AAA cercasi congiunti disperatamente!

CON IL DPCM DEL 26 APRILE POTREMMO FINALMENTE INCONTRARE I NOSTRI CONGIUNTI! MA CHI SONO STI CONGIUNGI?

“AAA cercasi congiunti disperatamente!”. Potrebbe essere il titolo di un annuncio di lavoro, invece è la descrizione perfetta della nostra situazione odierna. Infatti, con le misure previste dal nuovo DPCM del 26 aprile, a partire dal 4 maggio, oltre ad una ripresa di molte attività commerciali e della filiera del commercio all’ingrosso, si avrà un piccolo ritorno ai rapporti sociali. La parte della quotidianità che, per il bene comune, abbiamo delegato allo Stato tornerà quindi ad essere parte integrante della nostra vita di tutti i giorni. Ma questa grande novità porta con se anche un termine che ha creato non pochi dubbi ai cittadini, il concetto di congiunto!

CONGIUNTI O NON CONGIUNTI? – In effetti non è così semplice svelare l’arcano, perché il decreto prevede di poter visitare un nostro caro che va dal primo al sesto grado di parentela, ma nella nostra legislazione non esiste termine più vago di congiunto per intendere il rapporto di parentela tra le persone. Infatti l’Italia è un paese laico e fondato sul concetto di Stato di Diritto. Un sistema che garantisce la libertà etica e morale al singolo e le cui normative non si occupano di definire l’ordine emotivo dei rapporti sociali, se non in via eccezionale per i rapporti di sangue. Ma allora cosa sono i congiunti?

Come stabiliscono i nostri codici il termine è largamente riferito alla dimensione formale della parentela, di sangue o acquisita. Cioè in parole povere: solo parenti, diretti e non. Quindi non importa se queste persone siano a noi emotivamente vicine o totalmente sconosciute: l’importante è che possano fregiarsi del titolo di parenti. Ma in un momento di crisi sociale rendere possibile la visita ad un parente di sesto grado, e poi vietare la visita ad un fidanzato o ad un amico, non fa che dare il alla polemica. Se poi la giustificazione di tale misura è in nome della salute collettiva, ecco che la botola non tiene più.

LA POLEMICA ATTRAVERSA TUTTE LE SFERE DEL SOCIALE – Qui scoppia il caos. Come dichiara a gran voce Renzi nel corso di un suo intervento a  Tgcom24: “Chi è lo Stato per decidere se andare a trovare un cugino e non la fidanzata? Queste norme sono incomprensibili“. Anche il dibattito nei vari talk show televisivi si è accesso e continua ad accendersi su questo tema. Infatti non tarda il grido, certamente più colorito, di Sgarbi a Stasera Italia: “Mi permettono di vedere un cugino, un parente di sesto grado, che neanche so chi cazzo sia e del quale non mene frega un cazzo, e non posso ricongiungermi con chi voglio un amico o una signorina”.

Ma le critiche non si muovono solo dai banchi costituzionali. Sono infatti molte le associazioni che non accettano questa specie di discriminazione. Ma in Italia, dove sono riconosciute dallo Stato varie forme di comunione sociale, prime tra tutte le coppie di fatto, allora è forse riduttivo definire il grado di unione. Ed è per questo motivo che le associazioni adottano una linea comune e decisa nel fare arrivare il messaggio ai palazzi del Governo. Tra tutte vi è il caso dell’Arcigay, che durante un’intervista rilasciata all’Ansa dichiara: “La dimensione formale della parentela, di sangue o acquisita, rappresenta un inedito e inaccettabile intervento dello Stato nella definizione della gerarchia degli affetti“.DA CONGIUNTO AD AFFETTO STABILE– Ma non è tutto qui. Intorno all’oblio del termine congiunto viene associato anche il concetto di affetto stabile. Quindi come definire un affetto stabile? A rispondere prova Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute: “Si può fare visita ad un amico, se però questo è un amico vero!”. Dopo l’emanazione del DPCM dello scorso 26 aprile il Governo ha spesso cercato di spiegare meglio le condizioni del ricongiungimento con i propri cari ma, nonostante la buona volontà, la dichiarazione del viceministro Sileri non ha fatto altro che aggiungere altra nebbia e risentimento su tutta la questione.

Immancabile in questi casi il web, che anche stavolta si è scatenato regalandoci contenuti dal forte tono ironico. Tra questi la rivisitazione in chiave umoristica de I Promessi Sposi , che diventano per l’occasione I Promessi Congiunti. Allora si pensi al DPCM del 26 aprile come le grida urlate nelle piazze di Milano e dei paesi del ramo di Lecco. In un attimo il corpo dei Ministri diventano subito tutti l’Azzecca Garbugli, lavandosene le mani sulla definizione di ‘congiunti’ o di ‘affetto stabile’. Si immagini lo Stato come Don Rodrigo, che con la sua autorità impone le regole del gioco. Gli organi di polizia come i Bravi, al servizio del galantuomo. Renzo e Lucia che si salutano dolcemente prima di mettere in azione il loro piano, nel tentativo di sposarsi. E chi non ha ben capito chi sia un congiunto o un’affetto stabile’ che permetta di andarci a fare visita? Semplice, potrebbe partecipare al romanzo nel ruolo di  ‘Monaca di Monza!

di Mattia Mucci 

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