Bioetica: ponte tra cultura umanistica e scientifica

Le analogie che non pensavi esistessero tra bioetica e scienze umane

Imagine Bioethics

“Dai saperi umanistici e dalle scienze provengono sfide e interrogativi, il diritto fa sue queste sfide e muta i suoi canoni interpretativi”: questa la frase inaugurale del primo dei seminari online del ciclo Imagine Bioethics. Bioetica fra letteratura, arte e diritto, organizzato dal Centro Universitario di Bioetica dell’Università di Parma. L’incontro, tenutosi in data 18 febbraio, è stato incentrato sul tema del legame esistente tra la bioetica e le scienze umane: a condurre la discussione la professoressa Daniela Carpi, docente dell’Università di Verona e una delle maggiori studiose delle relazioni incrociate fra bioetiche e letteratura italiana e straniera. 

Cosa lega letteratura e diritto?

“La letteratura è rivelazione del mondo e il diritto è uno dei fattori forse più importanti di descrizione e trasformazione del mondo, per questo non può sfuggire allo sguardo della letteratura e della creatività umana in generale” ha spiegato il professore Antonio D’Aloia – moderatore dell’incontro –  evidenziando il fatto che tra le due discipline vi sia un rapporto ricco di suggestioni espressive e argomentative. Il docente ha poi continuato affermando che il diritto può essere richiamato come elemento di contesto di un racconto oppure che la letteratura può anticipare temi e problemi, trattandoli con una libertà che la riflessione giuridico- professionale non sempre riesce ad avere; può inoltre suscitare emozioni, dubbi e interrogativi che finiscono per riversarsi nel dibattito etico-giuridico.

Potremmo, infatti, considerare il diritto come una forma di letteratura, un linguaggio fatto di parole, di oggetti di riferimento, di significati che cambiano nel tempo e in rapporto ai contesti umani e sociali che di volta in volta si pongono di fronte alla nostra riflessione (basti pensare alle parole quali “congiunti” o “coprifuoco” che nell’ultimo anno hanno invaso il linguaggio giuridico a causa della pandemia).

bioetica

 

Interdisciplinarietà tra medicina e letteratura

Prima di passare all’analisi dei rapporti tra bioetica e scienze umane, la professoressa Daniela Carpi ha ritenuto opportuno partire da due quesiti fondamentali su cui basare il confronto tra medicina e letteratura ovvero: “Si può creare una sinergia intellettuale tra le due discipline?” e “In che modo può la medicina avvantaggiarsi di una branca apparentemente così lontana quale la letteratura?”

La risposta a questi quesiti, a detta della professoressa Carpi, è affermativa dato il legame della letteratura con la società. Non raramente, infatti, la medicina ha fatto ricorso alla letteratura per porsi dal lato del paziente per comprenderne le sofferenze umane. Fin dagli anni ’80 in alcune scuole mediche americane i professori hanno cominciato a servirsi di esempi letterari per umanizzare le partiche mediche, per sottolineare i risvolti psicologici dei pazienti e per educare culturalmente i futuri medici. La letteratura diviene fondamentale per il medico nel momento in cui egli venga posto di fronte a una riflessione etica: infatti la letteratura è volta a rendere più cosciente l’uomo dell’identità di sé e del reale.

In merito alle innovazioni che tali tematiche apportano nell’ambito letterario, Carpi si è espressa dicendo che: “Si devono sottolineare gli aspetti clinici dei temi affrontati da alcuni romanzi che mettono in luce sia gli effetti che gli aspetti negativi della medicina, la difficoltà di certe problematiche, dei dilemmi che i medici potrebbero trovarsi ad affrontare”. La letteratura inoltre può aiutare il medico a non vedere il paziente come un caso clinico, ma come un individuo: anche nel recente libro Bioethics and the Humanities: Attitudes and Perceptions si afferma che le arti umanistiche possono offrire metodi di indagine e particolari prospettive sulle abitudini mentali e i risvolti emotivi del paziente e che proporranno un atteggiamento più empatico in coloro che si occupano della salute pubblica.

bioetica e tecnologia

Analogie tra bioetica e letteratura

Affinché si potesse, però, effettuare un giusto confronto tra le due discipline, la dottoressa ha ritenuto opportuno definire i principi attorno a cui ruota la bioetica: il principio di operare per il bene e non per il male del paziente, il rispetto dell’autonomia e della giustizia, la logica e l’epistemologia e infine il rifiuto di ridurre la pratica medica a un mero fattore numerico e sperimentale.

Il fenomeno bioetico ha manifestazioni tutte contemporanee poiché è collegato al forte impatto dell’incessante processo tecnologico sulla società, sebbene alcuni elementi siano anticipati in letteratura da testi quali Frankenstein di M. Shelley (1818), nel quale infatti troviamo un’ indagine etica collegata agli esperimenti scientifici che vanno contro i dettami morali del periodo e, quindi, si collegano anche alla considerazione sulla dignità umana.
Come è noto, infatti, la letteratura anglosassone si confronta spesso con questi temi poiché desiderosa di contribuire a un dibattito collocato fra l’etica, il mondo legale ed il fattore umano e medico.

L’opera della Shelley, però, non è l’unico esempio: Never let me go di Kazuo Ishiguro narra una storia di clonazione; la famosa The handmaid’s tale di Margaret Atwood che discute su temi quali il biopotere, il corpo femminile e l’etica della riproduzione assistita, o ancora Machines like me di Ian MacEwan che riguarda le figure dei cyborg . Possiamo quindi vedere come, in un contesto culturale di indebolimento delle ideologie (dato dal fatto che, per esempio, i concetti di famiglia, Stato e religione non rappresentano più i capisaldi della società) e di incertezza etica collegato ad un rapidissimo evolversi delle biotecnologie, gli scrittori anglosassoni si interrogano sui possibili effetti dello sviluppo delle nuove biotecnologie e sugli inerenti problemi della giustizia.

Il neonato biodiritto

A questo punto, la professoressa Carpi si è concentrata sull’importanza del biodiritto, illustrando come quest’ultimo incarni i modi in cui la legge reagisce di fronte a situazioni nuove e senza precedenti causate da esperimenti scientifici (tali trasformazioni sono avvenute, in particolar modo, nella fase post-moderna in cui vi era una diffusa ambiguità ideologica). Viene evidenziato come di fronte all’allargarsi dei limiti della conoscenza, la legge debba rapidamente prendere in considerazione i risultati delle scoperte scientifiche sino a ricondurle all’interno di un ordine ricostituito, per rendere accettabile ciò che appare inaccettabile.

Si potrebbe sostenere che il carattere distintivo del biodiritto sia identificabile nella ricerca orientata alla elaborazione di regole per disciplinare le decisioni e i comportamenti umani a livello sociale nel contesto dell’avanzamento delle conoscenze scientifiche e delle applicazioni tecnologiche in biologia e in medicina.

Insomma la bioetica sta assumendo sempre più una posizione preminente nella discussione e nella pratica della vita sociale contemporanea ed è bene sapere, come ribadiscono gli autori di Bioetica. Nozioni fondamentali, che questa sia sempre più considerata come un sapere pratico che riflette sui limiti di liceità e di illiceità degli interventi dell’uomo sulla vita, resi possibili dal progressivo sviluppo della scienza e della tecnologia. 

 

di Krizia Loparco 

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