I cinema d’essai: cultura per tutti dalla parte del pubblico

PROPOSTE ALTERNATIVE ALLA PROGRAMMAZIONE DI MASSA, TRA SODDISFAZIONI E DIFFICOLTA'

Cinema Astra, interno (ar)Quella di oggi è una società talmente avanzata dal punto di vista tecnologico, che le vecchie abitudini sociali e d’intrattenimento sembrano ormai lontane. Ai vecchi cd musicali, ad esempio, si contrappone l’esistenza di programmi virtuali ‘pirati’ dove la musica non ha alcun prezzo. Lo stesso accade al cinema, il cui interesse socio-culturale viene sempre meno con l’esistenza dello streaming. A risentirne in particolar modo è il cinema d’essai (conosciuto anche come ‘d’autore’ o ‘piccolo cinema’), che si trova a concorrere anche con la realtà, sempre più ingombrante, dei multisala, la cui diffusione ha contribuito al declino di tante sale monoschermo in centro città. Una situazione presente anche a Parma, dove si è passati con il tempo da undici sale a solamente tre: D’Azeglio, Astra ed Edison.

UN CINEMA PIÙ VICINO AI CITTADINI – Caratterizzati da una programmazione meno commerciale rispetto ai multisala, i cinema d’essai devono fare i conti con problemi di sostenibilità economica, cui si riesce a far fronte tramite sovvenzioni, sponsorizzazioni e il prezioso aiuto di alcuni volontari, per poter puntare ad un rapporto diretto con il pubblico e la città, organizzando incontri con attori e registi, collaborazioni con l’Università, proiezioni di pellicole in lingua originale e rassegne ricche di capolavori del passato e giovani promesse del cinema indipendente, il tutto a prezzi molto più bassi rispetto ai ‘giganti dell’intrattenimento’.

“Nel corso degli anni il cinema è cambiato: sono aumentate le difficoltà e si fa sempre più fatica ad andare avanti, in quanto non vi è più, da parte del pubblico, l’attenzione di una volta”, afferma Luigi Lagrasta, presidente del cinema D’Azeglio, che però rimane fermo nel suo intento di promuovere la cultura in maniera accessibile per tutti, poiché “la storia del cinema va fatta gratuitamente, per invogliare i giovani a conoscere i grandi capolavori”. E’ stato il caso, per esempio, della recente rassegna sul cinema di Bernardo Bertolucci.

Cinema Edison, esterno (ar)Per Michele Zanlari, responsabile della programmazione del cinema Edison, il nuovo tipo di concorrenza nato negli ultimi tempi può essere visto, invece, come un incentivo a fare meglio, perché “più il tuo rivale è grande e forte, più diventa importante la lotta. Ora stiamo vivendo un periodo straordinario, ricco di proposte e opportunità. Tocca anche al pubblico coglierle”. Fondamentale in questo senso è la promozione tramite internet e in particolare i social network, che permette agli utenti di influenzare la programmazione.
Anche la tecnologia di proiezione in digitale, diffusa ormai in tutti i cinema, può essere d’aiuto: secondo Ivan De Pietri, direttore dell’Astra, “la possibilità di proiettare anche concerti è un’idea per ampliare le proposte del cinema”.

TROPPI FILM VOTATI AL COMMERCIALE – L’attuale produzione cinematografica italiana, molto orientata verso il profitto, non sempre asseconda le istanze culturali dei cinema d’essai, ma non manca di rivelare alcune sorprese:“Distinguiamo tra due forme molto diverse di cinema italiano – sostiene Zanlari –  Quello ‘di sistema’ è terribile: fossilizzato sulla commedia a tutti i costi, asservito alle meccaniche e ai personaggi televisivi, narrativamente ripetitivo, solo raramente salvato dai singoli autori. L’altro cinema italiano è quello degli esordienti, dei giovani registi, dei piccoli film poco conosciuti, ed è straordinario. Scoprirlo ogni volta sempre nelle sue forme nuove è molto emozionante”.

Cinema D'Azeglio, esternoIL SOSTEGNO DA STATO E REGIONE – Una mano ai cinema d’essai dovrebbe arrivare anche per mezzo di una legislazione che ne agevoli e sostenga il valore culturale. Le norme attuali, però, non soddisfano gli esercenti. Secondo De Pietri: “Il fondo spettacoli non è più consistente come una volta per le sale che danno film di qualità. Adesso ci sono meno fondi, che vengono dati a più sale, anche non d’essai, senza fare grosse distinzioni. Prima si permetteva alle sale di rinnovarsi, ma da qualche tempo questo è venuto a mancare”. La regione Emilia-Romagna ha approvato nel 2014 una legge che mira a riconoscere maggiormente la funzione pubblica delle sale d’essai, le quali, comunque, non intendono rinunciare alla possibilità di autosostenersi, come precisa Zanlari: “in un mondo ideale non ci chiederemmo se riceviamo abbastanza contributi per portare avanti un’idea di cinema e di cultura ma se riusciamo a coinvolgere abbastanza pubblico. Dobbiamo essere più bravi: riuscire a fare sì che il nostro ‘contributo’ venga dalla fiducia del pubblico”.

Un valore aggiunto nella realtà parmigiana è poi rappresentato dalla possibilità di collaborazione tra i vari cinema d’essai. Più volte, infatti, Astra, Edison e D’Azeglio hanno avviato progetti comuni, che per Zanlari andrebbero ampliati: “Sarebbe importante sviluppare una sorta di circuito cittadino delle tre sale d’essai, con condivisione di tutti i programmi, delle iniziative e magari una formula di abbonamento in comune. Credo che aiuterebbe molto la crescita culturale della città”. Il tutto lasciando che ognuno mantenga le proprie peculiarità, conclude speranzoso Zanlari: “Ogni sala cinematografica dovrebbe dimostrare inequivocabilmente un’anima”.

di Valentina Bocchi, Gioacchino Di Giorgi, Marilina Leggieri, Luigi Vitale

1 Commento su I cinema d’essai: cultura per tutti dalla parte del pubblico

  1. Alessandro Gastaldo // 27 febbraio 2015 a 14:28 // Rispondi

    Concordo su tutto. Portare la gente a vedere il vero cinema é sempre più difficile. Ancora di più se consideriamo solo i giovani.
    Saluti
    Alessandro Gastaldo – Cineclub Zelig

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