Intervista ad Alex Fabbiano: raccontare la vita in Cina attraverso YouTube

A SHANGHAI DAL 2015, LO YOUTUBER ITALIANO RACCONTA LA VITA DURANTE IL COVID-19 E IL GRADUALE RITORNO ALLA NORMALITÀ

Alex Fabbiano, classe 1995, è uno studente italiano che dal 2015, subito dopo aver concluso le scuole superiori, ha deciso di andare a vivere e studiare in Cina. Tra viaggi ed impegni universitari, il giovane italiano documenta ormai da due anni la propria vita a Shanghai attraverso il suo canale YouTube, che conta ad oggi oltre 35.000 iscritti. In un giusto mix tra informazione ed intrattenimento, i video di Alex offrono uno spaccato sulla cultura e le usanze locali, alternando ‘curiosità’ ed argomenti leggeri ad altri più seri e legati all’attualità. In seguito allo scoppio della pandemia di Covid-19, iniziata proprio in Cina, Alex ha cominciato infatti a documentare la situazione nella sua città, pubblicando attraverso i social numerosi aggiornamenti sulla diffusione del virus. Ora che la Cina sembra essere lentamente tornata alla normalità, pur con tutte le precauzioni del caso, i video del giovane youtuber mostrano come potrebbe apparire anche qui in Italia, nei prossimi mesi, la nuova quotidianità prevista dal Governo per la ormai nota ‘Fase 2‘ del piano di gestione della crisi sanitaria.

STUDIARE A SHANGHAI – Siamo ad inzio aprile, Fabbiano ci racconta il percorso che lo ha portato da Milano, città di cui è originario, a Shanghai: “Dopo le superiori ho deciso di andare in Cina per imparare il cinese. – racconta – Mi sono trasferito quando avevo 18-19 anni e ho subito iniziato a studiare cinese alla Shanghai International Studies University. Ho studiato lì per due anni e attualmente studio recitazione nel campo dell’azione, quindi recitazione ed arti marziali“. Un percorso certamente singolare e coraggioso, soprattutto considerando che il giovane youtuber è partito poco più che maggiorenne, senza aver mai studiato in precedenza il cinese. Il primo ostacolo da superare è stato dunque quello della lingua, tanto che, per imparare il più velocemente possibile, Alex restava sui libri molte ore in più oltre a quelle scolastiche, riempiendo interi quaderni con caratteri cinesi scritti a mano. “All’inizio, quando studiavo cinese, ero molto più sui libri – racconta infatti il giovane – Avevo lezione dalle 8.00 del mattino fino alle 11.30 e poi avevo il resto della giornata libera, ma stavo almeno fino alle 16.00 a studiare“.

Dal profilo Instagram di Alex Fabbiano (@alex_fabb_)

Lo studio, quindi, è sempre stato una parte fondamentale nella routine di Alex, con le lezioni che si sono intensificate con il passaggio all’Università di recitazione ed arti marziali, spesso fino a tarda sera: “Per tutta la giornata dovevo stare in zona Università perchè ogni 2/3 ore c’è una lezione e questo per i primi due anni andava avanti fino alle 23.00 di sera”. Il Covid-19 ha però bloccato ogni cosa, portando alla didattica online, ormai diventata la nuova normalità per moltissimi studenti in tutto il mondo: “Adesso che c’è stato questo lock-down dobbiamo cercare di stare a casa il più possibile, le lezioni le facciamo online, tramite il telefono o il computer”, conclude infatti Alex. Solo nelle ultime settimane, in Cina, molti studenti delle scuole superiori sono finalmente tornati sui banchi.

SOCIAL MEDIA, INFORMAZIONE E COVID-19 – Durante le fasi iniziali della pandemia, quando ancora il corona-virus sembrava qualcosa di lontano e confinato alla città di Wuhan, Alex è stato tra i primi italiani a parlarne su Internet. Il suo primo video a riguardo, infatti, risale alla fine di gennaio: “Appena ho saputo di questo virus ho deciso di farci un video. Qui ne parlavano tutti sempre di più, le mascherine erano già tutte sold out, si capiva che la situazione sarebbe peggiorata e che era grave. Mi sono informato e ho pensato subito che si trattasse di una cosa abbastanza seria, quindi ho registrato un video e poi ho continuato proprio perchè il problema all’inizio era localizzato qui. Cercavo di aggiornare le persone raccontando cose che per me erano scontate, perchè tutte le informazioni che davo le ricevevo a mia volta dai media qui in Cina. Mi sono accorto però che in Italia ancora non se ne parlava e, anche dai commenti che ricevevo, capivo che c’era molta ignoranza a riguardo“.

Una condivisione di notizie e aggiornamenti che è continuata anche sul profilo Instagram di Alex, dove il ragazzo pubblicava quotidianamente informazioni ufficiali sulla diffusione del contagio nei vari Paesi del mondo. Anche quando era ormai chiaro che la situazione fosse degenerata, i toni dello youtuber non hanno mai cavalcato l’allarmismo e i facili clickbait che tanto aiutano ad aumentare il numero delle visualizzazioni: “Cercavo di tenere le persone il più tranquille possibile – racconta Fabbiano – Ho notato che in Italia c’era un po’ di panico, quindi cercavo di stare tranquillo io in primis e di tranquillizzare anche gli altri e a quanto pare ci sono anche un po’ riuscito“. Una tranquillità che, certamente, non deve portare a sottovalutare il problema. Pur con le giuste preoccupazioni tuttavia, Alex non ha mai pensato, nemmeno durante le fasi iniziali del contagio, di andarsene dalla Cina: “In realtà no, non ho mai pensato di tornare in Italia – spiega – Io sono qua anche con la mia ragazza che è straniera, sudafricana, quindi sarebbe stato un problema per lei. Se fossi stato a Wuhan probabilmente sì, però vivendo a Shanghai volevo vedere come si sarebbe evoluta la situazione, se fosse peggiorata tanto anche qui probabilmente avrei pensato di tornare”.

