Festival dello Sviluppo Sostenibile: sicurezza e sostenibilità delle città

DAL RESTAURO SOSTENIBILE CHE VEDE L'ITALIA IN TESTA ALLA COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO

 

“Città e territori per la sostenibilità”, questo il tema della seconda giornata del Festival dello Sviluppo Sostenibile di Parma, basato sull’analisi delle misure adatte a rendere le città e i territori in generale più sicuri.

All’incontro hanno preso parte il vicesindaco del Comune di Parma, Marco Bosi, il vicepresidente del Green Building Council, Marco Mari , Flavia Marzano di Open Government & Smart Cities, Fabio Baldazzi direttore generale Caviro Extra, Riccardo Corsi Head of strategic planning and fundraising di Fabrica Immobiliare Sgr, Massimiliano Pontillo direttore Eco in Città e Portavoce Italia smART Community e Samir de Chadarevian, co-organizzazione Festival Sviluppo Sostenibile Parma/Gist.

PARTE PUBBLICA E PRIVATA DEVONO LAVORARE INSIEME – Parma, città candidata al titolo di Capitale Green europea “ha fatto grandi passi avanti sulla strada della sostenibilità e il valore aggiunto è quando si giunge a concepire di mettere insieme a lavorare la parte pubblica e privata in modo che ci sia sempre più consapevolezza di quello che c’è bisogno di fare” commenta il vicesindaco Marco Bosi.

In questo percorso che la città emiliana si appresta a percorrere ci sono tanti tasselli, alcuni usciti prima che si iniziasse ad affrontare la questione della sostenibilità, altri se ne sono aggiunti negli anni successivi: “All’inizio si pensava che tutto fosse comprabile – spiega il vicesindaco – e che quindi attraverso il consumo si potesse soddisfare ogni bisogno dell’uomo, ma oggi ci siamo resi conto che il consumo del singolo non può rispondere alle esigenze collettive”. Bosi ha sottolineato più volte il fatto che la sicurezza delle persone sia un fattore basilare e, perché ciò avvenga, è necessario che le persone si riapproprino degli spazi collettivi ed urbani arrivando a quella che il vicesindaco definisce “maggiore consapevolezza” che il concetto di sostenibilità non riguarda solo la concezione ambientale, ma anche la sfera economica e sociale.

Per citare un esempio, Bosi ha ricordato un progetto nato nel 2000 chiamato ‘Giocampus’, diretto ad affrontare il problema dell’educazione motoria dei bambini: “All’inizio i bambini facevano educazione fisica con maestri che insegnavano tutt’altre materie, quindi non avevano un punto di riferimento, ma poi grazie ad un’alleanza educativa tra pubblico e privato (comune di Parma, Università di Parma e Barilla) “hanno garantito ad ogni scuola una persona laureata in scienze motoria. Questo è stato molto utile anche in ambito alimentare – continua il vicesindaco – perché se nel 2009 Parma era la peggiore città emiliana per obesità infantile, oggi invece è la migliore. Inoltre il numero dei bambini che va a scuola a piedi è notevolmente raddoppiato”.

QUALE GOVERNANCE PER CITTÀ PIÙ SICURE? – Fabio Baldazzi e Flavia Marzano, in collegamento streaming, hanno illustrato tramite la proiezione di un video come il gruppo Caviro extra, attraverso l’economia circolare, è stata in grado di recuperare dalle filiere agroalimentari gli scarti e le potature e di cambiarli in prodotti primari tanto da fare in modo che meno dell’1% possa finire in discarica. Collegandosi al tema del ruolo della collettività del territorio, invece, viene mostrato l’esempio dell’associazione “Amici delle cicogne” a Faenza, dove nell’oasi naturalistica convivono cicogne e un grande stabilimento industriale, a conferma del fatto che il rapporto con la natura è possibile.

Durante le riproduzioni sono stati presentati anche numerosi dati sull’aumento dell’urbanizzazione a discapito delle zone di campagna, con una conseguente mal distribuzione delle risorse. Sulla questione è intervenuto Massimiliano Pontillo secondo il quale nelle città si generano il 70% dei rifiuti accumulati a livello mondiale, viene consumata oltre l’80% dell’energia prodotta nel mondo e l’umanità è responsabile del 70% delle emissioni di gas serra legati alla produzione di energia. Ma oggi la situazione risulta molto più critica: “L’approccio con cui ridisegnare le città del futuro, non deve andare per compartimenti stagni – ha dichiarato il direttore di Eco in Città  – ma bisogna pensare a come vengono gestiti i territori, senza fare una netta distinzione tra le città e i territori circostanti.

Anche per il vicesindaco Bosi si dovranno fare grandi sforzi per arrivare ad una governance efficace, a cominciare dal lavorare a programmazioni con un orizzonte più ampio e sempre restando attenti nell’analizzare i progressi e i risultati raggiunti nel corso della lavorazione.

COMMUNITY E CAMPO IMMOBILIARE – “Abbiamo imparato molto dalla pandemia e abbiamo capito che ci sono molti divari sociologici, economici e culturali – ha nuovamente dichiarato l’informatica Flavia Marzano durante la sua esposizione sul tema della community – le soluzioni possono essere un maggiore ascolto del cittadino, partecipazione e collaborazione, sull’esempio di città come Roma e Milano che hanno messo in pratica iniziative di successo come ‘Punti Facili Roma’ (punti di accesso per cittadini in difficoltà) e ‘Milano partecipa’”.

Riccardo Corsi ricorda invece il tema della sostenibilità nel campo immobiliare portando un esempio pratico di collaborazione tra pubblico e privato, che consente lo sviluppo sostenibile delle città. Per Corsi, infatti, “il successo di queste iniziative nasce dal corretto rapporto con il pubblico e dall’importanza che ha il supporto degli enti locali, come nel caso di un nostro intervento su un ex stabilimento Lancia dismesso a Torino. Lo abbiamo trasformato in studentato e oggi ospita 540 studenti. A Roma nel 2010 abbiamo consegnato 1500 posti letto in un Campus grazie alla partnership con l’Università di Tor Vergata”.

RESTAURO SOSTENIBILE – L’Italia occupa una discreta posizione a livello internazionale sul restauro sostenibile, grazie a tre aspetti importanti. Come spiega Mari, si ha una buona qualità progettuale, realizzativa e un substrato normativo ambientale più alto di qualsiasi altro paese mondiale. Secondo il vicepresidente del Green Building Council, alla base di questo progresso ci sono gli edifici storici, una sorta di vanto per il nostro Paese: “L’Italia è la prima al mondo ad avere un protocollo heritage unito alla sostenibilità. Non a caso gli altri paesi del mondo, che si occupano di edilizia sostenibile, ci hanno chiesto molte volte di rendere internazionale questo protocollo”.

In questo momento l’Italia si sta impegnando nella lavorazione di un protocollo chiamato ‘Quartieri’, basato sulla sostenibilità di un altra “grande ricchezza”, i borghi storici, realizzati non solo dalle prestazioni dell’edificio ma anche dalla qualità dell’abitare. E’ necessario, come spiega Mari, creare relazioni in questi luoghi. E’ questo che differenzia il nostro Paese dalle altre nazioni: “Questo è possibile solo attivando un mix di attività lavorative e sociali, basilari per i protocolli di sostenibilità ambientale”.

Secondo Fabio Baldazzi, quindi, è bisogna “fare le cose vecchie ma in modo nuovo”.

di Mattia Celio

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