loro non deve nulla. È la sinistra, piuttosto, che deve molto alle sardine, le quali hanno mostrato all’Italia che non tutti stanno con la destra e che un’alternativa ad essa vuole esserci. Di fronte a questi movimenti, la sinistra e in particolare il PD dovrebbero allora interrogarsi veramente su quanto sta accadendo nel nostro Paese e scendere una volta per tutte dal pero, per non poter più fingere di esser caduti. Soprattutto, in un momento in cui le sardine sono l’unico elemento rassicurante, in un oceano di squali, questi partiti farebbero bene a porsi una domanda: è corretto lasciare nella mani delle ‘sardine’ la responsabilità di salvare la sinistra?

 

di Martina Santi

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