Turista in patria: il debutto sulla scena musicale di Andrea Casale

PRIMO ALBUM DA SOLISTA ALL'INSEGNA DI SPERIMENTAZIONE E STRUMENTI NON CONVENZIONALI

ac tazza“Rimani seduto e ascolta musica. La musica non tradisce. La musica è il viaggio e la meta del viaggio stesso.” (Giorgio Faletti)

Citazione più che appropriata per descrivere ‘Tourist In My Hometown’, disco di debutto solista di Andrea Casale. Ventisei anni originario di Taranto, il suo album è da poche settimane disponibile su tutte le piattaforme digitali per lo streaming e il download.

LE PRIME ESPERIENZE – Parlando degli esordi della sua carriera musicale, Andrea racconta di aver iniziato a suonare il piano a 14 anni da autodidatta; poi a 16, nel 2004, ha fondato insieme ad alcuni amici il gruppo ‘Airglow‘ nel quale è tastierista e autore dei brani. Nel 2009, subito prima che la band si sciogliesse per motivi di distanza, esce l’unico album ‘Blu Magnetico’.  Assieme agli amici Claudio Ciaccioli e Riccardo Rinaldi nel 2012 ha inciso un disco dal titolo ‘Ciò che Resta‘ , colonna sonora di accompagnamento per il poeta barese Aldo Calò Gabrieli. Poi l’idea di tentare la via dell’album solista che, come racconta Andrea, era balenata nella sua mente già nel 2008, anno in cui sono stati scritti i primi pezzi insieme a Livio Bartolo e arrangiati da Claudio Ciaccioli. Dopo una gestazione discontinua per vari motivi, ‘Tourist In My Hometown’ viene terminato nel 2013, pubblicato l’anno successivo in formato cd e dal 2015 è disponibile anche in digitale nelle principali piattaforme come iTunes, Spotify, Amazon.

PARMA COME PRIMA SCELTA – Perché proprio Parma? “Ho scelto questa città – spiega Andrea – perché alle superiori avevo degli amici più grandi che si stavano trasferendo qui e la curiosità era tanta, così, quando ancora frequentavo la quinta superiore, sono venuto, ne sono rimasto colpito e nel 2007 mi sono trasferito.” Studia Farmacia perché “è il modo più semplice per entrare nel mondo sanitario rispetto a Medicina e mi piace avere un approccio scientifico-razionale nello studio come nella vita.”

B7oW2SPIYAAnlksL’ARMA VINCENTE DELLA SPERIMENTAZIONE – Tornando alla musica, il concetto dietro agli otto brani contenuti in Tourist In My Hometown è racchiuso nell’ossimoro (ispirato dal gruppo musicale Kings of Convenience) del “turista in patria”: quel senso di alienazione che una persona prova quando ritorna nella sua città d’origine vivendo un rapporto conflittuale con essa per i cambiamenti avvenuti durante la sua assenza. Questo sentimento è esattamente ciò che sente Andrea quando ritorna a Taranto, “città limitata e limitante rispetto a Parma, dove invece ho avuto modo di conoscere persone da tutto il mondo e di qualsiasi cultura”. Tuttavia rimane accesa quella scintilla d’amore verso la città natale.
Ogni brano dell’album costituisce sempre un racconto di esperienze (personali e di altri) e sensazioni vissute esposte da un punto di vista esterno, come è proprio del turista che visita nuovi luoghi. Tra i pezzi più significativi vi sono ‘Kigali’, che racconta il genocidio del 1994 nella capitale ruandese senza avere però alcun intento sociale, e ‘Jerusalem’, scritto tra Parma, Taranto e Parigi.
Oltre a pianoforte e tastiera, anche la sua voce è strumento assieme agli altri. Parte fondamentale nella composizione dei pezzi di Andrea è inoltre la chitarra, anche se non è mai lui a suonarla in prima persona. Nell’album non vi sono comunque solo strumenti convenzionali ma viene dato spazio anche alla sperimentazione con oggetti come sedie, ventagli, uno sgabello di pianoforte percosso da due pennarelli e scatole di biscotti. Ed è proprio la sperimentazione un punto importante per Andrea. “I nuovi artisti – spiega – tendono a emulare i grandi innovatori del passato, poiché sono già state battute tutte le strade e bisogna trovarne di nuove e ciò potrebbe essere fattibile con l’utilizzo o la scoperta di nuovi strumenti con cui fare musica”.

ac amleticoGUARDANDO AL FUTURO – Dopo questo primo inaspettato successo in poco tempo (al momento sono state vendute cento copie del cd), la speranza per il futuro è di raggiungere un pubblico sempre più vasto per poi intraprendere un tour di supporto all’album. E perchè no, cercare di farsi strada nel panorama musicale estero, dato che questo tipo di proposta musicale è più apprezzata fuori dall’Italia. Proprio a proposito della scena nazionale, secondo Andrea “manca una cultura dell’ascolto e uno studio della storia della musica: molti non sanno identificarsi con un genere musicale ben definito ma ascoltano la musica della maggioranza per adeguarsi a essa”. “Un altro punto dolente del panorama musicale italiano – aggiunge – è costituito dai talent show che non intendono cercare artisti destinati a durare nel tempo, mentre la scena indipendente sgomita sempre più per guadagnarsi un posto nel mainstream“.

Ma Andrea è determinato a non rimanere indietro, seppur ben consapevole che bisogna sempre avere un atteggiamento umile, poiché ogni musicista “è una goccia in un oceano di musica”. 

 

di Guendalina Truden e  Martina Pacini

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