Affittare a Parma tra canoni alti e boom di richieste. Incombe l’emergenza sfratti

Quali difficoltà affronta chi deve trovare una casa in affitto? Gli studenti con un po' di fatica riescono a trovare ma la pandemia ha scombussolato il mercato e ora lo sblocco degli sfratti fa scoppiare una vera e propria emergenza in città: oltre 300 quelli esecutivi

Parma è sempre stata una città a forte domanda di case in affitto. Con la ripresa delle lezioni in università e il ritorno dei lavoratori in ufficio, la richiesta di affitti è aumentata nel 2021 rendendo sempre più difficile trovare una locazione in breve (ma anche meno breve) tempo.

Anche se è sempre stata già prima della pandemia una città molto richiesta,“è una città economicamente sviluppata, con molte possibilità di lavoro, e le città come queste, purtroppo, ha come difficoltà gli affitti più alti perchè hanno più alta domanda”, afferma, Corrado Turilli, segretario di Sunia Parma.

Parma è poi una città ‘piccola’, in cui si possono raggiungere i vari luoghi di interesse senza lunghi spostamenti e quindi non ci sono particolare richieste di zone preferite durante la ricerca.  “I valori sono più alti in zona Sud rispetto alla zona Nord, però non c’è una differenza così marcata. La periferia vicino alla tangenziale è la zona più richiesta, e poi verso il centro città. Essendo tuttavia una città di piccole dimensioni e, finché non arriviamo alle zone delle frazioni, la richiesta c’è dappertutto” commenta Turilli. 

In un piccolo sondaggio svolto da ParmAteneo, è emerso però che il 76,5% degli intervistati ha riscontrato delle difficoltà a trovare una sistemazione. I motivi sono tanti. Come si legge nelle risposte ricevute, “molti proprietari preferisco le ragazze perché pensano che siano più ordinate, precise e pulite di un maschio“. Ma tra chi riscontra più difficoltà ci sono ancora gli stranieri, a causa di retaggi culturali che fanno fatica ad essere abbandonati. “Diverse volte ho sentito di problemi ad affittare a stranieri. Parma è una città molto chiusa” è una delle opinioni emerse.

Il 70% delle persone intervistate crede che esistano discriminazioni da parte dei proprietari. E tra le motivazioni di tale sicurezza si evidenziano alcune segnalazioni di annunci che “non accettano le matricole o le persone provenienti dal sud Italia”.

Però, sia per gli uomini che per le donne, la problematica principale è l’aumento del canone d’affitto. “Per gli inquilini le difficoltà stanno diventando sempre maggiori – spiega Turilli – e stiamo andando verso un periodo in cui temo che, per qualche anno, i canoni saranno molto alti”

Altra criticità riguarda le manutenzioni all’interno dell’appartamento, dove per manutenzioni si intendono ovviamente tutte quelle riparazione che sono necessarie per proseguire la propria convivenza nella casa. “Spesso, per esempio, ci sono case che dopo molto tempo presentano muffa, problemi con il funzionamento degli impianti, che spesso non riescono ad ottenere la giusta attenzione dai proprietari” continua il segretario del sindacato per gli inquilini. 

Per una buona parte degli intervistati da ParmAteneo, la ricerca della stanza o dell’appartamento non va oltre i tre mesi, oscillando tra due settimane fino a due mesi. C’è chi è stato abbastanza fortunato e soddisfatto della stanza, ma c’è chi invece si è dovuto accontentare di ciò che aveva trovato. Però, sul prezzo, solo il 35,3% ha dichiarato di essere stato abbastanza fortunato perché ha rispettato le aspettative.

Parma e il problema sfratti

In un mercato già saturo, i problemi non sono solo per chi deve arrivare in città, ma anche per chi ci vorrebbe restare ma si trova in una improvvisa difficoltà economica. Sono purtroppo diverse le famiglie che oggi si ritrovano all’improvviso senza più un tetto sopra la testa, venendo sfrattati dai proprietari. L’attivista di “Rete diritti in casa” Katia Torri sta denunciando diversi episodi di sfratto in città, che fino ad ora erano stati messi a freno dal blocco degli sfratti per morosità approvato dal Governo a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 .

Un recente episodio coinvolge una famiglia in strada con due bambine, una di un anno e una di due. “Sono stati sfrattati perché, quando la moglie era rimasta incinta della seconda bambina, il marito ha dovuto lavorare part-time e guadagnare meno perché lei ha avuto una gravidanza difficile, rischiando anche di perdere la bambina, e quindi ha dovuto rimanerle accanto. Adesso sono in strada con le due minori e l’assistente sociale ha detto che non può fare niente e che si devono arrangiare. Un altro caso è quello di una famiglia con persone con disabilità che verrà a gennaio sfrattata e si troverà quindi anche lei per strada”.

“Stanno iniziando a eseguire gli sfratti e vengono portati a termine senza pietà. Gli ultimi saranno sbloccati entro il 31 dicembre e da quel momento ci sarà la valanga. – commenta aspramente l’attivista – E il sistema sociale non è in grado di reggere perché non hanno abbastanza dormitori”.

Gli sfratti avvengono perché il lavoro è sempre più precario e gli affitti sempre più alti. “La gente non riesce più a pagare, e d’altra parte non ci sono molte case popolari che possono alleggerire il fenomeno“. Nell’ultimo anno sono state 1.800 le domande arrivate al Comune di Parma per la richiesta di case popolari, “ma saranno solo 350 le famiglie che le otterranno”.

“Siamo di fronte a una emergenza abitativa spaventosa” ha dichiarato anche l’assessora al Welfare del Comune di Parma, Laura Rossi, durante l’ultima commissione comunale sul regolamento per l’assegnazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica. L’assessora rende noto che sono oltre 300 gli sfratti esecutivi in atto, solo a Parma, sui 600 complessivi previsti in base ai dati della prefettura. L’Amministrazione locale ha deciso quindi di alzare da 40% a 60% le assegnazioni in deroga per consentire a chi ha un punteggio più basso, ma sta affrontando un momento più difficile di chi ha più punti in graduatoria, di vedersi assegnata una casa per due anni superando quindi temporaneamente chi ne avrebbe diritto.

L’assessora Rossi lancia quindi un appello ai privati, “servono case e occorre la collaborazione di tutti. Il Comune non ha più disponibilità di alloggi da assegnare. La risposta che abbiamo avuto nei vari tavoli aperti è stata zero, nonostante i soldi nel bilancio comunale ci siano”. Il bando fondo affitti del Comune di Parma, nel 2020, ha ricevuto 1.715 domande ma ne sono state soddisfatte 371. Si prevede che nel 2021 le risorse a disposizione aumenteranno fino a 2,5 milioni con l’auspicio di riuscire a soddisfare tutte le 2.711 richieste pervenute fino ad ora.

di Giulia Mastrocicco

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*