Iniziamo a parlare di Male Body Positivity

Iniziare a parlare di normalizzazione del corpo maschile potrebbe essere l'ultimo passo verso l'inclusività di tutti corpi

Si parla  di ‘body positivity’ già da un pò di tempo. Un movimento nato per normalizzare il corpo femminile e valorizzarne le diversità. Ci siamo però chiesti: il body positivity funziona anche al maschile? Se non fosse il corpo delle donne ad essere messo in mostra ma quello maschile, avrebbe lo stesso effetto?

In questi ultimi anni il movimento del body-positivity sul corpo femminile sta facendo passi in avanti attraverso i social media, soprattutto su Instagram. Una delle prime rappresentanti del body positivity è stata Ashley Graham, nota modella curvy che con il suo esempio ha aperto la strada a questo movimento. Anche nell’industria della moda si sta, dunque, pian piano accettando il cambiamento, mostrando in alcune passerelle forme mai viste prima.

Anche l’uomo però ha bisogno di sentir parlare di positività del corpo maschile, nonostante il tema sia meno diffuso e argomentato rispetto a quello femminile. Per gli uomini infatti non c’è (o almeno non sembra esserci) tutta questa pressione sul loro corpo, tanto che si parla ancora poco di valorizzazione del corpo maschile. Anzi la tendenza sembra essere quasi opposta, perché spesso ci si chiede: “come mai il tale, che esteticamente non é niente di che, ha tante/i spasimanti? Che ha di speciale?”.

La risposta è da ricercare in primo luogo nella mente femminile. Come rivela uno studio svolto nel 2007 in Germania le donne danno meno importanza all’aspetto fisico rispetto alla loro controparte. Durante la ricerca del ‘partner ideale’ il loro giudizio non si limita solo all’estetica e al fisico, ma in gran parte è focalizzato sulla personalità del soggetto in questione. Sono quindi ben altre le caratteristiche che saltano subito all’occhio attento di una donna, come il carisma o il fascino intellettuale, quel qualcosa ‘in più’ che smentisca lo stereotipo secondo il quale ‘gli uomini sono tutti uguali’. La folta chioma potrà ingrigire, il bel viso potrà riempirsi di rughe e i bicipiti afflosciarsi, ma la personalità resta.

Ma questo potrebbe comunque non bastare a contrastare le insicurezze che anche gli uomini posso giustamente avere riguardo il proprio corpo. Specie di fronte a contenuti pubblicitari o social che insistono nel promuovere un’immagine statuaria del loro corpo.

Iniziare a parlare di body positivity al maschile può dunque generare una svolta nella concezione di bellezza che la società propina, anche in riferimento agli uomini e non più soltanto alle donne.

E’ quindi necessario incoraggiare anche per loro il principio di diversità, offrendo alternative più realistiche del corpo maschile. Basta David di Michelangelo, dunque, ma ragazzi normali con le loro naturali imperfezioni. Ciò deve soprattutto valere per gli adolescenti che sempre più precocemente interagiscono con il mondo dei social – dove dominano i filtri ed esaltazioni stereotipate dell’uomo, rappresentate nel ‘macho’.

Pe questo un maggiore impegno da parte delle piattaforme social nell’individuazione e limitazione dei contenuti tossici che possono alimentare queste insicurezze rappresenterebbe un primo passo verso un approccio più inclusivo di tutti i corpi. Un approccio che accetti le singole particolarità e le valorizzi. 

da @bodypositivityformen

Ma gli uomini cosa pensano del body positivity? Si sentono ‘minacciati’ dagli standard di bellezza convenzionali? Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi di esprimere la loro opinione a riguardo: nella maggior parte dei casi è emerso che non hanno mai sentito parlare di ‘male body positivity’. Ritengono, però, che gli standard di bellezza maschile proposti sui social e alla televisione siano troppo poco realistici. Ciò nonostante, secondo le loro risposte, questo non rappresenta comunque un motivo di disagio per loro.

Sarà allora che gli uomini sono più consapevoli rispetto alle donne che questi canoni non corrispondono alla realtà o che comunque ne rappresentano solo una piccola parte? Oppure è solo una questione di ‘orgoglio maschile’?

Qualunque sia la risposta, rimane pur sempre una minoranza che ammette apertamente il problema e che magari avrebbe bisogno di un supporto: per questo è importante che il movimento del body positivity prenda piede anche nel mondo maschile.

Un esempio significativo è stato dato dal rugbista neozelandese Jerome Kaino, che ha lanciato un brand di intimo maschile chiamato ‘Mint Wear’ tramite una campagna pubblicitaria fondata sul body positivity che mostra e celebra tutte le sfaccettature del corpo degli uomini ‘veri’.

da tpplus.co.nz

Nel mondo dello spettacolo è stato invece Will Smith a uscire allo scoperto: il sex symbol americano ha infatti mostrato orgogliosamente il suo fisico post-quarantena, sui social e in maniera ironica, dimostrando che in fondo siamo tutti esseri umani, che il corpo cambia e che nessuno è perfetto, ma che comunque ognuno è bello a modo suo.

Grazie a esempi come questi, forse anche i più scettici e i più critici inizieranno a guardare gli altri e soprattutto sé stessi con occhi diversi.

 

di Simona Gallo, Arianna Galeotti

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