LA GESTIONE CINESE DELL’EMERGENZA – La situazione a Shanghai è in effetti sempre rimasta sotto controllo. Nella città si sono infatti verificati, secondo i dati ufficiali, poco più di 500 casi totali dall’inizio della pandemia: un numero relativamente molto basso se si considera che la metropoli cinese è abitata da oltre 24 milioni di persone. Certamente la tempestività delle misure di sicurezza attuate dal governo cinese nelle fasi iniziali della pandemia ha fatto la differenza, il lockdown immediato e le forti misure di monitoraggio hanno permesso che il virus arrestasse la sua diffusione al di fuori della Provincia dell’Hubei. Come racconta Alex, decisiva è stata anche la collaborazione da parte dei singoli cittadini: “Qui a Shanghai non abbiamo mai avuto l’obbligo di stare chiusi in casa, però noi per precauzione siamo rimasti. Se usciamo abbiamo tutti le mascherine, in Italia purtroppo c’è carenza, sono cose che comunque fanno la differenza. Se ci consideriamo tutti malati e mettiamo la mascherina l’epidemia si contiene. Se il cittadino è più responsabile, il virus è più facilmente controllabile“.

Dal profilo Instagram di Alex Fabbiano (@alex_fabb_)

Che la Cina sia riuscita ad arginare la pandemia, arrivando ad una situazione di ripresa e superamento della crisi, è insomma innegabile. Non sono mancate tuttavia, da parte di numerosi paesi occidentali, perplessità sulla veridicità e la trasparenza dei dati forniti da Pechino sul reale numero di morti e contagiati da Covid-19: un interessante articolo del giornalista francese Pierre Haski, tradotto e pubblicato su Internazionale, riassume la questione. Alex, da un punto di vista interno al Paese, non sembra credere ad una mistificazione volontaria dei numeri: “Penso che i dati siano stati probabilmente sottostimati, perchè ci saranno state tantissime altre persone asintomatiche, come anche in Italia del resto. Ci saranno state persone morte a casa che non sono entrate nella conta del coronavirus, magari perchè non hanno potuto fare il tampone. Per quello che ho visto però non ho molto motivo di credere che i dati siano stati falsificati, anche perchè si vedrebbe magari anche qui a Shanghai se fossero stati di tanto modificati“.

PROSPETTIVE PER IL FUTURO – In Cina si circola ora con maggiore libertà, è vero, ma quali sono le preoccupazioni per il futuro? Il virus è destinato a tornare? Si tornerà alla normalità di sempre o se ne creerà una nuova? L’opinione di Alex in merito, rilasciata sempre ad inizio aprile scorso, risulta piuttosto ottimista: “In generale qui in Cina si crede che uno scoppio come quello di Wuhan non ci sarà più. Sicuramente i casi aumenteranno ancora, queste sono le cose che dicono. Questa volta però siamo già pronti, i controlli ci sono, le misure continuano”. In effetti, a distanza di un mese, la situazione sembra essere ancora sotto controllo e i nuovi casi registrati, che pur ci sono stati, sono per la maggior parte riconducibili a cittadini cinesi rimpatriati da altri paesi. I controlli su chi torna dall’estero rimangono comunque molto rigidi: “Ogni persona che entra nel paese (solo i cinesi in questo periodo, perchè gli stranieri non possono) viene messa per 14 giorni in quarantena. Può succedere che qualcuno passi questo periodo di tempo senza avere sintomi e che li manifesti poi dopo, ma saranno quasi sicuramente pochi questi casi. Inoltre grazie alle tecnologie tengono tutto tracciato, ogni spostamento sospetto può essere di ricostruito”.

Più preoccupanti, sempre secondo Fabbiano, i risvolti economici della pandemia: “Ci sono già delle ripercussioni economiche, anche se per il momento non gigantesche. Secondo me quello che ne soffrirà di più è il settore del turismo, lì sarà una grossa botta. Perchè se la gente che arriva nel Paese viene messa in quarantena, chi è che ci viene a farsi un viaggio? Anche il settore della ristorazione sta già subendo questa crisi, penso che gran parte dei settori saranno coinvolti”. Ripercussioni economiche queste, che preoccupano tantissimi Paesi del mondo, tra cui certamente anche l’Italia. In Cina, la provincia più duramente colpita rimane però quella dell’Hubei, nonostante il governo si stia già attivando per cercare di ammortizzare le perdite. Come racconta lo stesso Fabbiano in uno dei suoi ultimi video infatti, a Whuan è stata stanziata una cifra di circa 71 milioni di dollari da distribuire tra la popolazione in forma di voucher, con lo scopo di aiutare l’economia a ripartire. Nel resto della Cina invece le attività sono ormai tutte riaperte.

“L’unica soluzione che vedo per debellare definitivamente il virus è il vaccino. Nel frattempo bisognerà continuare a mantenere un po’ di distanza e avere le protezioni sempre per precauzione, perchè si tratta di un nemico invisibile”, conclude lo youtuber. Il virus ci ha abituati alla quarantena e alla paura, ma, come dimostra il caso della Cina, un miglioramento è possibile. I prossimi mesi saranno certamente decisivi per l’Italia e solo il futuro potrà dirci con certezza quando potremo uscire da questa crisi e quale sarà il bilancio finale.

di Gabriele Sani

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