“Ennio”: tra musica e meraviglia

Vita e carriera di un grande Maestro raccontate in prima persona e non solo.

GQ Italia

Il 17 febbraio è uscito in tutte le sale italiane il docufilm Ennio di Giuseppe Tornatore, in cui uno dei più grandi compositori italiani racconta la sua vita e la sua carriera in prima persona. Ennio Morricone si è sempre prestato al cinema, ma in questo caso c’è un ribaltamento di ruoli: è il cinema che si mette a sua disposizione. Nel documentario si coglie l’immensa sensibilità di questo artista, attraverso quegli occhi geniali e ancora bambini coperti da occhiali spessi che contraddistinguono il personaggio. La narrazione si presenta cronologica, segue la vita di Morricone dai suoi esordi al momento in cui lui stesso parla ed è intervallata da scene di repertorio, in cui la musica del Maestro diventa la protagonista.

Riconoscimenti mancati

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Il compositore si racconta con estrema umiltà, probabilmente data dal fatto che ha sempre fatto un lavoro non ben visto dagli ambienti accademici dai quali proveniva. Ennio si era formato al conservatorio Santa Cecilia di Roma, uno dei più prestigiosi in Italia. La sua carriera, iniziata con la musica commerciale italiana e finita a comporre musica per i film, era considerata un sacrilegio. Il suo nome diventò leggenda quando iniziò a collaborare con Sergio Leone nel 1964, musicando i film western all’italiana. Successe qualcosa di inedito: la musica nei lungometraggi non aveva chissà quale importanza, ma le composizioni di Ennio erano talmente straordinarie e calzanti con le immagini, che la colonna sonora diventava il motore del film. La gente iniziò a chiedersi chi ci fosse dietro quelle melodie e finì per interessarsi più a esse che al film stesso. Ciò che incuriosisce è che lui non era mai soddisfatto di ciò che componeva, tanto che si arrendeva alle decisioni degli altri. La sua musica non entrava dentro le cose, ma le creava. Il suo talento era qualcosa di naturale e inspiegabile, perché partiva da un nulla ed esplodeva all’improvviso. Prendeva ispirazione dai rumori quotidiani più assurdi, come una scala di legno che scricchiola in un teatro. La magia della musica è che si fa capire senza utilizzare parole, arriva direttamente dentro di te: è la dolce carezza di Nuovo Cinema Paradiso che ti culla l’attimo prima di addormentarti o la serenità che C’era una volta il West trasmette.

Il riscatto

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Nel documentario compaiono tanti estimatori, persone che avevano collaborato con lui o semplicemente lo ammiravano: registi, sceneggiatori, musicisti, cantautori, tra questi spiccano i nomi di Bruce Springsteen, Quentin Tarantino, Quincy Jones. I personaggi intervengono direttamente nella narrazione, raccontando il loro rapporto col Maestro o semplicemente esprimendo l’influenza che la musica di Morricone ha avuto nelle loro vite. Le sue melodie hanno ispirato le più recenti generazioni di musicisti e contaminato generi diversissimi tra loro, dal pop al rock, dal jazz al rap. Ciononostante, la più grande soddisfazione Ennio l’ha provata quando un compositore come lui, un accademico, gli scrisse una lettera di scuse per non aver apprezzato il suo lavoro, e anzi averlo denigrato senza cogliere la sua grandezza. Quel gesto valse più dei due Oscar che ricevette.

Una narrazione delicata

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Il racconto di Tornatore è riuscitissimo. Si percepisce la stima e la tenerezza che legava i due, che avevano collaborato insieme per 25 anni. Non ci si può non emozionare guardando questo documentario. Lo stesso Morricone si emoziona mentre racconta passaggi delicati della sua vita, facendoti rivivere le sue sensazioni. È un documentario piuttosto lungo, ma sono 150 minuti di pura bellezza, che ti fanno entrare nel mondo di un genio inconsapevole. Non c’è niente di autocelebrativo, è semplicemente un nonno che ti racconta una storia, la sua storia fatta di dolori e successi. Morricone riuscì a vedere solamente la prima ora del film, ma ciò che rimane sono le sue note straordinarie e leggere, che risuonano nella mente di chiunque abbia ascoltato una sua melodia almeno una volta.

Di Alessandra Cau

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